Running Up That Hill

Kate Bush mette Sottosopra le classifiche

Stavolta nel Sottosopra sono finite le classifiche. Potere delle serie tv e di una in particolare, “Stranger Things”, che del resto di magia e poteri soprannaturali fa ampio uso. Si scopre così che sono bastati alcuni ascolti nel walkman di una delle figure centrali della storia - Maxine “Max” Mayfield (Sadie Sink) – per far tornare a correre Kate Bush con la sua “Running Up That Hill” fino a quella vetta della collina – intesa come classifica - che 37 anni fa aveva visto solo da lontano. Certo, i tempi sono cambiati, allora quel trentesimo posto nella chart di Billboard 100 contava sicuramente di più dell’etereo numero uno attuale su iTunes (nonché del #29 di Spotify nel Regno Unito, con 161,1 mila ascolti) ma il fatto che un brano del 1985 possa riemergere dal solaio dei ricordi e superare in tromba canzoni di popstar contemporanee come Lady Gaga, Lizzo e Harry Styles è comunque insolito, a testimonianza di come le serie tv siano diventate un formidabile veicolo di promozione musicale, ben più di altri canali ancora pervicacemente inseguiti dalle nostre paleolitiche case discografiche e agenzie di comunicazione. Per chi volesse approfondire il discorso, suggeriamo il nostro podcast sul tema, intitolato “Sound and Television”.

 

Running Up That Hill nella scena di Stranger Things

 

Senza addentrarsi in troppi spoiler, basterà svelare che nella quarta stagione della serie di fantascienza teen ambientata negli anni 80, di cui Netflix sta mandando in onda i primi sette episodi, Max, la ragazzina dai capelli rossi ancora traumatizzata dalla morte del fratellastro Billy, si rinchiude in un pericoloso isolamento, affidandosi unicamente alla musica per alleviare il suo dolore. Ma il fatto che sia proprio “Running Up That Hill” a girare incessantemente nel suo walkman non è casuale: la canzone infatti racconta di un patto con Dio (“A Deal With God” doveva essere il titolo, poi cambiato perché la parola Dio in una canzone venne ritenuta inopportuna) da compiere oltrepassando la fatidica collina, per poter scambiare la propria vita con quella di un'altra persona. "Si tratta di una relazione tra un uomo e una donna, si amano moltissimo e il potere della relazione è qualcosa che si intromette fra loro, crea insicurezze – ha spiegato Kate Bush in un'intervista del 1985 - Sta dicendo se l'uomo potesse essere la donna e la donna l'uomo, se potessero fare un patto con Dio, per cambiare posto, allora capirebbero cosa vuol dire essere l'altro/a e forse chiarirebbe le incomprensioni". Da qui i tormenti di Max, che si interroga su come avrebbe potuto rendere meno conflittuale la relazione con il fratello scomparso. Fino a quel verso "Let me steal this moment from you now", che pure ha un senso ben preciso, osservando l'evolversi della vicenda...
Non è la prima volta, del resto, che le avventure dei giovani di Hawkins rilanciano le sorti di una vecchia hit: era già accaduto, ad esempio, con “The NeverEnding Story” di Limahl (1984), le cui ricerche su YouTube e Spotify avevano avuto un incremento dell’800% dopo la comparsa all’interno della terza stagione. Ma la vetta di iTunes è un traguardo ben più imprevedibile.

 


Un destino curioso, insomma, per il brano-chiave di quella nuova svolta sonora che la cantautrice di “Babooshka” aveva coronato a metà del decennio Ottanta. Reduce dall’exploit del formidabile (e incompreso) “The Dreaming”, eccentrico concept-album impastato di art-pop, folk, prog ed etnica, Kate Bush voleva dare un seguito diverso a un lavoro così ardito. Serviva qualcosa di meno complesso ma altrettanto sofisticato per tornare a sedurre il fedele pubblico inglese, che si era pur appassionato alla sua maturazione da enfant prodige di "Wuthering Heights" (lanciata da un certo David Gilmour) a forbita sperimentatrice. Ecco il motivo di quegli anni di reclusione, lontana dal pubblico, in cui aveva cercato di affinare ancora di più le sue capacità produttive e la padronanza del sintetizzatore Fairlight. L’intuizione finale dell'intrepida Catherine anticiperà di un anno quel nuovo corso che la sua anima affine Peter Gabriel avrebbe perseguito a partire da "So": portare avanti le sperimentazioni senza però rinunciare alla contemporaneità e a una più spiccata accessibilità pop.
La metà degli anni 80 vede grandi popstar smuovere milioni di persone sulla pista da ballo e flirtare col pubblico su Mtv tramite ritmiche sempre più aggressive. Con il suo nuovo album "Hounds Of Love", il primo interamente inciso nel suo studio di registrazione domestico, la “nuova” Kate, persino provocante nella patinatissima copertina, non temeva confronti. Certo, le velleità intellettuali non erano state riposte a cominciare da quella “Cloudbusting” resa celebre da un videoclip con Donald Sutherland, dedicata alla vicenda dell'allievo di Sigmund Freud, Wilhelm Reich, psicanalista vissuto a metà '900 che ipotizzò l'esistenza dell'energia orgonica collegata alla sessualità e all'orgasmo. E sarà soprattutto nella seconda metà dell’album che l’artista del Kent darà fondo a tutto il suo potenziale sperimentale, ideando, di fatto, un nuovo “disco nel disco” (si prenda ad esempio la suite in sette parti intitolata "The Ninth Wave"), dove troverà ampia espressione la sua gamma vocale senza confini, capace di evocare le fiabe gotiche e il folk celtico, il misticismo medievale e gli incantesimi delle streghe, i riti tribali e il pop più etereo.

