Keaton Henson

House Party

2023 (Pias)
songwriter, pop

Per chi ne segue le tracce dal lontano esordio di “Dear”, è stato subito evidente che con l’album “Monument” Keaton Henson avesse chiuso un capitolo, che una svolta pop fosse dietro l’angolo è stato tuttavia una sorpresa, anticipata in parte dal curioso progetto di cover “Keaton's Party Playlist”. La discesa negli inferi della pop music da parte del musicista inglese è dettata dalla sua volontà di raccontare se stesso da un punto di vista differente.

Allontanate le ombre oscure delle malattie mentali, superato il dolore per la perdita del padre, e dopo il matrimonio con Dani (da anni in relazione a distanza con lui) e il successivo trasferimento nel Sussex, Henson si affida al fascino fulmineo della composizione pop per raccontare il lungo cammino verso la serenità e la consapevolezza.
“House Party” è un disco volutamente sfacciato, giovanile, elaborato con l’aiuto di una squadra di collaboratori dal nobile curriculum - Matt Ingram (Laura Marling), Harry Deacon (Gaz Coombes) “Little” Barrie Cadogan (Edwyn Collins) e i co-produttori Luke Smith (Foals, Depeche Mode) e Fiona Cruickshank (Paul Weller, Dot Allison) - dichiaratamente ispirato dal songwriting di artisti come Randy Newman, Bob Seger, i Replacements, Jason Molina e Ry Cooder.
Di tanta sostanza, quel che resta è una versione alternativa del mondo lirico di Keaton Henson. Anche le pagine più tristi e inclini alla malinconia, come “Late To You”, possiedono una leggerezza che accarezza l’anima senza turbarla eccessivamente.

A trovar maggior giovamento è la particolare attitudine al romanticismo di Henson, una sensibilità che mette al servizio di una malsana storia d’amore nella languida “Two Bad Teeth” e della splendida ballata finale “Hide Those Feelings”, dove un lieve dubbio sembra riaffiorare quasi a mettere in discussione quanto raccontato nel resto dell’album.
L’operazione di rinnovamento e l’iniezione di briose trame pop non è esente da lievi cadute di tono, a turbare non è tanto la prevedibilità pop-soul di “Stay”, quanto l’inconsistenza di un brano come “Holiday”.

Ad onor del vero, Keaton Henson si dimostra all’altezza della sfida nell’elegante contaminazione britpop di “Envy” e nella densa “The Meeting Place”, due brani che ostentano una padronanza della materia pop-rock lodevole.
A tenere alto il livello qualitativo dell’opera sono comunque le canzoni più affini al passato: la mesta e mai ridondante malinconia di “The Mine” e la fragilità folk orchestrale di “Late To You” non aggiungono forse molto a quanto già noto del musicista inglese, ma sono sempre un bel sentire.
A dar man forte ai sostenitori di questo rinnovamento stilistico vengono ulteriormente in soccorso le stuzzicanti atmosfere alla Big Star di “I’m Not There” e la piacevole ruffianeria di “Parking Lot”, due canzoni che ne sottolineano ulteriormente l’abilità come autore.

“House Party” è un disco forse non del tutto a fuoco, ed è forte la sensazione che questo sia solo un anticipo di pagine future più avventurose ed eccitanti, nello stesso tempo è alquanto difficile liquidare questo nuovo lavoro dell’autore inglese come un semplice album di transizione, ai posteri l’ardua sentenza.

10/09/2023

Tracklist

  1. I'm Not There
  2. Rain In My Favourite House
  3. Envy
  4. The Meeting Place
  5. Two Bad Teeth
  6. Stay
  7. Late To You
  8. Parking Lot
  9. Holiday
  10. The Mine
  11. Hooray
  12. Hide Those Feelings






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