Black Angels

Gli eredi al trono psichedelico di Austin

intervista di Claudio Lancia

I Black Angels, giunti al quinto album, sono ormai unanimemente considerati come una delle realtà di punta della scena nu-psych del nuovo millennio. Il nuovo “Death Song” porta in dotazione una potenziale maggior accessibilità e contribuisce a spostare lievemente il baricentro verso sonorità che inglobano decisi umori garage-rock, confermando il quintetto texano come riferimento assoluto su scala mondiale.
Ne abbiamo parlato con Alex Maas, all’indomani della partecipazione al Record Store Day londinese, dove i Black Angels sono stati l’attrazione principale nella lunga carrellata live organizzata all’interno dello store Rough Trade East.

Ciao Alex, pensi sia corretto parlare di lieve spostamento del vostro baricentro sonoro dalla pura psichedelia verso umori che si avvicinano al garage-rock? E ti senti di condividere la sensazione che le canzoni di “Death Song” puntino verso una maggiore fruibilità rispetto al classico sound dei Black Angels?
In effetti, noi continuiamo a muoverci, ma oggi non sarei proprio in grado di dirti esattamente dove andremo a parare in futuro.
Non conosciamo le nostre prossime mosse, e se mi chiedi di potenziali orientamenti passati, presenti o futuri, posso solo risponderti che il nostro sound è sicuramente il risultato della somma dei membri dei Black Angels.

E’ un Alex Maas che non si perde troppo in chiacchiere e che senza troppi giri di parole preferisce andare subito al cuore del discorso. Gli chiedo come mai tutto questo tempo fra “Indigo Meadow”, il loro precedente lavoro, e “Death Song”.
Beh, sono trascorsi quattro anni, i Black Angels ci hanno messo un pochino più del solito a partorire un nuovo album, ma nel frattempo ci siamo dedicati anche ad altre attività. Ad esempio, abbiamo composto musiche per film, non abbiamo mai interrotto il processo di scrittura, completando un bel po’ di canzoni, poi abbiamo co-prodotto delle band e ci siamo dedicati all’attività di coordinamento e organizzazione di alcuni festival musicali. Ci sono stati anche importanti accadimenti personali: alcuni di noi si sono sposati, alcuni hanno avuto dei figli, insomma, esperienze varie di vita e di morte.

Quindi non sarà un caso se le ultime due canzoni del vostro nuovo album si intitolano “Death March” e “Love Song”. C’è insito un messaggio di speranza finale? Pensate possa esistere una nuova vita dopo la morte?
Quello della speranza deve sempre essere il messaggio finale. Non so se ci sia vita dopo la morte: nessuno può saperlo davvero. Non c’è alcuna persona qui, in questo mondo di verità, che possa saperlo con assoluta certezza.

Potrebbero però esistere altre forme di vita altrove nell’Universo!
Sicuro, puoi contarci, for sure!

Tornando al discorso degli impegni paralleli, e in particolare ai festival, voi siete in prima linea nell’organizzazione di Lievitation, uno psych fest che si tiene ogni anno ad Austin…
Sì, il nostro interesse per il movimento psichedelico ovviamente mette radici sin dai prodotti degli anni Sessanta: tutto è partito da lì, è quella la base sulla quale abbiamo costruito il nostro modo di fare musica, è la nostra principale fonte di ispirazione, qualcosa che ci fa sentire bene. Ci impegniamo in Lievitation e amiamo tutte le band che ruotano nel versante psych, sia quelle affermate, tipo Black Mountain, Thee Oh Sees o Brian Jonestown Massacre, sia i tantissimi gruppi emergenti. Ci sentiamo come facenti tutti parte di un corpo unitario.

Nel frattempo i Black Angels hanno accolto un nuovo membro…
Sì, oggi i Black Angels hanno un nuovo chitarrista: Jake Garcia, un musicista incredibile, e come essere umano ha qualità ancora superiori. La sua immaginazione è grande, ed è stato di notevole aiuto nel processo creativo che ha portato a comporre le nuove canzoni che oggi potete ascoltare.

Il titolo del nuovo album sembrerebbe una citazione dei Velvet Undergorund
Se ti riferisci alla canzone dei Velvet Undergorund “Black Angels’ Death Song”, sì.
Almeno da un certo punto di vista, da un lato della moneta.