Kate Bush nel video di Running Up That HillMa il manifesto dell’intera opera resterà proprio quel primo e memorabile singolo estratto. Il battito marziale e galoppante di "Running Up That Hill" sostiene un paesaggio onirico su cui la voce della Bush si posa inquieta, a tratti drammatica, ma senza perdere mai quel fraseggio funky che lo rende in pratica un pezzo dall'innegabile appeal radiofonico. Canzone simbolo di una sofisticazione pop eternamente vivida nel tempo. Una luce sensuale e irraggiungibile. Prima di conoscere nuova fama grazie a “Stranger Things”, infatti, il brano sarà preda di band diversissime tra loro, come ben testimoniano le cover più celebri spalmate dal 2000 in poi (Within Temptation, Placebo, Chromatics, First Aid Kit). Fantastico e al solito estremamente suadente il videoclip con Kate che balla come una Dea svampita in coppia con il ballerino Michael Hervieu.
Ora, dopo anni di culto impenitente ad opera degli adepti, Kate torna a danzare nelle nostre orecchie. E chissà che il merito non sia anche di Wynona Ryder alias Joyce Byers, una delle protagoniste della serie ideata dai fratelli Matt e Ross Duffer, che in un’intervista ha rivelato: “Sono ossessionata da Kate Bush sin da quando ero ragazzina. A volte a scuola restavo seduta con le mie cuffie ad ascoltarla. Era un’eroina per me. Negli ultimi sette anni, ho dato direttamente e indirettamente dei consigli musicali sul set. Ad esempio portavo la mia t-shirt di Kate Bush!”. E chissà se anche lei sarà stata tra i fortunati che hanno potuto assistere a uno dei 22 show della residency londinese "Before The Dawn" all'Eventim Apollo Hammersmith, con la quale nel 2014 la cantautrice inglese aveva interrotto un digiuno dal palco che durava da trentacinque anni.

Colta di sorpresa dall'inaspettato ritorno di fiamma, la stessa Kate Bush si è sentita di dover commentare l'exploit, con questo messaggio: "È tutto così eccitante! Running Up That Hill è arrivata al numero 1 in Norvegia e Austria. Questa è un'ottima notizia e abbiamo appena sentito oggi che è passato dal numero 8 al numero 4 negli Stati Uniti. La canzone sta ricevendo una risposta in tanti modi positivi. Non ho mai provato niente di simile prima! Voglio solo dire un grande grazie a tutti negli Stati Uniti che hanno supportato la canzone. È la prima volta che ho un singolo nella top ten laggiù e ora è nella top 5! Grazie mille ancora ai Duffer Brothers: grazie alla loro ultima, straordinaria serie di Stranger Things, il brano viene scoperto da un pubblico completamente nuovo".

In ogni caso, il volano “Stranger Things” sta riportando alla luce tante chicche del decennio 80’s, da "Separate Ways" dei Journey, scelta per accompagnare le immagini del trailer della stagione finale, a “Rock Me Amadeus” di Falco, fino a "Psycho Killer" dei Talking Heads. Ma a nessuno di questi brani è riuscito l’exploit della Corsa sulla collina di Kate Bush.
Il vero miracolo, però, è che “Running Up That Hill” suoni ancora fresca come se fosse uscita l’altroieri, con il suo dinamismo irresistibile e la sua sontuosa interpretazione vocale. Un Patto con Dio che, alla fine, si rivela non così dissimile da quello col Diavolo di faustiana memoria, solo che il Mefistofele di Goethe aveva previsto 24 anni, non 37.

 

Contributi di Giuliano Delli Paoli e Stefano Fiori ("Hounds Of Love")