Ero seduto al piano da qualche parte in Svizzera. Non sapevo bene come, ma avevo in mente di scrivere una canzone. E all'improvviso passò un treno, 'Tu-tuh'. 'Strano suono per un treno', pensai. Ma era gradevole e pensai di renderlo un po' meno dissonante. Così nacque la musica d'inizio di 'A Salty Dog'
(Gary Brooker)
Prima di entrare nella corte dei Re Cremisi, il mondo della musica giovanile era in pieno fermento. La prima generazione di giovani libera da guerre e con la libertà di suonare e vendere la propria musica stava sperimentando tutto il possibile, traendo spunto dal rock nero delle origini e dal blues, contaminandolo con le più disparate influenze. C’era il garage, il rock-blues, il Merseybeat, il folk psichedelico dei Byrds. C’erano giovanissimi che portavano il jazz nel rock (Soft Machine) e c’erano giganti del jazz che facevano esattamente il contrario (Miles Davis con “Bitches Brew”). La psichedelia diventava sempre più matura (Doors, Pink Floyd) e persino l'avanguardia si rivelava un'influenza significativa (Velvet Underground, Red Crayola).
In questo grande contenitore di creatività non è strano pensare che anche la musica classica potesse essere un punto di partenza per una nuova formula. Chiamata inizialmente rock barocco, dopo - col senno di poi - proto-progressive, questa commistione tra rock e musica classica vede i suoi primi alfieri in band come Procol Harum, Nice, Zombies e Moody Blues. Gli anni che vanno dal 1967 alla prima metà del 1969 sono quelli in cui vengono pubblicati i classici del rock barocco, da “Days Of Future Passed" (1967) a “Odessey & Oracle” (1968), da “Ars Longa Vita Brevis” (1969) a “A Salty Dog”.
Il terzo Lp dei britannici Procol Harum viene pubblicato nel marzo del 1969, pochi mesi prima di “In The Court Of Crimson King”, che uscirà a ottobre dello stesso anno, momento di deflagrazione che darà inizio a tutta un'altra storia, quella del progressive rock classico. Dopo aver, in un certo senso, dettato i canoni della canzone pop con influenze classiche attraverso il singolo “A Whiter Shade Of Pale” (1967), la band di Gary Brooker, Matthew Fisher, Ray Royer, David Knights e Bill Eyden - caratterizzata dall’anomala, ma per certi versi programmatica, presenza di due pianisti - realizza due album pienamente barocchi con sonorità sinfoniche pompose ed eleganti, costantemente al servizio del formato canzone pop. La loro terza opera, “A Salty Dog”, ne rappresenta la sintesi più efficace, con dieci brani variegati e maturi che, a risentirli oggi, sembrano preannunciare gran parte del progressive rock del decennio successivo.
Si inizia con un canto dei gabbiani e appena due note ripetute. La semplicità assoluta non può nascondere la genialità della title track, vera composizione classica di appena quattro minuti, dalla solennità drammatica resa dalle tastiere e dagli archi: forse il vertice tragico del triennio del rock barocco. La title track preannuncia chiaramente le sonorità che i Genesis porteranno al loro zenit diversi anni dopo. Ma se questi quattro minuti sono il capolavoro dell'album, non è da meno il finale "Pilgrim's Progress", ballata calibrata al millimetro, che limita la solennità barocca per una mirabile sintesi tra il loro storico singolo “A Whiter Shade Of Pale”, il beat di Liverpool e il pop-folk psichedelico dei Byrds.
Brani come “The Devil Came From Kansas” e “Boredom”, con flauto e vibrafono, sono decisamente vicini al sound dei Jethro Tull, non tanto al periodo blues di “This Was” (1967) che sicuramente la band conosceva, quanto agli album prog di Anderson e compagni che che ancora dovevano essere pubblicati.
Altre perle sono “Wreck Of The Hesperus”, con veloci note di piano e chitarre che si avvicinano molto al glam di Bolan e Bowie, e il blues-rock al confine dell’hard-rock zeppeliniano di "Crucifiction Lane".
Non possono mancare, infine, brani folk immersi in eleganti atmosfere pop, come l’adorabile “Too Much Between Us” e l'ironica “The Milk Of Human Kindness”.
"A Salty Dog" è un album fondamentale nella carriera dei Procol Harum, ma anche un tassello fondamentale di quel tipo di suono che ambiva (senza saperlo) a divenire progressive rock. E forse non è sbagliato affermare che senza questo anello mancante la storia del rock successivo non sarebbe stata la stessa.
06/03/2022