In tempi non sospetti, Mirko Manuele Martorana è stato uno dei primi in Italia a proporre un nuovo hip-hop che poi sarebbe stato etichettato, con una certa approssimazione, come trap. Amico di Tedua e Izi, nato e cresciuto nel quartiere popolare di Calvairate (Milano), decide di invertire le sillabe del proprio nome secondo i dettami del riocontra e come Rkomi pubblica numerosi mixtape, di cui è fondamentale soprattutto il "Calvairate Mixtape" (2014). Sembra essere destinato al successo mainstream, sforna buoni singoli, ma l'album vero e proprio, l'opera della consacrazione, tarda ad arrivare. Con Universal vira verso il pop, circondandosi di nomi quali Jovanotti, Elisa, Carl Brave, Sfera Ebbasta, Dardust e Ghali e delineando una formula fra trap-pop e it-pop che solo con quest'album sembra aver trovato compimento, dopo due lavori non del tutto convincenti.
Il pretestuoso riferimento al capolavoro di Scorsese non dovrebbe distrarci dall'immediatezza e potabilità dei brani in scaletta. Basta la filastrocca pop-rock di "Partire da te" per capire che questa volta si è destinati ad abitare a lungo le classifiche italiane di Spotify. Del flow di un tempo è rimasta la flessuosità, ma ormai il riferimento è sempre più quello di un nuovo modo d'intendere l'it-pop, sulla scia del mirabile compromesso individuato da Carl Brave e Franco 126. Non a caso ritroviamo Tommaso Paradiso in "Ho spento il cielo", a replicare da un'angolazione differente l'esperimento che portò all'hit di Fabri Fibra "Pamplona", e ancora Gazzelle a infondere malinconia in "Me o le mie canzoni?".
Rkomi abita ormai un territorio di confine, felicemente ne esplora le possibilità e declina la sua idea di ibrido in modi differenti: in versione ballabile con l'Irama di "Luna piena" o in veste pop-rock-rap con lo Sfera Ebbasta di "Nuovo Range", azzardando persino la sofisticatezza latina di "Mare che non sei" (con Gaia) ma anche scadendo nell'imitazione di The Weeknd di "Solo con me" (con Tommy Dali) o nella ballad strappalacrime di "Taxi Driver".
Due momenti, fra gli altri, svettano: la rilettura molto libera del classico di Lucio Battisti "10 ragazze" (feat. Ernia), che trova l'equilibrio fra r'n'b, pop e rap, e il lamento devastato di "Cancelli di mezzanotte", con un sorprendente chiello_fsk che smette i panni vestiti nella formazione originaria per cantare a cuore aperto.
Mace, Night Skinny, Dardust e Shablo sono alcuni dei produttori chiamati in causa per questo terzo album in studio, quello che finalmente certifica l'avvenuta transizione dagli esordi trap. Al netto di qualche ruffianata e calo d'ispirazione, è uno degli album italiani di pop-rap dell'anno.
30/05/2021