Florence + The Machine

Lungs

2009 (Island)
alt-pop

Nel 2009 si è parlato molto di Lily Allen, di Katy Perry (tanto che personalmente non riesco a distinguerle, quindi, per semplificarmi la vita, ho deciso che sono la stessa persona, infatti per una delle due ho dovuto cercare il nome su internet perché tanto c'è l'altra ad avere il nome per entrambe), Lady Gaga (che sinceramente non sopporto affatto) e delle malefatte di Amy Winehouse (forse dovrebbe darsi alle malefatte pure Duffy, altrimenti l'anno prossimo non se la ricorda più nessuno. Tu te la ricordavi prima che te la nominassi?). E tra colpi di fianchi, frangette, cadute di stile (si può cadere dallo stile, quando di stile proprio non ne hai?), guai succosi (più che altro per i lettori di TMZ, schiera della quale faccio parte, non l'ho mai negato), milioni di dischi venduti e scorpacciate di premi, spunta la voce di tale Florence Welch. Insieme ai The Machine, Florence Welch pubblica il suo disco d'esordio, "Lungs", dal quale poco sale delle atmosfere rock e brit che gruppi londinesi (di nascita o di adozione) ci hanno offerto (o si sono imposte... vedi il recente pasticcio combinato dagli Howling Bells). Le atmosfere dei (londinesi di nascita) Florence + The Machine sono ampie, ariose, primaverili, corpose senza per forza di cosa essere sfacciatamente allegre (aggettivo che, da donna cresciuta a pane e dark, ho faticato a scrivere e che forse ancora non riesco a pronunciare).

Con le sue musiche ritmate (anche negli episodi più cupi come "Blinding"), "Lungs" contiene perle di luce che non possono passare inosservate e ne fanno un grande disco. Un disco leggero, orecchiabile e allo stesso tempo sanguigno e coinvolgente.
Se, dicevamo, sono le musiche a ben supportare ogni brano, è sicuramente la voce di Florence Welch la vera protagonista. Potente, fiera, chiara, che un po' rimanda a quella di Annie Lennox, un po' a quella di Shara Worden dei My Brightest Diamond, un po' quella di Fiona Apple. È una voce che ha un che di magico e qualcosa di contraddittorio perché se la voce è sempre salda e le musiche sempre solari, dai testi si evincono tensioni, pulsioni e passioni. Cose che dovrebbero far tremare una voce.

Ha visto bene la Island che ha scelto di non sprecare le potenzialità del progetto e coinvolgere produttori con i fiocchi: James Ford ha già prodotto gli Arctic Monkeys e i Klaxons; Paul Epworth ha prodotto Bloc Party, Babyshambles, Maximo Park, Rakes, Long Blondes, Primal Scream; Richard Flack che lavorato con Tina Turner, Skin, Robbie Williams e Kylie Minogue. C'è anche Stephen Mackey, ma di lui posso dirvi solo che è l'ex-bassista dei Pulp.
Il lavoro di questi professionisti è eccellente e ha dato a "Lungs" un equilibrio, una completezza e dei dettagli che pochi altri dischi possono vantare.

Si tratta di un disco vario, che ci offre il pop spudorato del singolo "Rabbit Heart (Raise It Up)" e della conclusiva "You've Got The Love", quello aggressivo di "Drumming Song", il rock di "Kiss With A Fist" (altro episodio musicalmente ironico per un testo che forse vorrebbe anche esserlo, ma non riuscirò mai a trovare nulla d'ironico in una violenza domestica) e il blues epico di "Girl With One Eye", il mio brano preferito del disco e di questo 2009.

28/12/2009

Tracklist

  1. Dog Days Are Over
  2. Rabbit Heart (Raise It Up)
  3. I'm Not Calling You A Liar
  4. Howl
  5. Kiss With A Fist
  6. Girl With One Eye
  7. Drumming Song
  8. Between Two Lungs
  9. Cosmic Love
  10. My Boy Builds Coffins
  11. Hurricane Drunk
  12. Blinding
  13. You've Got The Love

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