King Hannah - Big Swimmer

2024 (City Slang)
indie-rock

A due anni dall'acclamato esordio "I'm Not Sorry, I Was Just Being Me" (City Slang, 2022) - allora votato Disco dell'anno dalla redazione di OndaRock - torna la band di base a Bristol capitanata da Hannah e Craig, dopo mesi di tour in giro per il mondo. Il volto nascosto dalle mani che emerge in mare aperto della copertina - un'immagine prefigurata dalla coppia prima dello scatto - ci racconta già della forza e della fragilità, dell'intimità e dell'universalità che animano lo spirito dell'album come correnti sotterranee. Nella grana satura e polverosa di una pellicola in Super-8 si staglia costantemente il paesaggio degli Stati Uniti, luogo di elezione dell'immaginario musicale e cinematografico della band in cui incontrare i propri personaggi, materializzati dalla penna e dalla voce di Hannah.

L'incipit del loro sophomore è una dichiarazione di intenti nuda e dolce, lasciata inizialmente alla voce e alla chitarra acustica per poi essere sorretta e accompagnata dal resto della band, memore della lezione di Velvet Underground & Nico. Le chitarre vibrano più che mai, tra pennate crunchy ("Big Swimmer"), assoli à-la Neil Young ("Suddenly, Your Hand") e intermezzi strumentali à-la Yo La Tengo ("Scully"), cariche del suono che sono state in grado di raccogliere e sprigionare durante decine di performance live. Tra i brani più preziosi del disco troviamo il blues confessionale di "The Mattress" e il post-rock  obliquo di "Milk Boy (I Love You)", che esplode in maniera improvvisa e conturbante:

He swung a hammer at that little boy's face
He missed on purpose, because he enjoyed it
Nell'album si alternano con equilibrio episodi indie-rock più briosi ("New York, Let's Do Nothing" e "Davey Says") a ballad caliginose da club, in cui la voce da crooner di Hannah si distende sull'arrangiamento scarno guidato dalle chitarre morbide di Craig ("Suddenly, Your Hand"), lasciando un piano di attenzione peculiare allo storytelling del brano che volge verso una spirale psichedelica ossessiva, che dalla calma estemporanea si immerge in inquietudini post-rock slintiane  ("Somewhere Near El Paso"):
We were driving down the highway near El Paso
Stopped at a gas station
Two guys had just won forty bucks
On a scratch card, filling up
With gasoline, I was observing them
Said he'd take it to the whore house that evening Poor girl deserves a warning
And his iced tea was yellowing
Ad arricchire un paio di questi affreschi confidenziali troviamo i cori di Sharon Van Etten, in grado con pacatezza e generosità di integrarsi e sostenere l'impianto vocale di "Big Swimmer" e "This Wasn't Intentional".
Chiude l'album il folk dalle tinte country di "John Prine On The Radio", a confonderci ulteriormente e felicemente sulle coordinate spazio-temporali della band.

"Big Swimmer" suona coeso, vario, appassionato. Da ascoltatori lo sentiamo così vicino, intimo, personale e allo stesso tempo, come un film proiettato sullo schermo di una sala cinematografica, lo guardiamo dalla poltrona apprezzandone l'umanità, le influenze e i generi che lo animano. Ed è incredibile quanto i King Hannah siano così giovani ma già così maturi nel dosare la loro alchimia musicale, oltre ad avere le idee (più che) chiare su chi sono e cosa gli piace fare.

01/06/2024

Tracklist

  1. Big Swimmer
  2. New York, Let's Do Nothing
  3. The Mattress
  4. Milk Boy (I Love You)
  5. Suddenly, Your Hand
  6. Somewhere Near El Paso
  7. Lily Pad
  8. Davey Says
  9. Scully
  10. This Wasn't Intentional
  11. John Prine On The Radio

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