A parte lo sciapo rock sudista di "Johnny Magic" (che si porta ancora dietro la logorrea di "Greendale"), il disco rimpolpa la chitarra del leader - di nuovo privata dei Crazy Horse - di cori hippie in "Just Singing a Song", di soul motown in "Fuel Line", del passo quasi west-coast rap in "Cough Up The Bucks". Ma questi brani debordano gratuitamente nel comico involontario.
Young prova poi a ritagliarsi uno spazio per un blando lento con organo gospel ("Off The Road") e una ballata folkish vecchio stile ("Light a Candle"), che, accostata alla soavità fantasmagorica di "Harvest", suona come pura muzak. Quindi riprende toni possenti in "Get Behind The Wheel", con cui rispolvera persino l'imbarazzante honky-tonk di "Everybody's Rockin'" (ma stavolta innervandolo di un generico spirito di rocker di razza) e in "Hit The Road", la risposta da macho a "Off The Road".
Con l'ormai usuale accompagnamento video (che lo vede nuovamente star sui generis), con il singolo "Cough Up The Bucks" e svariati brani distribuiti gratuitamente via myspace, e con il pretesto "corale" proveniente da "Living With War" (che stavolta non regge), le dieci tracce hanno un mood sfacciatamente arioso, in linea con il supporto alla conversione da consumo a benzina a consumo elettrico delle "Lincvolt", brevettate da Jon Goodwin. Nondimeno, hanno assorbito il modus operandi degli ultimi decorsi del vegliardo autore: la scrittura di getto, che evita spesso e volentieri di guardarsi indietro preferendo puntare all'istintività (resa competente dall'esperienza), ignorando erroracci di arrangiamento e banalità. Preludio alla fantomatica pubblicazione del primo volume dei mitici "Archives".
(09/04/2009)