Per il suo terzo album Danielle Balbuena aka 070 Shake segue un trend abbastanza diffuso nel 2024, ossia lo spostamento in gran parte verso sonorità e arrangiamenti acustici e strumentali, preferiti - nel suo caso - alle passate produzioni digitali con largo impiego di 808, autotune, synth e tutto quel che nella musica mainstream di matrice rap/pop/r&b si impiegava specialmente nella seconda metà degli anni 10.
Se quindi i primi due album della cantante americana, "Modus Vivendi" (2020) e "You Can't Kill Me" (2022) seguivano ancora quella direzione musicale, in questo "Petrichor", Danielle decide un cambiamento essenziale, ravvisabile anche in altre produzioni di punta del 2024 da parte di artisti che come lei in passato avevano flirtato parecchio con il digitale: vedasi gli ultimi album di Billie Eilish o di St. Vincent, per esempio.
Il nuovo disco della Balbuena richiama nel titolo il petricore, che sarebbe quello specifico odore che si coglie quando piove sul terreno asciutto, e non accadeva da molto tempo. Un'immagine poetica e istintiva, che punta molto su sensazioni e vibrazioni, e che in musica qui le riscopre e le ritrova in brani come sempre atmosferici e profondi.
La brusca virata verso il largo impiego di pianoforte, orchestrazioni, echi e chitarre elettriche, infatti, non intacca la capacità di 070 Shake di creare piccoli grandi mondi musicali dagli arrangiamenti pieni e ambiziosi, con mescolanze di generi - pure se l'r&b rimane la base portante - e riflessioni personali elevate a universali. La voce di Danielle quindi esplora e al tempo stesso ci guida in questi mondi, mettendoci di fronte a scelte stilistiche fresche e inaspettate con un'attenzione particolare, sempre, per la melodia. La musica di 070 Shake è libera a suo modo, ma è anche molto schematica e precisa: ogni elemento in ogni brano concorre all'insieme e alla creazione di uno spazio a sé.
Vale a dire che poco contano un assolo di chitarra in stile rock 'n' roll classico, una reviviscenza Motown fine anni 60/inizio anni 70 - in "Winter Baby/New Jersey Blues" - e persino i featuring, tra i quali spicca la buona vecchia Courtney Love. La Balbuena, imparando dal vecchio maestro Kanye West - proprio lui - sa insomma che l'insieme è maggiore della somma delle parti, ed è quello su cui si concentra.
Ciò detto, i singoli brani forti nell'album ci sono e si sentono: "Elephant", auto-caratterizzazione vigorosa e aggressiva che sembra un pezzo degli XX; "Into Your Garden", semi-ballad pianistica con inserti rap e invenzioni ritmiche avvincenti; "What's Wrong With Me", tormentata auto-analisi che rappresenta forse l'unica o perlomeno la più decisa ripresa dello stile r&b digitale degli album precedenti.
Pregevole anche l'apertura di "Sin", quasi da musical e con un climax da ballata rock che dà mostra dell’ampio respiro della visione musicale della Balbuena e di quali potrebbero essere le molteplici rotte da seguire per lei in futuro. L'apice è la contorta dichiarazione d'amore di "Blood On Your Hands", declamata su un sottile tappeto electro che investe di noise nel refrain: "Se muoio voglio che tu sia quella che mi uccide/ Voglio il mio sangue sulle tue mani".
In conclusione, viaggiando tra i generi, aprendosi a differenti influenze e rifiutando di farsi limitare in un ruolo o in un personaggio, 070 Shake si conferma con il suo terzo album come una delle più interessanti realtà musicali del nuovo decennio, entità veramente in grado di riscrivere l'r&b quanto e più di molti altri suoi colleghi e colleghe, con un senso acutissimo dell'importanza di quello che fa e della risonanza che può avere.
23/11/2024