A Need To Be Shot

A Need To Be Shot

Dentro gli incubi pił funesti del Texas

Scrittore, fotografo e musicista, Alex Osman sta lentamente facendosi strada nell'underground texano con una musica disturbante e carica di inquietudine, al confine tra power-electronics, noise, death-industrial e dark-ambient. Con tre Ep all'attivo, due due quali usciti quest'anno, l'artista originario di Albion, Pennsylvania, fortemente ispirato anche dalle sue passioni per la cultura cyberpunk e body-horror, sembra ormai pronto per fare il grande salto

di Francesco Nunziata

Per gli appassionati è cosa nota, ma vale la pena ribadirlo: il Texas è la terra d’origine di alcune delle band più importanti e oltranziste della storia del rock. Se serve rinfrescarvi la memoria, basti citare Red Crayola, Butthole Surfers, Big Boys, Scratch Acid, D.R.I, Jesus Lizard, At The Drive-InMars Volta, e via di questo passo.

texas_600

Desta meraviglia e invita a riflettere il fatto che tali formazioni siano nate in uno degli stati americani relativamente più tradizionalisti, dove ancora oggi ciò che è eccentrico è guardato con sospetto, figurarsi se poi a veicolarlo è qualcuno con la pelle nera… Chissà: forse rompere le palle ai bacchettoni è il passatempo preferiti di molti degli outsider del cosiddetto Lone State Star, che nel rock più o meno rumoroso, più o meno fuori dagli schemi, hanno trovato una via d’uscita dal grigiore della quotidianità, oltre che un modo per gridare al mondo la propria rabbia e la propria passione per tutto ciò che è anti-convenzionale, storto, non facilmente riconoscibile. Di certo, questo è quanto ha spinto Alex Osman a trasferirsi in quelle zone, e per la precisione ad Austin, città natìa dei leggendari 13th Floor Elevators, da molti considerati gli iniziatori di una lunga tradizione di ribellione in formato rock.

Uno dei motivi per cui, a ventisette anni, mi sono trasferito da Albion, Pennsylvania, in Texas è che amo tutte quelle band, che sono state estremamente importanti per la mia adolescenza e mi hanno reso quello che sono oggi. Non direi proprio di essere alla loro altezza, ma mi sentivo a casa soprattutto con quella scena di fine anni 80 e anni 90, quindi aveva senso che mi trasferissi qui

Certo, la Austin di oggi (una città di circa un milione di abitanti, che è anche capitale del secondo stato più esteso degli Usa) è molto diversa rispetto a quella del passato:

Austin è piuttosto affollata, molto trafficata, imborghesita a dismisura, direi "IKEAficata", come l'ha definita un mio amico. L'atmosfera di oggi è molto più aziendale, superficiale e trendy, non così cool come negli anni 80 e 90. Preferisco il Midwest rurale, ma qui c'è molto più da fare, per quanto riguarda eventi, feste di quartiere e cose del genere, e i texani nati e cresciuti qui sono tutte persone fantastiche

austin_600.

La passione di Osman per la musica rock risale all'epoca della sua infanzia:

Ho avuto la mia prima chitarra all'età di quattro anni, quando mio padre, che era un chitarrista di gruppi nu-metal locali, ha iniziato a insegnarmi alcuni accordi e da lì ho imparato a suonare. Da bambino passavo molto del mio tempo libero a scrivere e registrare canzoni su un registratore economico, e a fare compilation di demo di canzoni, scenette, registrazioni dalla tv e litigi dei miei genitori. Poi, a sette anni ho preso una batteria e un registratore a quattro tracce usato e da lì sono partito. Oggi suono chitarra, basso, batteria, sintetizzatori e campionatori

a_need_to_be_shot_foto_ondarockDopo essersi fatto le ossa come batterista in formazioni di area no-wave/noise-rock/post-hardcore, come gli Stutter Frog e i Ghost Embryo, esperienze, queste, risalenti al periodo di Albion, e aver sviluppato una passione per band e artisti quali Arab On Radar, Mike Patton, Jesus Lizard, Nico, IRM, Pharmakon, Diamanda Galás, Brighter Death Now, Leonard Cohen, Melvins, oltre che per le colonne sonore (“vorrei davvero farne una per un film, un giorno o l’altro!”) e per le immagini in generale, Osman trovò l’ispirazione decisiva per il suo percorso musicale quando, per puro caso, s’imbatté in una vecchia cassetta di un suo progetto noise risalente ai tempi del liceo:

Volevo tornare in quel luogo, allestendo un tavolo nella mia stanza con un mucchio di pedali, looper, microfoni e ascoltando i loop per ore in uno stato quasi meditativo. La maggior parte delle mie esperienze da musicista le ho fatte da solista, con progetti quali White Pony (shoegaze/noise-rock), Elephant Pill (trip-hop/colonne sonore), Thinner (post-rock strumentale), Acute Obtuse (grindcore/powerviolence) e Grandma M (Idm/elettronica), quest’ultimo di brevissima durata

