Con delle radici così profonde e variegate (dal kraut-rock al trip-hop, dal folk alla psichedelia, dagli Hawkwind agli Human League) Jane Weaver ha consolidato un profilo artistico originale, diventando un costante punto di riferimento per l'art-pop contemporaneo, rinnovando interesse e stupore a ogni verifica discografica.
A questo punto della già lunga storia, sono passati ben ventidue anni dal primo album "Like An Aspen Leaf", non è facile arginare lo spettro della prevedibilità, impresa in parte ardua ma alla portata della musicista inglese. Per "Love In Constant Spectacle", Jane Weaver ha chiamato in sala di regia l'ottimo John Parish, collaboratore di PJ Harvey e anche prolifico produttore da almeno un trentennio, una scelta decisamente appropriata per l'album più introspettivo dell'artista inglese, che le ha inoltre permesso di concentrarsi con maggior meticolosità sulla scrittura.
Come ogni opera che si rispetti, anche "Love In Constant Spectacle" è frutto di scelte creative che vanno ben oltre la semplice realizzazione sonora. La voce di Jane Weaver è diversamente protagonista, il tono è leggermente più disincantato, quasi distante, mentre le canzoni si nutrono di sonorità decisamente più vigorose e stravaganti. Al caleidoscopico mix di stili e suggestioni l'album aggiunge una più decisa verve soul, ma anche un punto di vista esterno che offre spazio a interessanti approfondimenti della materia sonora già esplorata in passato.
Di tutte queste riflessioni è portavoce la splendida "Emotional Components", un brano che permette a Weaver di riproporre i suoi già noti stilemi artistici con una struttura in parte inedita: emozioni e discrezione scorrono di pari passo, adagiandosi su un groove intelligentemente r&b, un linguaggio musicale sempre più enigmatico, un fraseggio vocale lievemente algido e un graffio chitarristico alquanto insolito. Una magia di contrasti e contrappunti che si rinnova nella inattesa folk ballad "Motif" ("non essere la luce, guarda la luce") e nell'ancor più malinconica e noir "The Axis And The Seed", divagazione a tinte jazz con basso e batteria in fugace trance trip-hop, predisposti a reggere il canto quasi evanescente e il corporeo tocco della chitarra.
Facile, a questo punto, immaginare "Love In Constant Spectacle" come la chiusura di un cerchio, iniziato idealmente con "The Silver Globe", ma per quanto alcune composizioni rappresentino un traguardo - su tutte la title track, una decisa incursione nel fatato mondo di "Avalon" - Weaver continua a depistare intelligentemente il pubblico con slanci pop che profumano perfino di new romantic, come "Perfect Storm", brano che lambisce gli Human League di "Dare".
John Parish agevola l'artista in quel processo di semplificazione, già accennato in passato a tinte più pop e quasi disco, arginando l'elettronica con riff chitarristici più decisi nella vivida "Is Metal", oppure sottolineando con eleganti ritmi jazz l'aliena psichedelia di "Happiness In Proximity", una traccia dove Silver Apples e Can vanno a braccetto.
L'album più intimo e personale di Jane Weaver è in verità il più estroverso. A furia di osservare se stessa da più punti di vista, l'autrice inglese offre un set di canzoni nelle quali è più facile riconoscersi. Jane ha dichiarato di essersi ispirata ai Bee Gees e a Daryl Hall per questo nuovo progetto. Melodie e prelibatezze armoniche smussano così il fluttuare dei sintetizzatori in "Romantic Worlds", per poi scolpire una delle canzoni più toccanti e sentimentali del suo intero repertorio, ovvero "Univers", nata come una semplice divagazione country, per poi evolversi in un incantevole dream-pop in stile Cocteau Twins.
Con "Love In Constant Spectacle", Jane Weaver prosegue nel suo bizzarro percorso a ostacoli tra inclinazioni sperimentali e ribollenti alchimie pop. Non è un caso che a chiusura dell'album vi sia "Family Of The Sun", brano dall'animo cangiante, prima pallido, debole e malinconico, poi improvvisamente ferito da un ritmo motorik che rimette in moto carne e sangue, lasciando dietro di sé una sensazione di sofferenza finora quasi inedita.
Senza dubbio la recente perdita del padre ha segnato questo nuovo disco della musicista inglese, ma mentre molti scelgono di chiudere il mondo fuori per allontanare la malinconia, Jane Weaver ha spalancato le porte di casa in cerca di luce e affetto, regalandoci l'ennesimo perfect album di una gloriosa carriera.
13/04/2024