Io adoro le prime due canzoni della setlist, in particolare “Currency” ritengo possa rivestire il ruolo di nuovo instant classic della band, non trovi anche tu?
In realtà, per me è davvero molto difficile dare un giudizio su questi aspetti, non saprei dirti se sono d’accordo con te e se quelle due canzoni siano le migliori della setlist.
Sono troppo coinvolto con l’intero processo compositivo per riuscire a esprimere un giudizio distaccato.

Potresti però dirci due parole su “Comanche Moon”, una canzone sui nativi americani, una sorta di inno, di incitazione a combattere e a sopravvivere…
Sì, esistono molte lezioni che possiamo imparare da un evento così tanto triste e sfortunato. I nativi americani stanno ancora pagando il prezzo per la libertà degli uomini bianchi. Noi abbiamo scelto di raccontare questa storia nella speranza che non si ripeta più in futuro, per nessuno.

Ma osservando l’attuale situazione mondiale non c’è da stare troppo tranquilli…
Avrai notato che nelle nuove canzoni parliamo di questioni politiche ed economiche: noi negli Stati Uniti affrontiamo il dopo Obama con non pochi timori. Io personalmente nutro aspettative bassissime sul fatto che possano accadere eventi positivi ora con quest’amministrazione Trump. Ma cerco comunque di mantenere alte le mie speranze.

E sull’affare “Brexit” che mi dici?
Molti artisti inglesi si sono già pronunciati chiaramente sull’argomento, il tappeto è stato già tirato fuori (“The rug has been pulled up” dice letteralmente, ndr) dalle migliori menti liberali sia negli Stati Uniti, sia nel Regno Unito, sia nell’intera Europa.
Sarà compito dei liberi pensatori e di tutte le persone aperte di mente riprendersi il mondo. Io voglio scegliere sempre di mantenere la speranza.

Tutta questa speranza nonostante gli attentati terroristici che stanno colpendo sia show di grandi superstar come Ariana Grande, sia piccole band di nicchia come gli Eagles Of Death Metal? Non siete preoccupati per la vostra incolumità e per quella dei vostri fan?
E’ un discorso delicato e anche qui non ho molto da aggiungere rispetto a tutto quello che già è stato detto e scritto da altri. L’unica cosa che posso dirti è che noi ci prepariamo ad affrontare il palco sempre allo stesso modo, sia se ci troviamo in un piccolo club, sia se ci esibiamo all’interno di un grande festival. Recentemente siamo stai in tour negli Stati Uniti con gli A Place To Bury Strangers ed è andato tutto bene, suonare assieme è stato fantastico, loro poi sono davvero incredibili. Forse il messaggio può essere che non dobbiamo arrenderci?

Dopo il Record Store Day a Londra, avete partecipato al Primavera Sound, poi avrete altre date in calendario che però toccheranno soltanto Italia, Spagna e Francia. Significa che ritornerete presto in Europa?
Guarda, il pubblico europeo è sempre fantastico, noi veniamo sempre con grande piacere in Europa. Non possiamo far altro che aspettare che qualcuno ci chiami per suonare e noi saremo pronti a tornare.

Qualche tempo fa avete condiviso un lavoro con una band italiana, i Sonic Jesus. Come vi siete conosciuti? E come è stato lavorare con loro? Sai che qui in Italia agli esordi li avevamo etichettati come i “Black Angels italiani”?
Li incontrai una volta in Portogallo mentre stavamo mangiando del maiale arrosto.
Negli studi dove stavamo registrando c’era un sound engineer che stava masterizzando un loro disco. Ma nessuno di noi aveva ancora lavorato con loro. Non ancora.

Quali altri musicisti italiani conoscete?
L’elenco non è lunghissimo, ma qualche nome c’è. Anzitutto Ennio Morricone, Piero Umiliani e il Franco Battiato di “Pollution”. Poi Roberto Donnini e Giorgio Moroder.

Quali sono i tipici stereotipi per i quali l’Italia è conosciuta all’estero che vi piacciono o attraggono di più?
Naturalmente noi adoriamo il cibo, le belle donne e l’arte che l’Italia ha, in ordine sparso. Ma per noi tutto è arte.

E intanto continua a girare “Death Song”, e a ogni giro sembra arricchirsi di nuovi significati.

***

Intervista di Lorenzo Righetto

Da sempre band di culto della scena underground del movimento psichedelico statunitense, i Black Angels sono recentemente tornati alla ribalta, sulla scorta del loro ultimo disco, "Phosphene Dream". In occasione del loro esteso tour europeo, che ha toccato anche l'Italia, abbiamo fatto il punto con loro sulla loro carriera e sulle loro recenti esperienze con Roky Erickson.