Fu così che nacque il progetto A Need To Be Shot, nome apparsogli in sogno: “Una notte sognai di essere uscito con una ragazza, la quale a un certo punto mi diceva: ‘Ho dei bisogni che tu non puoi capire. Come il bisogno di essere colpita".
Al confine tra noise, powerviolence, death-industrial e tracce di dark-ambient, con A Nee To Be Shot Osman mette in atto la volontà di trasfigurare in musica il confronto con una quotidianità a dir poco sconfortante:

Cerco soprattutto di evocare ciò che mi passa per la testa ogni giorno, ciò che vedo, ciò che mi interessa, ciò che mi mette a disagio. Sono un grande amante di tutto ciò che è surreale o che coinvolge argomenti tabù, di tutto ciò che rappresenta una sfida per il comune sentire e solleva domande, perché porta a una conversazione genuina. Non sono minimamente interessato a un mondo che esclude queste cose, le censura e fa finta che non esistano. Alcuni mi hanno etichettato come pessimista o misantropo, ma non è affatto vero. Provo molto amore per il mondo e per le persone che lo abitano, anche se, come capita a chiunque altro, ci sono cose che mi infastidiscono. Ma di certo non ho una visione misantropica del mondo

Per quanto riguarda il suo modus operandi in fase di composizione, solitamente Osman parte “da un'immagine, da una texture o da una sensazione”.

La maggior parte delle volte, cerco di creare un suono vocale con processori e un pedale looper, poi lo riascolto più volte e sperimento diversi suoni vocali, effetti, strumenti o campioni, basandomi su di loro. Il materiale di cui sono più soddisfatto arriva quando non ho idea di quale sarà il risultato finale o non ho intenzione di registrare nulla. È un po' come quello che i Residents stavano praticando con la ‘Teoria dell’Oscurità’ di N. Senada: il tuo lavoro più puro viene realizzato quando non c'è l'intenzione di pubblicarlo

Se, per certi versi, non sorprende il richiamo ai Residents, lascia un attimo smarriti il richiamo, tra le sue passioni musicali (come si è visto poc’anzi), a Leonard Cohen. A tal proposito, Osman così giustifica il suo amore per l’artista canadese, ricordandoci, tra le righe, che le vie dell’ispirazione e delle influenze sono infinite e non sempre facilmente decifrabili:

Cohen è uno dei più grandi cantautori di sempre. Sono stato fortemente influenzato dai suoi temi della perdita, dell’isolamento, dell'amore romantico e dal modo in cui riusciva a trasmettere le sue emozioni in modo così intenso, mettendo tutto se stesso nelle sue registrazioni. È anche per questo che registro per lo più al buio, in una stanza isolata e con il telefono spento, per cercare di mettere ogni parte di me in ciò che vado, di volta in volta, registrando

a_need_to_be_shot_grande_600

Il primo frutto targato A Need To Be Shot risale allo scorso novembre e si compone di quattro tracce, per scarsi cinque minuti di musica, raccolte sotto il titolo di Heart Of Shemp (As Acute Obtuse). “Pancakes” apre le danze (“It’s breakfast time!”) con una carneficina punk-noise che “Al Lewis” porta a un livello di massimalismo ancora più alto. L’impatto sembra essere quello dei dischi più radicali del grindcore, ma la matrice è quella di una power-electronics ruvidissima, come confermato anche dalla relativamente più cadenzata “Some Smug Asshole WearingA Dickey” e dal finale a rotta di collo di “Ding Dong Ditch”.
Nel complesso, Heart Of Shemp (As Acute Obtuse) è un biglietto da visita fin troppo caustico, in cui i brani non brillano certo per originalità. L’impressione è che, a quell'altezza, Osman stesse ancora solo scaldando i motori, in vista dei due colpi ad effetto targati 2023.

apple_of_my_eyeIl primo, risalente a febbraio, s’intitola Apple Of My Eye, ed è accompagnato da una straniante copertina ricavata da una foto manipolata che ritrae Osman da bambino. Aperto dalla spirale ossessiva di “Torsion” e chiuso dai Throbbing Gristle del secondo, capitale “rapporto” in minimalistico sfacelo di “Shoving The Barrel Of A Gun In The Mouth Of A Snoring Pedophile”, questo Ep conferma la passione di Osman per scenografie cariche di dolore e inquietudine, dove le voci (“le ho registrate nella mia auto, dietro un minimarket!”) sono così deformi da assomigliare a un urlo tossico o, meglio ancora, a una chimica disperazione, come si può verificare anche durante l'ascolto di “The Sun & The Lung Collapsed”, in cui un tribalismo spastico e un bordone assordante contribuiscono all’evocazione di uno degli incubi più stordenti del Nostro. Da lontane propaggini di una mente sfaldata in mille rivoli di follia, giunge invece “Antbus”, una tempesta di gorgoglii-stridori-rimbombi che fa pensare a un loop-delirio costruito con un collage di campioni ricavati dalla galleria dei tormenti di Gnaw Their Tongues.
La visione del mondo che se ne ricava è terrificante ed è la stessa che è alla base dell’altro Ep uscito quest’anno, Sink The Swan, titolo ispirato da un verso ("You sink my swan") di una canzone dei Melvins, "Hooch". Per quanto riguarda la copertina, potete ammirare Osman in un momento di relax estivo…

