“Little Rope” è il quarto album realizzato dopo lo iato della band (2006-2014) e segna i trent’anni di carriera. Ed è il secondo lavoro che non prevede più la presenza della batterista Janet Weiss, che era stata parte delle Sleater-Kinney da “Dig Me Out” (Kill Rock Stars, 1997). L’album è segnato dalla perdita improvvisa della madre e del patrigno di Carrie Bronwstein in un incidente avvenuto nell’autunno del 2022, mentre la band stava lavorando col produttore John Congleton (Murder Capital, Alvvays, St. Vincent, Explosions In The Sky, Cloud Nothings). Una perdita che la musicista stessa ha avuto modo di elaborare attraverso la musica, come in “Hunt You Down” (“I forgive you, I wish I'd told you so/ Nowhere for the words to go, with what's left of me/ I’ll send your ashes my love”), riconducendo se stessa alla chitarra e trovando il conforto del lavoro in studio con la sua “famiglia di elezione”. Si tratta di una tragedia che arriva in un momento denso di inquietudine per il presente, di cui è informato tutto il disco.
Al centro delle canzoni troviamo infatti varie sfumature emozionali, dal senso di perdita e smarrimento provato dopo la pandemia da Covid19 alla convinzione di poterlo superare insieme, fino a ciò che Brownstein definisce come il senso di in-betweenness tra epoche della vita, tempi della storia.
L’apertura con “Hell”, singolo uscito in anteprima, è dirompente: un brano al vetriolo che riflette sulla violenza nella società statunitense contemporanea alternando l’apparente quiete della strofa (“Hell needs no invitation/ Hell don't make no fuss/ Hell is desperation/ And a young man with a gun”) alla furia del ritornello (“You ask/ Why like there's no tomorrow”). Troviamo poi gli esiti più felici nel post-punk scattoso di “Needless You Why”, “Hunt You Down” e “Don’t Feel Right”, mentre il midtempo pop di “Say It Like You Mean It” e le cavalcate rock di “Small Finds” e “Six Mistakes” risultano abbastanza incolore. Il finale regala tre dei brani più interessanti, tra sfumature funk (“Crusader”) e ballad electro-pop (“Dress Yourself”):
Give me a reasonChiudono le chitarre elettriche compresse di “Untidy Creature”, che recuperano un po’ della foga del sound di “The Woods” (Sub Pop, 2005) prima di sciogliersi nel pianoforte.
Give me a remedy
Give me a new word
For that old pain inside of me
18/02/2024