Fennesz

Endless Summer

2001 (Mego)
glitch

Glitch come genere musicale

Correva l'anno 1993. Mentre l'elettronica si evolveva - ripescando e mescolando il passato "colto" del kraut-rock e dell'ambient, il presente della techno e della rave con un'ondata di tempi dispari e sperimentazioni sonore - i concetti di noise e ambient si incontravano, fondendosi tra di loro e sussistendo autonomamente senza la necessità di appoggiarsi a caratteri esterni (la ricerca concettuale e la simbiosi con l'ambiente circostante). Il tutto, all'insegna della saturazione elettronica e di una maniacale cura del dettaglio. Nasceva una musica che si applica a se stessa, che trascende l'ambito concettuale, avvolgendosi su quelle strutture cicliche nate dal minimalismo e riversatesi sotto la definizione di drone: si trattava del glitch, uno dei movimenti sonori più importanti di fine millennio. Un genere in perenne evoluzione, iniziato idealmente grazie ai tedeschi Oval e al loro "Wohnton", il primo, grande manifesto musicale di tale stile. Con il trascorrere degli anni, sempre più artisti sposarono la tendenza lanciata dal duo, su tutti General Magic e Farmers Manual, legandosi ancora in maniera preponderante con la parallela scena ambientale e mantenendo ben salda la devozione agli alfieri intelligent più algidi, come Boards Of Canada e Autechre.

Nel 1997, quattro anni più tardi, la Mego, label austriaca attiva nel background sperimentale viennese, da alle stampe il primo, grande trattato sull'estetica glitch. L'album, pur non essendo di certo il capostipite del genere, tratta l'evoluzione post-noise introducendo per la prima volta le caratteristiche estetiche che diverranno standard per tutti o quasi i musicisti a venire: si chiama "Hotel Paral.lel", ha per il glitch un valore pari di quello avuto da "Music For Airports" per l'ambient, e segna il debutto di Christian Fennesz.

Il glitch e la sua estetica

Rumori e disfunzioni, errori provocati, l'estetica dell'eleganza nel terrorismo sonoro, della gracilità e della magniloquenza nel rumore. Musica eseguita con strumentazione elettronica dove il guasto, procurato, gestito e controllato, viene inteso come una maniera a sè stante di concepire il suono, anziché come frutto negativo, improvviso e inaspettato. Pulire con lo sporco, lavorare per modulare frequenze sonore provenienti da malfunzionamenti, riconsiderarli, intendendoli come una modalità differente di sfruttare il mezzo e non come un utilizzo erroneo.

Una ricerca all'interno della quale si nasconde uno scopo: tentare di concepire quello che viene considerato come il lato "sbagliato" di uno strumento di produzione semplicemente come il suo lato nascosto, incomprensibile se generato casualmente ma con egual peso, rispetto a quello "anteriore", quando cercato. Sono questi i tratti somatici dell'estetica che "Hotel Paral.lel" dona al glitch evolvendolo e compattando le intuizioni dei suoi iniziatori e grazie alla quale elementi come il rumore e l'errore, da sempre elementi grezzi dai quali fuggire, cominciano a poter essere accostati ai tratti somatici dell'eleganza e della magniloquenza. Estetica che è, nell'album, il fulcro sonoro attorno a cui ruota la musica: è la seconda a muoversi con lo scopo di raggiungere la prima.

Ma l'evoluzione più importante, più influente e più originale ad opera dell'austriaco arriva tre anni più tardi: protagonista ne è "Endless Summer", il terzo album di Fennesz, portatore di una rivoluzione contemporaneamente estetica e musicale.

L'estetica da scopo a mezzo

"Endless Summer" è, per certi versi, un album di transizione. Transizione nelle sonorità dell'artista, innanzitutto: messe alle spalle le esperienze dell'estetica glitch, che pure aveva aiutato non poco a coniare, Fennesz volta pagina. Ciò che prima era il fine, lo scopo (l'estetica) diviene il mezzo, lo strumento. Al suo posto, il nuovo scopo è, semplicemente, quello di qualsiasi musicista al di fuori dell'avanguardia concettuale: fare musica, nell'accezione sia teorica che pratica della formula. Non c'è più l'obiettivo di raggiungere un'estetica concettuale mediante un connubio tra la musica e l'anti-musica, né tantomeno una formula di parità ontologica tra errore e produzione sonora con il raggiungimento di tale estetica come elemento sostanziale; piuttosto, la musica diviene sostanza e qualsiasi altra forma di produzione (strumenti, software, errori, disfunzioni, rumore, melodia, ritmo) si limita ad essere elemento caratterizzante, addirittura accidente della sostanza stessa.

L'evoluzione si ripercuote anche sul lato musicale, proponendo un deciso discostamento dalle fredde spigolosità concettuali, in favore di un maggiore sviluppo della ricerca sonora, che diviene variegata e multiforme e che attraversa linguaggi ed atmosfere diverse in ciascun brano.