sink_the_swanRegistrato nella sua camera da letto e “in vari parcheggi del Texas”, Sink The Swan (uscito in cassetta per la Summer Interlude Records) è il disco in cui il Nostro mostra di dominare con ancor più consapevolezza la materia, passando dalla colata di rumore bianco, intervallata da proclami e schiamazzi diabolici, di “Cure For Laughing Rabbits”, all’elettroacustica fortemente deteriorata del Sottosuolo (dostoevskijiano, s’intende!) di “Father Knows Best” (terrore strisciante, angoscia, disperazione senza fine), tenendo insieme il battito meccanico e ipnotico dei Suicide ("Brass Crawfish") con la telescrivente fuori controllo di “God Is Swimming In My Balls” (con manipolazioni vocali sempre più bestiali), il blues industriale di “We Never Grew Up to Be Cowboys” con la dark-ambient infetta di “Antihistamine”.
Sorprendente, in “Brass Crawfish”, la citazione-parodia (pensate a dei Chipmunks allevati in manicomio) di "Everyday", uno dei brani più famosi di Buddy Holly, un altro grande texano:

'Brass Crawfish' è stata ispirata da un incubo in cui io e un amico abbiamo scoperto il cadavere conservato di Buddy Holly sotto un molo, e c'erano cinquecento libbre di gamberi che strisciavano fuori dal suo stomaco. All’improvviso, una donna è corsa da me e ha iniziato a cantare ripetutamente ‘Everyday’ con voce distorta, mentre il mio amico mi accoltellava (la canzone è scritta dalla sua prospettiva)

Al netto di queste immagini cariche di surrealismo, dopo l’ultimo solco di Sink The Swan resta la sensazione di un futuro ancora più terribile per l’umanità, che molto probabilmente finirà per essere “spazzata via da una guerra nucleare e da robot gestiti dall’intelligenza artificiale e che assomigliano a Robin Williams”...
Impegnato a produrre nuova musica (“A breve usciranno due nuovi miei dischi: uno è un nuovo full-length intitolato ‘Quadriplegic Mongrel’, e l'altro è uno split con il collega artista power-electronics di Austin, Infibulation. Sto anche preparando una 'colonna sonora per un film che non esiste’, cosa che non facevo dal 2018”), Osman continua a curare un’altra delle sue grandi passioni: la scrittura.

Molti dei miei scritti sono ispirati alle mie esperienze in una cittadina rurale della classe operaia e agli eccentrici che ho incontrato e con cui ho fatto amicizia, al ventre dell'America e agli aspetti più oscuri della condizione umana, ai crimini più bizzarri, ai sogni/incubi che ho avuto, e all'enfasi sull'infanzia e sulla perdita precoce dell'innocenza. Insomma, mi interessa l’idea del crescere troppo in fretta e il fatto di vedere o sperimentare cose che non si dovrebbero vedere a quell'età. Fondamentale, per la mia ispirazione, è stata anche la mia lotta contro la depressione e i pensieri suicidi che ho avuto, oltre ai problemi di dipendenza del passato, l'isolamento ecc. Tutto ciò che faccio è in qualche modo collegato e fa parte di un quadro più ampio: musica, scrittura, fotografia. Molti dei miei testi sono nati come poesie o foto

alex_osman_problem_childIl suo romanzo più riuscito è sicuramente “Problem Child”, uscito nel 2020: “Si tratta di un’opera che copre dieci-undici anni della mia vita, un periodo che va da quando avevo quindici anni a quando ne ho computo ventisei. Assomiglia a un diario. All'epoca facevo uso di morfina e Dhc, avevo a che fare con idee suicide, con l’isolamento e a un certo punto mi sono ritrovato con tante scatole di materiale che non toccavo da anni e che non avevo mai pubblicato. Mentre ero all’opera su 'Problem Child', c'erano molte emozioni e ricordi che fluttuavano. Cercavo di dare un senso alla mia vita. Anche solo per questo motivo, è quello che mi sta più a cuore".

alex_osman_as_a_child_600

A Need To Be Shot

Discografia

Heart Of Shemp (As Acute Obtuse)(Ep, autoprodotto, 2022)
Apple Of MY Eye(Ep, autoprodotto, 2023)

Sink The Swan(Ep, autoprodotto, 2023)

Pietra miliare
Consigliato da OR

A Need To Be Shot sul web

Bandcamp
Linktr.ee
Instagram