Venite da Austin, Texas, una città che è stata a lungo identificata come una delle aree più depresse del Paese, dal punto di vista culturale. Ora pare che la situazione si sia invertita. Cosa puoi dirci, dal tuo punto di vista privilegiato?
Sono davvero fortunato a vivere a Austin.

Ad esempio, come la vedi sul South By Southwest? Molti ne parlano come un "mercato rionale", e pare che gli artisti siano sotto pagati, se non chiamati per suonare gratis. Altri la potrebbero definire un'occasione imperdibile.
Le band non dovrebbero venire al SXSW per diventare ricche. Altri vanno lì per diventare ricchi alle spalle dei musicisti. Questa non è necessariamente una cosa negativa, in realtà aiuta davvero l'economia locale... E in genere le band se ne vanno con più fan di quelli che avevano prima. Certo, ci sono un migliaio di gruppi che suonano, metà lo odiano e l'altra metà diventa così ubriaca da dimenticare le brutte esperienze e tornare l'anno successivo. Non presto tanta attenzione all'aspetto di "mercato rionale" di cui parli. Mi presento e faccio un po' di musica psichedelica per chi mi viene a vedere, e basta.

blackangels_viLa gente collega la musica psichedelica a un'intera mitologia di sostanze allucinogene, trip acidi e così via. Credi che questo pantheon sia sopravvissuto, o che la psichedelia abbia ora un significato totalmente diverso?
Credo che si tratti di un significato del tutto nuovo o, se vogliamo, di quello originale. Se dai un'occhiata alla definizione e alla storia della parola "psichedelia" ci troviamo più vicini al concetto di "miliare", o di "futuristico", piuttosto che a quello dell'"acidità".
La Musica è la nuova Religione. La gente si esalta solamente con la musica, non le serve nient'altro. Il mito secondo cui ci sia bisogno di droghe per creare o godersi la musica è gretto, davvero offende il genere, nel senso delle persone che seguono questo tipo di musica.

Sono diverse le band psych-rock in giro. Cosa ti viene in mente, se ti chiedessi la più grande peculiarità dei Black Angels?
Che siamo tutti scrittori per CSI Miami. Ci contattarono qualche anno fa per offrirci di fare i guest writer, ma il tutto si trasformò in un vero e proprio concerto, dopo un po'.

Cosa ci si può aspettare da un vostro show? Tendete a un'espressione più ruvida e asciutta o enfatizzate l'uso del feedback etc.?
Riverbero e Speranza, Delay e Paura, Feedback e Stupore, Asciuttezza e Verità, Tremolo e Mistero.

È inoltre nozione comune che suonate in genere con qualche genere di accompagnamento video. Cosa mostrerete durante il vostro prossimo tour?
Lo spero, negli ultimi tempi non abbiamo messo insieme abbastanza denaro da portare il nostro proiezionista, per via del costo del tour. Speriamo che in futuro si possa mettere in pratica questa idea. Saremo in giro per due mesi tirati e non ci sarà un dollaro da dividere tra di noi quando torniamo a casa.
Mi ricorda di quella vecchia battuta: "Che cos'è un musicista senza un ragazzo, o una ragazza?"
Risposta: un senzatetto.

Che rapporto avete col pubblico europeo?
Il pubblico europeo è di gran lunga il publico migliore che abbiamo. Ci nutriamo l'uno dell'altro, gli show sono grandiosi. É davvero un rapporto molto buono. Vorrei che altri Paesi (ahemm, gli Stati Uniti) prendessero a esempio il modo con cui gli artisti vengono trattati in Europa, in generale. Ma il nostro governo ha tagliato i fondi per l'arte, insegnando al resto del mondo occidentale che l'arte non è importante. Vergogna, vergogna, vergogna. Da dove iniziamo se non abbiamo gli occhi per vedere la linea di partenza?

Avete suonato come backing band per Roky Erickson per un breve periodo nel 2008. Cosa pensate della sua collaborazione con gli Okkervil River? Avete anche voi qualcosa in ballo con lui?
In realtà abbiamo registrato dieci tracce con Roky anche noi. Pensavamo di avere qualcosa in ballo con lui, finché non abbiamo visto cinque di queste dieci tracce che avevamo registrato sul disco degli Okkervil. Dal punto di vista commerciale comprendo perfettamente il motivo per il quale non volessero le nostre versioni, per non menzionare il fatto che avevamo un budget nullo, tanto che abbiamo pagato la maggior parte delle registrazioni di tasca nostra, per poi scoprire che non sarebbero state usate. Così va il music business...
È stata una grande opportunità, però, lavorare con lui e far rivivere il suono perduto dei 13th Floor Elevators. Abbiamo anche fatto un tour con Roky e abbiamo registrato tutti gli show, compresa la "brocca elettrica". C'è la brocca nel suo disco nuovo? Avevamo usato gli stessi strumenti con cui venne registrato "Easter Everywhere". Le nostre versioni delle canzoni suonavano come qualcosa del 1966. Lo capisco...

