Into the Stargatе I try to see
Above the sands of time, its shadow is cast again
The monolith returns, demanding passage
Open the Stargate
Citando nel titolo i progster inglesi, “Absolute Elsewhere” chiarisce che l’ispirazione dei Blood Incantation continua ad attingere da territori estranei al death-metal da cui sono partiti in “Starspawn”. Contemporaneamente, la band proclama da subito l’intenzione di proporre un album immaginifico, che porta verso un altrove fantascientifico ben rappresentato in copertina e ricollegabile al notevole "Hidden History Of The Human Race". Forti influssi space-rock e della scuola berlinese, soprattutto gli amati Tangerine Dream, piegano un death-metal progressivo fino a dar forma a due lunghe composizioni, divise in tre movimenti chiamati tablet.
Per amalgamare le anime di un sound così eterogeneo, la band sceglie sia la contrapposizione vivida che una più tradizionale transizione stilistica: in alcune occasioni, l’effetto è di un contrasto, in altre di una lenta mutazione. Nel mettere a sistema spunti completamente differenti, dai Morbid Angel a David Gilmour e dai Nile a Klaus Schulze, lo sforzo compositivo si orienta verso uno stile che evita di abbondare in tecnicismi, scongiurando così un risultato indigesto.
“Stargate”, in tre tablet per circa venti minuti totali, si apre con un blip cosmico per poi vorticare in un rito tribale minaccioso su cui prende forma un death-metal intricato e lugubre. Dopo circa due minuti dall’inizio, il magma sonoro evapora in una suspense terzinata che sfocia nella malinconia androide dei Pink Floyd di “Wish You Were Here”, prima con un profluvio di synth e poi con un lungo assolo Gilmour-iano. Prima del sesto minuto ritorna il death-metal, tra vibrati e bending Slayer-iani, per chiudere con una maestosa sintesi: una sinfonia galattica di brutale intensità.
Il secondo tablet è dominato dal synth di Thorsten Quaeschning dei Tangerine Dream, ospite d’eccezione che aumenta l’immersione in atmosfere cosmiche prima che da un arpeggio di chitarra si ricostruisca il mostruoso colosso death-metal, in veste strumentale, per un nuovo climax.
Il terzo tablet è una chiusura relativamente più lineare, che attinge dall’esperienza esoterica dei Nile per delineare un rituale oscuro spezzato da una danza mediorientale: lo stargate è infine aperto, mettendo in comunicazione il nostro mondo con un altrove lovecraftiano.
“The Message”, tre tablet per un totale di circa 23 minuti, apre in un territorio tra prog-rock e prog-metal che può ricondurre agli Haken o ai Vektor, recuperando dopo l’anima death-metal nel cantato in growl. Una melodia epica della chitarra, con un recitato baritonale degno dei Moonspell, spezza in due l’assalto del primo tablet, caratterizzato da riff puntuti di chitarra, escursioni in territori black-metal e recuperi thrash. Il secondo tablet muove da un arpeggiatore, costruisce un balletto asimmetrico e sprofonda in un rallentamento catacombale, rischiarato fino a trasformarsi in una desolata melodia degna del Roger Waters di "The Wall" e quindi un un pastiche psichedelico un po’ troppo nostalgico per essere anche creativo. Il terzo tablet, di ben 11 minuti e mezzo, esplode subito in un più intenso prog-metal estremo, concedendosi poche pause e chiudendo con una cavalcata epica, che rifulge della vena tragica dei Bathory, prima di sprofondare nei synth cosmici.
Nel loro ruolo di celebrità in una nicchia stilistica, quella del death-metal di frontiera, i Blood Incantation hanno ricevuto un’accoglienza generalmente molto positiva in occasione di questo “Absolute Elsewhere”. A chi vi scrive sembra che dopo la total immersion cosmica fin troppo calligrafica di “Timewave Zero”, la band di Denver abbia trovato un modo ambizioso e creativo per proporre un viaggio musicale con pochi antecedenti, coniugando efficacemente la laboriosa sintesi stilistica con composizioni che sanno rivelarsi anche liriche e visionarie, oltre che possenti come ci si aspetterebbe da un buon album death-metal. Hanno aperto uno stargate verso un assoluto altrove che merita l’attenzione di chi bazzichi i lidi del metal più eterodosso e avventuroso.
18/10/2024