Michael Stipe

Art for the people: la mostra milanese

Perciò sta' in pace con Dio,
comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi affanni e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima
Max Ehrmann (Desiderata)

“I’m free” cantava Michael Stipe alla fine di un disco dei Rem di cui si è festeggiato il venticinquennale qualche mese fa. E se la libertà espressiva non è mai mancata nella carriera musicale dei quattro di Athens, rendendoli una delle più atipiche parabole nel mondo del rock, tale fattore continua ad accompagnare le gesta dell'ex-leader dopo lo scioglimento del gruppo. Rivedendo gli archetipi della formazione georgiana, Stipe ha sempre incarnato la figura artistico-enigmatica, da sempre interessato e studioso di fotografia, arte e cinema: portando spesso questi interessi nella musica. Finito il percorso con i Rem, Stipe si è dedicato con sempre maggior costanza alla fotografia e alle arti figurative, tanto che di suoi dischi o lavori solisti - tranne alcuni singoli - il conteggio recita ancora zero (sperando di colmare a breve il gap, come recitano ultimi aggiornamenti), mentre per i suoi libri fotografici il conteggio è più corposo, recentemente aumentato dalla pubblicazione di “Even The Birds Gave Pause”. Approfittando della ricettività dell’Italia nei confronti della sua produzione - penso a quando prestò a Roma al MAXXI nel 2019 “Our Interference Times: A Visual Record” - e non pago delle recenti pubblicazioni, Stipe ha inaugurato a fine 2023 la sua prima esposizione personale a Milano, presso la Fondazione ICA, chiamata “I Have Lost And I Have Been Lost But For Now I'm Flying High” (titolo che al sottoscritto evoca un passaggio di “I’ve Been High” su “Reveal”).

La mostra, curata da Alberto Salvadori, sarà visitabile presso il capoluogo lombardo fino al 16 marzo ed è stata concepita proprio per “calzare” alla perfezione nel luogo che la accoglie. Le opere di Stipe si muovono su due piani. Una volta varcato l’ingresso della location industrial che accoglie la mostra, sulla sinistra, in un'ampia sala illuminata da grandi finestre poste sulla sinistra, domina la prima opera di Stipe, dove centinaia di finte teste, composte una per una dall'autore, coprono il pavimento. Dopo questa prima parte, si salgono le scale che portano al secondo piano della struttura e si entra nel pieno della mostra, incentrata, come dichiarato dall’autore, sul tema della vulnerabilità.
Ecco volti, ma soprattutto nomi di musicisti, alcuni dei quali vicini al gruppo di Athens (da Vic Chesnutt a Thom Yorke, passando per Bono), altri meno, vedi Madonna, incisi su vasi e cover: eppure non c’è un possibile collegamento al mondo Rem, come magari qualcuno si poteva aspettare.

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Ma andando oltre la mera cronaca delle opere presenti, facilmente consultabili dal catalogo, vorrei condividere le mie sensazioni. In primis, la location si combina bene con la vocazione “anti” e alternative di Stipe, e per quanto il visitatore sia solo una volta dentro, il percorso, il depliant consultabile con all’interno un’intervista e le indicazioni rendono tutto estremamente fruibile. Tra le opere racchiuse nelle stanze e quelle più “libere”, le varie tappe sono ben alternate. Riguardo quanto mostrato da Stipe, credo che l'autore piuttosto che trattare approfonditamente una sola arte - magari la fotografia - abbia preferito mostrarle tutte, tra momenti più concreti, altri più concettuali e curiose vie di mezzo, come “Desiderata Hats”. E qui, arriviamo alla vera protagonista dalla produzione stipiana: ovvero la poesia “Desiderata” di Max Ehrmann.

Tra le tante mostre attualmente presenti a Milano, “I Have Lost And I Have Been Lost But For Now I'm Flying High” è tra quelle da visitare, e ci mostra le tante - anzi, le ulteriori - anime artistiche di una ex-rockstar ormai pienamente calata nella sua dimensione artistica.

Crediti fotografici:
Michael Stipe / Studio 

Michael Stipe. I have lost and I have been lost but for now I’m flying high, installation view, Fondazione ICA Milano, Courtesy l'artista / the artist e /and Fondazione ICA Milano, ph. credits Dario Lasagni

Michael Stipe. I have lost and I have been lost but for now I’m flying high, installation view, Fondazione ICA Milano, Courtesy l'artista / the artist e /and Fondazione ICA Milano, ph. credits Dario Lasagni