blackangels_viii_02Siete stati oppositori molto attivi dell'amministrazione Bush, dedicando grande sforzo creativo a messaggi contro la guerra e così via. Qual è la posizione di "Phosphene Dream"- o la tua attuale - in termini politici?
La mia posizione si riassume col cercare di far vedere alla gente una luce, anche dove non c'è. Speranza per gli impotenti. Sì, incoraggiamo la gente a pensare a sé stessi, a trovare nuovi modi di sopravvivere. A stare in piedi da soli e a porre le basi del cambiamento col dialogo, non con la guerra. Google: "Maggioranza Globale". Incoraggiamo inoltre le persone a cercare attivamente informazioni, a non smettere di imparare.

State per caso suggerendo che uno dovrebbe arrendersi in qualche modo, allontanare lo sguardo dalla realtà?
No, scusami ma trovo la domanda offensiva, per qualche ragione. Tenere gli occhi aperti, sempre. "Crea la tua realtà" è uno slogan migliore di "Allontanati da essa".

"Phosphene Dream" propone i temi musicali dei Black Angels ma, forse, con una sfumatura diversa. Puoi aiutarci ad afferrarla?
Abbiamo aggiunto una sesta mente al processo di registrazione. Si tratta di Dave Sardy, ci ha incoraggiati a spingerci oltre e ci ha insegnato parecchio, in studio.

Come cambieresti il vostro sound, se dovessi?
Sarebbe qualcosa di più vicino a una musica della giungla, dalle profondità dell'intrico della giungla fino al nucleo dello "Spirito Molecola". La musica in grado di portare a questo luogo sacro è ciò a cui puntiamo.

Siete ancora entusiasti riguardo al download illegale?
Spread your love like a fever. Ne sono entusiasta, e mantengo la speranza che la gente continuerà comunque a comprare dischi. Servirà un cambiamento sociale, proprio come quando la gente ha cominciato a pensare che fosse una buona idea riciclare. Le persone inizieranno a rendersi conto che fa bene supportare coloro che forniscono musica e arte.

Che cosa si può vedere in un "Phosphene Dream"?
Puoi vedere te stesso. E, si spera, puoi vedere una luce anche quando non c'è.

(15 ottobre 2010)



Intervista di Michele Corrado 

Eredi della scuola psichedelica di Austin, i Black Angels sono probabilmente la band di psychedelia all’americana, tra quelle di recente formazione, più importante del globo. Mostruosi anche dal punto di vista tecnico, i cinque texani saranno presto in Italia per due date: il prossimo sette giugno a Brescia e l’otto a Bologna. Abbiamo approfittato dell’occasione per una succosa chiacchierata con il bassista e cantante Alex Maas.

Ciao Alex, come va? Dove ti trovi in questo momento?

Alex: Va tutto benone. Siamo nel pieno del tour, ma adesso sono a casa, ad Austin, che sono riuscito a ritagliarmi qualche giorno di calma.

 

Sono passati quasi dieci anni dal vostro leggendario debutto con ‘Passover’, come è cambiato, se è cambiato, il vostro approccio nel comporre musica da allora?

Qualche dettaglio a parte, credo che ci approcciamo alla musica proprio come facevamo ai tempi della nostra fondazione. La musica per noi è terapia, ci fa stare bene, ma, d’altro canto, ci autorizza a confrontarci con i problemi del mondo. Sonicamente invece come sempre cerchiamo di muoverci continuamente, spostandoci ora verso qualcosa che ci rilassi ora verso qualcosa che ci dia emozioni forti.

 

Voi suonate psychedelia e siete di Austin, un posto che ha scritto la storia di questo genere. Come è doversi confrontarsi con un’eredità del genere?

Guarda, noi la vediamo piuttosto semplicemente. Noi facciamo soltanto quello che ci piace e sappiamo fare senza aver paura di dover pagare pegno a tutti i giganti che ci hanno preceduto, gente immensa come i Red Crayola, i 13th Floor Elevator, Golden Dawn, Moving Sidewalks. Pensare troppo a quello che è venuto prima di noi, ma anche a quello che verrà dopo, sarebbe umiliante, alla fine noi siamo un piccolo puntino nella storia della musica.

