E' il 1° novembre dei Cure. Oggi è uscito finalmente “Songs Of A Lost World”, l’attesissimo album del ritorno di Robert Smith e compagni dopo 16 anni.
Stasera in diretta dal Troxy di Londra, la band inglese presenterà il nuovo disco con una speciale esibizione in livestream che potrete vedere in questa pagina, alle ore 21 italiane.
Nei giorni scorsi, invece, i Cure hanno suonato due set promozionali per la Bbc, registrati il 30 ottobre, trasmessi il giorno successivo ed entrambi diffusi integralmente su YouTube. Il concerto registrato per la Bbc Radio 2 è a colori e offre una serie di successi - con hit come "Just Like Heaven", "In Between Days", "Lovesong" e "Pictures Of You", in un scaletta aperta e chiusa - come su “Songs Of A Lost World” - dalle lunghe "Alone" ed "Endsong".
Il secondo set per Bbc 6 Music, filmato in bianco e nero, è più puntato su "Disintegration" e, oltre ai brani del nuovo lavoro, ripropone anche un classico storico come "A Forest" più varie chicche, come ad esempio "Burn" (dalla colonna sonora di "The Crow", 1994).
Al fianco di Robert Smith, oltre allo storico braccio destro Simon Gallup al basso, ci sono i musicisti che l’hanno accompagnato in questi ultimi anni di carriera, tra cui Jason Cooper alla batteria, Roger O’Donnell alla tastiera, Perry Bamonte (chitarra, tastiere) e Reeves Gabrels (già collaboratore di David Bowie) alla chitarra.
Guarda qui sotto i video integrali dei due concerti dei Cure per la Bbc.
“Songs Of A Lost World” è il loro quattordicesimo in studio e primo dai tempi di "4:13 Dream" (2008). Un disco concepito in parte dal vivo, durante la tournée mondiale Shows of a Lost World. Cinque brani su otto ("Alone", "A Fragile Thing", "And Nothing Is Forever", "I Can Never Say Goodbye" ed "Endsong") hanno avuto una genesi live e sono stati successivamente rielaborati in sala di registrazione.
Scritto e arrangiato interamente da Robert Smith, l'album è stato prodotto e mixato dal cantante e da Paul Corkett presso i Rockfield Studios, in Galles.
"Volevo che questo album avesse un’atmosfera. Alcuni dischi dei Cure sono tematici. ‘Disintegration’, ‘Pornography’ o ‘Bloodflowers’ hanno un'atmosfera, un nucleo emotivo. Ecco, mentre scrivevo la musica dell'album, c’era coesione”. Così Robert Smith racconta "Songs Of A Lost World".
La creazione del disco è stata un percorso lungo e tortuoso, attraversato da periodi di inattività e da momenti di ripensamento, riflettendo un processo simile a quello di "Pornography". L’album del 1982 segnò infatti uno dei momenti più cupi della carriera dei Cure, sia musicalmente che a livello personale, rappresentando per Smith e la band una sorta di esorcismo emotivo. In modo parallelo, "Songs Of a Lost World" affronta temi altrettanto profondi, come la perdita e la morte, con brani come "I Can Never Say Goodbye", dedicato al fratello scomparso di Smith, che si ricollegano a quelle atmosfere oscure e tormentate che hanno caratterizzato i momenti più intensi della discografia della band. “Le canzoni hanno sempre avuto questo elemento, la paura della mortalità - ha spiegato Smith - È sempre stato così, fin da quando ero giovane. Ma quando si invecchia, diventa più reale. Stiamo tutti invecchiando alla stessa velocità? Più o meno. Ho cercato di trovare il giusto tono, come nel caso di ‘I Can Never Say Goodbye’ che parla della morte di mio fratello. Ero così sconvolto che ho pensato che alcune delle versioni che avevo fatto fossero fantastiche. Poi le ho fatte ascoltare a qualcuno e mi ha detto: “Non puoi, è troppo. Eseguirla sul palco mi ha aiutato ad affrontare il lutto. Mi manca”.
Per Robert Smith e compagni, dovrebbe arrivare a breve anche il documentario di Tim Pope, annunciato qualche anno fa. “Si farà sicuramente - assicura Smith - è una cosa in corso”. All’orizzonte, dopo quella con Gorillaz, Deftones e Noel Gallagher, ci sarebbe anche un’altra collaborazione al momento top secret.