Wos - Descartable

2024 (Doguito Records)
alternative rock, rap rock, latin folk

Dopo due album, un Ep e svariati singoli non pubblicati in nessuno di questi due formati [nota 1], il rapper Wos si è definitivamente consacrato come stella del firmamento musicale argentino. Traguardo fondamentale è stato “Oscuro éxtasis”, album del 2021 caratterizzato da testi introspettivi e un eclettismo sonoro con pochi eguali, non soltanto nell’alveo rap e dintorni: in poco meno di quaranta minuti, si possono ascoltare cloud rap, experimental e abstract hip-hop, trap, indie rock, synth-funk, disco, folk latino e altro ancora.
Gestire una tale mole di influenze mantenendo la coerenza stilistica è cosa ardua, e il merito è senz’altro da dividere con Facundo Yalve, in arte Evlay, ormai storico produttore e coautore di Wos.
La varietà di idee presente in “Oscuro éxtasis” avrebbe anche potuto giustificare la scelta prudente di approfondire per un altro album la strada già battuta; il duo decide invece di non adagiarsi e cambiare ancora una volta registro. “Arrancármelo”, uscito nell’aprile 2022 e di fatto primo singolo di “Descartable”, è paradigmatico rispetto alla ricerca di un’autorialità sempre maggiore. La progressione di accordi infatti (Do maggiore, Sol minore, Fa maggiore, Fa minore) pur non essendo di per sé particolarmente complicata, è comunque piuttosto originale in un contesto pop e la sua continua reiterazione crea un’atmosfera di perpetua irresolutezza e aspettativa. Gli arrangiamenti minimalisti esaltano la delicatezza della melodia e fanno da tappeto a un’accorata interpretazione del cantante.

La title track, pubblicata nel maggio 2023 e secondo singolo dell'album, è il compiuto approdo di Valentín Oliva (questo il nome di Wos all’anagrafe) verso sonorità rock indipendenti/alternative: a metà tra canto e rap, il testo prosegue incalzante, scandito da un emissione vocale che da gentile nelle strofe si fa via via più urgente, fino al climax del ritornello, quasi urlato, ma gestito con un'espressività che evita eccessivi patetismi. È al contrario particolarmente efficace la pausa distensiva intorno al minuto 2:00, in cui ad accompagnare la voce del cantante resta soltanto una chitarra acustica che segna i cambi di accordi. Le chitarre elettriche la fanno da padrone, alternandosi tra un twangling dal suono distorto e un epico riff hard rock su note basse al termine del ritornello, chiara interpolazione di "Junk" dei Bronski Beat. Queste caratteristiche da sole sarebbero sufficienti a far brillare il brano in personalità, ma la coppia di autori decide di stratificare ulteriormente l’arrangiamento con sintetizzatori vicini all’hi-nrg quando non a un sentire da rave. La mescolanza di tutti questi stili, unità alla maturità compositiva, rende la canzone un unicum nel panorama rock mondiale; l’unica parentela che può saltare all’orecchio è una certa affinità con i Babasónicos, storica formazione del rock argentino. Proprio questa è per chi scrive la chiave per interpretare al meglio il nuovo corso di Wos: l’ambizione del ragazzo appare quella di inserirsi a pieno titolo come erede dei decani del rock nacional, ovvero quel movimento simbolo della controcultura giovanile argentina che infiammò la nazione in particolare tra gli anni Settata e Ottanta, producendo una serie di formazioni e artisti leggendari (Luis Alberto Spinetta, Charly García, Gustavo Cerati ecc.). La breve traccia strumentale “Pausa”, all’apparenza momento puramente decorativo e interlocutorio, è un decisivo indizio a favore di questa tesi: a un ascolto attento, sepolto da strati di riverbero e rallentato ad hoc, si può ascoltare il campionamento di “La Grasa de las capitales”, storica canzone dei Serú Girán, forse la più importante formazione capitanata da Charly García.

Omaggiare non significa certo imitare pedissequamente: “Nuevas coordenadas” apre il disco con un’intro di sintetizzatori da synthwave "cosmica", ai quali si aggiunge un riff suonato da una chitarra baritona distorta e compressa, retaggio dell’anima rock che pervade le canzoni dell’album. A un appassionato di rock classico potrà forse sembrare scontato, ma per un artista mainstream odierno - perché di fatto questo è l’impatto di Wos in patria e in America Latina - aprire il proprio disco con un minuto e venti di introduzione strumentale è un vero e proprio guanto di sfida lanciato ai sempre più allarmanti deficit di attenzione derivati dall’iperstimolazione dopaminica di social network, smartphone, immersività videoludica ecc.
A proposito di coraggio: “7/8” non solo sperimenta un tempo dispari in un contesto rap, ma costruisce una decisa alternativa sonora alla classica interpretazione del crossover tra rap e rock duro di artisti come Rage Against The Machine, dando un peso molto importante alla dinamica creata tra chitarre elettriche aggressive e delicate chitarre acustiche.