 

Roky Ericson è forse la figura più centrale della scena di Austin e voi siete stati in tour con lui a lungo. Come è stato dividere il palco con questa leggenda?

Prima di tutto e più di tutto è stato un onore immenso. Ma io descrivo l’esperienza come backing band di Roky così: è come guidare un cavallo senza sella e staffe inseguiti da pipistrelli vampiro nel buio pesto.

 

Il vostro ultimo disco, ‘Death Song’, è stato realizzato in un momento molto delicato per gli Stati Uniti e per il mondo tutto. Mi riferisco all’elezione di Donald Trump come vostro presidente e alle ascese di diversi altri leader reazionari e pericolosi in giro per il mondo. Difatti il vostro disco è ricolmo di cattivi presagi riguardanti politica e società. Credete davvero che stia per accadere qualcosa di terribile?

Si, assolutamente. Ma la sai che ti dico? Forse è proprio da lì che poi arriverà il ‘grande cambiamento’.

 

‘Death Song’ è forse anche il vostro disco più duro, ‘Comanche Moon’ ad esempio ha un che di stoner. Vi è piaciuto suonare un po’ più tosto che di solito?

A me comunque piace suonare di tutto, sia cose quiete che cose rumorose. Ma soprattutto cose quiete e rumorose insieme. Infatti adoro suonare quella canzone, proprio per come alterna momenti più docili a quelli più tosti del disco.

 

D’altra parte, ‘Death Song’ contiene anche alcune delle vostre canzoni più dolci e toccanti. Su tutte mi viene in mente ‘Estimate’, così emozionante e fluttuante. Come avete tirato fuori un sound così sospeso? E, più in particolare, cosa è quel fischio ruvido che soffia contro il riff di chitarra per l’intera durata del pezzo?

Noi adoriamo approdare sempre a sound differenti, amiamo essere una band in continuo mutamento. Il suono fluttuante di quella canzone, insieme al suo testo, fa sì che essa possa essere ambientata nella guerra civile americana, o nella seconda guerra mondiale, o nelle guerre di oggi. Il suono che dici tu è il suono di un treno che mi porta di era in era. È una macchina del tempo che connette tutto.

 

Okay, facciamo un gioco. Componi la band psichedelica dei tuoi sogni, puoi pescare anche morti.

Bel gioco, ci sto. Syd Barrett, John Lennon, Simeon dei Silver Apples, Alan Vega, il batterista dei Can Jaki Liebezeit e, perché no, John Cale.

 

C’è qualcosa di nuovo che stai ascoltando che ti piacerebbe consigliare ai nostri lettori?

Ti faccio un nome: Trance Farmers.

 

Presto suonerete in Italia per due date, vi piace tornare giù da noi? Cosa vi aspettate dal nostro pubblico?

È sempre un piacere passare per l’Italia. E si, saremo da voi prestissimo, alla Latteria Molloy di Brescia e a Bologna, non vediamo l’ora.

 

Okay, Alex, con questo era tutto. Grazie mille da parte di tutta la redazione.

Grazie a voi ragazzi.

Discografia

BLACK ANGELS
The Black Angels (Ep, Light In The Attic, 2005)
Passover (Light In The Attic, 2007)
Directions To See A Ghost (Light In The Attic, 2008)
Black Angels Exit (Ep, Light In The Attic, 2008)
Phosphene Dream (Blue Horizon Ventures, 2010)
Phosgene Nightmare (Ep, Blue Horizon, 2011)
Another Nice Pair (Light In The Attic, 2011)
Indigo Meadow (Blue Horizon, 2013)
Clear Lake Forest (Ep, Blue Horizon, 2014)
Death Song(Partisan, 2017)
Wilderness Of Mirrors (Partisan, 2022)
ALEX MAAS
Luca (Basin Rock, 2020)
CHRISTIAN BLAND & THE REVELATORS
The Lost Album (RAS, 2010)
Pig Boat Blues (RAS, 2012)
The Unseen Green Obscene (RAS, 2014)
MIEN (ALEX MASS/TOM FURSE)
MIEN (Rocket Recordings, 2018)
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Black Grease
(da "Passover", 2006)

Bloodhounds On My Trail
(da "Passover", 2006)

Telephone
(da "Phosphene Dream", 2010)

Bad Vibrations
(live, da "Phosphene Dream", 2010)

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