L'iniziale "Made In Hong Kong" è già indicativa della nuova dimensione sonora dell'austriaco: i tratti somatici del glitch di "Hotel Paral.lel" sono sostituiti da una cascata intermittente di accordi melodici di chitarra, "disturbati" alla tipica maniera del Fennesz-processing, quindi con ancora, nonostante tutto, una matrice di tipo glitch. Ma è con la title track che l'artista scopre del tutto le carte della sua rivoluzione: un brano per sola chitarra trattata, dalle innumerevoli sovraincisioni digitali, ognuna con una diversa sfaccettatura sonora - in molte di esse, peraltro, è chiaramente distinguibile il suono puro della chitarra elettrica, fatto mai accaduto prima, né nei primi Ep, né nei due album. In "A Year In A Minute" i serpentoni disturbati glitch tornano d'attualità, ma con un utilizzo ancora una volta "atmosferico" e trattati in modo tale da fungere da soundscape e non più da main line. Della stessa pasta le ancestrali architetture di "Got To Move On": Fennesz non è più alchimista alla ricerca della dettagliata perfezione, ma scultore che applica le sue intuizioni alla sua arte più pura. "Caecilia" gioca su acquatici e liquidi cambi di tempo in un emozionante e toccante caleidoscopio cibernetico, a pochi passi questa volta da architetture ritmico-ambientali: è la prima volta che le sensazioni oltrepassano il concetto, e questo è un altro manifesto del cambiamento attuato dall'austriaco alla sua musica.
"Shisheido" riprende lo stile della title track ed è forse la miglior composizione per chitarra trattata mai udita, un brano intimo, melodico, ancora una volta mirante all'emozione anziché al concetto, mentre "Before I Live" prima di chiudere si inchina a un minimalismo sintetico vintage e totalmente privo di elementi rumoristici, fungendo da ipotetico, inchino verso il filone di compositori capeggiato da Ryuichi Sakamoto, con cui l'austriaco intratterrà una proficua collaborazione. Nel finale, i dieci minuti di certosina catarsi cosmico-melodica di "Happy Audio" s'instaurano su strutture di pura matrice dronica: è un brano in cui sono riassunti, con largo anticipo, gran parte di quegli elementi che caratterizzeranno la produzione successiva di numerosi artisti, un crocevia per la musica che verrà.

Il glitch dopo Endless Summer

"Endless Summer" sarà colonna portante nell'attività di svariati musicisti. Primi fra tutti saranno i contemporanei Biosphere e BJNilsen/Hazard, alfieri rispettivamente dell'ambient-dub e di un glitch al tempo stesso compassato e frenetico. Ma l'influenza dell'album si ripercuoterà anche sui vari nomi legati al movimento "storico": Florian Hecker, Russell Haswell e l'amico Peter Rehberg aka Pita trarranno spunto da questa nuova concezione, mantenendo però ben salda la matrice avant-garde, mentre Oren Ambarchi, Philip Jeck e Phil Niblook riprenderanno le tematiche minimaliste applicandole alle loro partiture ambientali. Anche Hildur Ingveldardottir Gudnadottir costruirà al di fuori dei Mùm una carriera all'insegna di una devozione alle innovazioni sonore dei trattamenti fennesziani processando il suo violino mediante software e agganciandosi poi a un filone di musica d'avanguardia cameristica assieme ad altri nomi Touch, come Soliman Gamil.

"Endless Summer" è dunque la conferma della figura di Fennesz al vertice della scena musicale moderna, a questo punto ben oltre i confini del glitch. L'accantonamento dell'estetica tipica del genere non va però frainteso e considerato come abbandono delle sonorità caratterizzanti il genere stesso: "Endless Summer" è ancora un album glitch, a cambiare è però l'accezione con cui il genere viene trattato.

La musica dopo Endless Summer

Il numero di personalità coinvolte nel post-"Endless Summer" riuscirà addirittura a sconfinare dal mondo della musica elettronica, oltre a saturare quest'ultimo: è sufficiente citare le mutazioni di stile di due nomi come Boards Of Canada - citati come contemporanei, ma incredibilmente influenzati dalla drone-music di Tim Hecker (originata proprio, tra gli altri, da quest'album) nel loro capolavoro "Geogaddi" quanto nel recente Ep "The Campfire Headphase" - e David Sylvian, passato dalle suadenti ed eleganti partiture dal sapore new age di "Dead Bees On A Cake" a un puro mix di glitch (con tanto di collaborazione con lo stesso Fennesz) e avanguardia in "Blemish".

L'importanza di "Endless Summer" è dunque siderale nell'ambito della scena musicale del nuovo millennio: il disco glitch oltre il glitch, anticipatore di tendenze e anche della svolta elettro-acustica che Fennesz stesso intraprenderà dal suo successivo lavoro, il meraviglioso ed altrettanto fondamentale "Venice". Un disco anticipatore e capace di mutare le coordinate di un movimento e di una ricerca, di inventare e di influenzare. Un disco, effettivamente, di transizione: dall'estetica della disfunzione a quella del suono, dal glitch ai suoi derivati, dal minimalismo alla moderna drone, dal tramonto del Novecento all'alba del nuovo millennio.

06/08/2012

Tracklist

  1. Made In Hong Kong
  2. Endless Summer
  3. A Year In A Minute
  4. Caecilia
  5. Got To Move On
  6. Shisheido
  7. Before I Leave
  8. Happy Audio

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