Dornik

Limboland

2020 (Dornik Music LTD)
psych-jazz-pop, synth-funk, hip-hop

It's been a weird time for me. I've been in limbo waiting nearly 5 years to release my next project. Now it seems the world has joined me in this bullshit. My escape is music, creating a world where I can escape the bullshit. I hope this album can be an escape for you too.
Sempre parco di dettagli, il londinese Dornik - questo è tutto ciò che ci è dato sapere al momento circa il suo nuovo progetto. Ma tra le possibili cause di questi cinque anni di limbo, una è individuabile anche alla cieca: la fine del rapporto con la casa discografica - nel suo caso, Prm sotto Island. Facile immaginare come possa essere andata, è un po' la stessa storia che si ripete e fa deragliare anche gli artisti più promettenti (a fargli compagnia in tempi recenti, sempre in Uk: Laura Mvula e Anaïs). Le moderne major tendono a elargire contratti con gran facilità seguendo la filosofia del "non si sa mai", ma in verità grossa parte degli sforzi vengono spesso concentrati su quel pugno di nomi già affermati o più spendibili sul web e in radio. Dopo un primo progetto spesso lanciato senza troppi entusiasmi, i rimanenti artisti "minori" vengono messi in sala d'attesa a tempo indeterminato - in "Limboland", appunto.

A monte dell'insuccesso del debutto "Dornik" di cinque anni fa c'era comunque un problema storico; l'industria anglosassone va nel pallone quando si tratta di piazzare un artista nero che non faccia garage o grime - o che non provenga per lo meno dal giro di Shabaka Hutchings. Dornik, invece, è più affine a Thundercat e Dam-Funk, in passato è stato al lavoro col collettivo OFWGKTA e Syd degli Internet. E in una nazione dove il concetto di funk è fermo agli anni 70, e il soul fa rima con Sam Smith, un batterista a cavallo tra fusion e hip-hop è outsider tanto quanto un compositore avantgarde. Qualche anno fa Dornik aveva provato a uscire dal limbo con un paio di singoli dal più patinato taglio pop ("God Knows" e "Bestie"), uno scomodo compromesso che - a tutt'oggi - non ha convinto né il pubblico né lo stesso autore.
 
"Limboland" esce quindi come progretto indipendente, fuori dai grandi giochi del mercato e probabilmente ormai seguito solo da quei pochi che ancora si ricordano di lui. La frustrazione dell'autore è palpabile, l'ascolto è venato da una rabbia personale ma che vira anche verso l'attuale panorama politico, c'è confusione emotiva ed erotica, tutti sentimenti che confluiscono in un collage sfilacciato e anche un po' disordinato.
La conversazione a tre "Hang On" lascia un cattivo gusto sul palato, "You're The Only Reason" stenta a decollare perché - nonostante la bella atmosfera di contorno - la linea melodica intonata col fare sonnolento di un Kevin Parker è quasi inesistente. Insondabili gli intermezzi semi-parlati/semi-cantati "Hangin", "Barachiel" e la title track, quasi facessero parte di un tape più ad uso suo personale che non dedicato all'ascoltatore.
Fortunatamente, non mancano frizzanti girelle synth-jazz-funk tipiche dello stile-Dornik; accattivante il duetto con Gavin Turek "Do You Wanna?" sulla scia di Prince e Jody Watley, ma si passano in rassegna anche eleganti momenti in aria Nite-Funk come "Temptation", con un flow di Zelly One piantato nel mezzo, e gli aperti omaggi a Thundercat nelle giocose trame jazz-hop di "Galaxxxy" e "Retail Therapy". Certe lievi interpretazioni vocali di Dornik riportano a Michael Jackson, vedasi la vaporosa "Freshers' Fair (Crush)", qui presentata con una lunga coda di chitarre sbrodolate rispetto alla più svelta e concisa versione singolo. 

Con "Limboland" viene meno quella perfetta cesellatura melodica che aveva fatto del debutto di Dornik uno dei best kept secrets del panorama anglosassone degli anni Dieci, e che ancora oggi suona fresco come una rosa.
Il talento è comunque ancora evidente; ottimo batterista e produttore, adesso aperto anche alla collaborazione grazie alla lista di ospiti che costellano la scaletta, un musicista contemporaneo che non ha paura di seguire la propria strada anche a costo di rimanere da solo. Nel suo tono giovanile e scazzato, "Limboland" non sarà certo un punto d'arrivo, ma è sicuramente un tassello di vita vissuta per davvero, capace di descrivere un sentimento di confusione, instabilità e frustrazione, che poi è comune a milioni di persone, specialmente di questi tempi.
Doveroso dargli almeno una chance, il mondo della musica è vivo e interessante anche grazie a gente come lui.

28/05/2020

Tracklist

  1. Space Jamm
  2. Do You Wanna? feat. Gavin Turek
  3. Retail Therapy feat. Barney Artist
  4. Galaxxxy feat. Skripture
  5. Temptation feat. Zelly One
  6. You Got It feat. Taylor Graves
  7. Freshers' Fair (Crush)
  8. Barachiel
  9. Hang On feat. Skripture
  10. Hangin
  11. Limboland feat. Phonte
  12. You're The Only Reason