Quanta musica di artisti taiwanesi conoscete? In effetti, nel tempo non ve ne abbiamo proposta molta: giusto i cameristici Cicada e la pietra miliare "Hui sheng", connubio unico di art pop e campus folk. Ma è il momento di aggiungere al breve elenco anche Joanna Wang, classe 1988, nata a Taipei e lungamente vissuta a Los Angeles, autrice già nel 2008 di un album, “Start From Here”, capace di raggiungere la vetta delle classifiche taiwanesi con un mélange suadente di sophisti-pop e folk jazzato, cantato sia in inglese che in cantonese. Fast-forward al 2024: in quindici anni Wang ha saltato da uno stile all’altro proponendo musica dai tratti sempre più eclettici, capace di spaziare dallo space-age pop al pop barocco al soft-rock ai suoni videogiocosi alle rievocazioni di Wendy Carlos in salsa canzonettara (volendo scegliere un titolo: “The Adventures Of Bernie The Schoolboy”, del 2011). Il tutto, accentuando via via lo spirito schizoide e collocandola sempre più spiccatamente nei territori sbilenchi tra Zolo e geek rock.
A mo’ di conferma ed ennesima sorpresa, ecco uscire quest’anno “破爛酒店 - Hotel la Rut”, tredicesimo studio album (se il conto è giusto) dell’artista, misteriosamente balzato al centro della curiosità degli utenti del social network melomane Rateyourmusic, dove il disco presenta grosso modo tante valutazioni quanto l’intera discografia pubblicata precedentemente. Oh, beh, “misteriosamente”: è di circa un mese fa la videorecensione dell’ormai seguitissimo trendsetter indie/internettiano Anthony Fantano, e non sembra essere un caso che la gran parte delle review segua la promozione dello YouTuber-guru. Sia come sia, giacché l’attenzione è meritata e disco e musicista erano (udite udite) da un po’ fra le mie fisse, non sia mai ch’io mi sottragga al brivido di poter sottoscrivere, almeno una volta, il più canonico dei cliché alternativi: “Sì, ma io la ascoltavo da prima!”.
Che cosa c’è, dunque, nei 51 minuti per 23 tracce (!) di questo disco tanto chiacchierato? Tanta classe e almeno altrettanta stralunatezza. Wang è un camaleonte e sa flettere a piacimento sia la voce che la penna: in questo caso, però, sceglie di gettarsi a pieno regime su ciò che più la entusiasma – prog-pop bislacco che macina ritmi storti e voltafaccia armonici. Un tot di Cardiacs, un tot di Oingo Boingo (Danny Elfman è una passione dichiarata della musicista), e qualche trucco scippato all’inventario Tony Banks, quando meno ce lo si aspetta.
Non ci si attenda, in ogni caso, un prevedibile esercizio di calligrafia. Sì, l’incipit di “He’s Given Us The Freedom To Do What’s Right” sembra guizzar fuori da “A Trick Of The Tail”, e il singhiozzante ska di “Tina’s Housu” e “Jump In The Water” sarebbe stato perfetto nei tardi anni Ottanta della band di Tim Smith, ma “I Believe That All His Words Are True” pare più una controparte femminile di Will Wood e del resto della compagnia fabloo, “The Detective” ha (in buono) qualcosa dei Queen, e “She Had A Habit Of Meeting All The Artists Backstage” ricorda forse… Marina And The Diamonds?
Abbondano poi i rimandi a quel jazz-pop che segnò l’ingresso di Wang nel mondo discografico, ma se il riferimento è abbastanza played by the rules in “The Wish II”, “Fancied By A Celebrity”, “People Don’t Eat Dinner By Themselves” o “In A Situation Like This What A Mafia Leader Would Say” (si sarà capito che i titoli sono decisamente parte dello spirito del disco), in “There She Smiles” gli influssi brill building sono tramutati in una carambola armonica degna del più rigoglioso sunshine pop, ma un bel po’ più disorientante.
Molteplicità e citazionismo potrebbero apparire uno scoglio all’emergere della personalità dell’autrice, e per qualche ascoltatore – poco avvezzo a un piglio postmoderno, o legittimamente stufo di incontrarlo in ogni sua possibile rifrittura – sarà senz’altro così. Ma l’estro polimorfo della musicista, oltra a poter essere di per sé motivo di entusiasmo, è nei pezzi di “Hotel La Rut” tutt’uno con l'espressione. Tenendosi alla larga da toni monocordi e baratri esistenziali assortiti, l'indie-prog-power-pop di Joanna Wang conduce chi abbia l'indole per seguirlo in un ottovolante di sensazioni, dove euforia e tensione si mischiano, ogni ombra dura il tempo di un sussulto e ciascun apparente momento di calma è immediatamente seguito da una nuova, inattesa giravolta. Un turbine inebriante e, prima di ogni altra cosa, tremendamente divertente.
22/07/2024