La creatività di Oliva e Yalve li spinge a lambire le più svariate estetiche dell’universo rock, alternativo e non: “Cabezas cromadas”, ad esempio, vede la partecipazione di Dillom, altro astro nascente argentino del rap d’autore già recensito su queste pagine, il quale porta la sua anima sghemba al servizio di un aggressivo post-punk lambito da chitarre noise.
“La cochería” mescola un piglio glam-rock con una sapiente gestione di fuzz e overdrive su chitarre e basso, “Ermitaño” è un feroce hard rock innervato di pulsioni techno su cui si agita un Wos spiritato, l’arrangiamento di “Sur” spazia in 2:39 tra pedal steel guitar, riff blues rock, cori da arena rock moderno (dalle parti di “My Songs Know What You Did In the Dark” dei Fall Out Boy per intendersi), sintetizzatori progressive electronic. “Estímulo” sciorina una tale quantità di stili da sembrare progressive rock: dopo una prima parte di costruzione tensiva giocata su basso synth e complesse manipolazioni digitali, la canzone evolve in un blues rock per chitarra elettrica e sintetizzatori acidi nel ritornello, mentre la seconda strofa vede fare il loro ingresso arpeggi di chitarra acustica eterei e rullanti da marcia militare, per poi chiudere con una coda strumentale di metafisici pad ambientali. “Que se haga tarde” riprende il discorso di “Descartable” e se possibile fa ancora meglio: la gestione metrica della linea vocale tra strofa, pre chorus e ritornello alterna momenti incalzanti, di vuoto e melodici con la maestria di un autore affermato, mentre gli arrangiamenti di sintetizzatore, drum machine e filtri vocali vari dipingono uno spettro sonoro pieno di dettagli, che richiedono vari ascolti prima di risultare chiaramente intelligibili.

C’è poi all’interno dell’album un filone più prettamente cantautoriale, parente di “Arrancármelo”: “Caída libre” è un lento senza batteria in cui un arpeggio di pianoforte viene costantemente accompagnato da una pletora di effetti digitali (soprattutto delay dalla coda pesantemente trattata) che creano un risultato simile a una sorta di rumore ambientale di fondo, come se si stesse ascoltando una canzone sulla riva di un fiume. “La niebla”, delicata ballad per chitarra acustica e tessiture elettroniche, vede la partecipazione della cantautrice messicana Natalia Lafourcade, peso massimo in patria e artista di culto anche nel mondo anglofono. Il famoso produttore e compositore Gustavo Santaolalla (sue, tra le altre, le colonne sonore di film come “21 grammi”, “Brokeback Mountain” o della celebre saga di videogiochi “The Last Of Us”) co-firma e suona il ronroco [nota 2] in “Melancolía”, coinvolgente misto tra cumbia e carnavalito [nota 3] arrangiato con fiati e strumenti tradizionali, mentre l’idolo del rock nacional Indio Solari (voce della band Patricio Rey y Sus Redonditos de Ricota) duetta con Wos nel malinconico midtempo “Quemarás”. In bilico tra folk e rock dai toni gotici, il brano vanta una melodia tanto drammatica quanto immediata, perfetta per un canto corale da arena.

I testi suggellano l’album più stilisticamente coeso e compiuto finora licenziato dall’autore, affrontando con l’ormai usuale stile poetico e distantissimo dalle mitologie stradaiole dell’hip-hop temi esistenzialisti quali il disagio dello stare al mondo, il non farsi risucchiare dai propri demoni interiori, lo scetticismo di fronte alle spinte narcisistiche del proprio ego, il rapporto con l’amore e la propria sessualità.

Quando senti che l'oblio ha già riempito le tue vene
e la vita diventa grigia, amara o insapore
ricordati di quella mano amica che serve da riparo
Lontano dal freddo che il dolore invita
Con la serenità del "tutto passa”
E sotto la luce estiva di una luna sepolcrale
Incontrerai coloro che sono già la tua casa quando li vedrai
E ti faranno dimenticare la paura della pesante solitudine (“Melancolía”)

 

[nota 1] Si raccomanda in particolare l’ascolto di “Andromeda”, punto di incontro tra cloud rap, pop alternativo latino e neo-psichedelia, uscito nel 2018 e mai pubblicato all’interno di EP o album.

 

[nota 2] Strumento a cinque corde originario delle Ande boliviane.

 

[nota 3] Ballo tipico del nord-ovest argentino.

13/07/2024

Tracklist

  1. Nuevas coordenadas
  2. Descartable
  3. 7/8
  4. Quemarás (feat. Indio Solari)
  5. Cabezas cromadas (feat. Dillom)
  6. Morfeo
  7. Caída libre
  8. Pausa
  9. La cochería
  10. Melancolía (feat. Gustavo Santaolalla)
  11. Estímulo
  12. Ermitaño
  13. Que se haga tarde
  14. La niebla
  15. Sur
  16. Arrancármelo






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