Premessa: Fulminacci ha commissionato l'ideazione di alcune copertine a un team di grafici e creativi che concretizzano le proprie opere dialogando con un sistema di intelligenza artificiale. Detto in parole povere, si tratta di software in grado di analizzare i pixel di centinaia di immagini-fonte per poi generarne di inedite. I risultati consistono in fantasiose figure surrealiste, in qualche modo inquietanti. Probabile che il giovane cantautore romano sia un appassionato di elementi accostati in maniera random, visto che l'ordine assegnato alle canzoni del suo secondo album, "Tante care cose", è stato completamente rimescolato nella recente riedizione espansa, alla quale sono state aggiunte ulteriori quattro track composte nel medesimo periodo, in parte già diffuse come singoli.
"Tante care cose e altri successi" diviene così la sua opera omnia del triennio 2020-2022, quello immediatamente successivo all'apprezzato "La vita veramente", esordio premiato sia alle Targhe Tenco - nella categoria "Miglior Opera Prima" - sia al M.E.I., come miglior prodotto di un giovane della scena Indipendente nazionale.
Nel frattempo Fulminacci ha imbastito collaborazioni con altri artisti (fra i quali il featuring in "Felicità" di Samuel) e ha intrapreso l'attività di scrittura conto terzi, componendo in pochi mesi un brano per il bestseller "Taxi Driver" di Rkomi, uno per "Camouflage" della rivelazione Ditonellapiaga (altra Targa Tenco) e uno per Baby K, quel "Bolero" che vede anche la partecipazione di Mika.
Fulminacci sa come assorbire nel proprio songwriting influenze decisamente riconoscibili, trasformandole in caratteristiche personali. Il punto di riferimento più prossimo è il concittadino Daniele Silvestri, quasi "coverizzato" in tantissime tracce, da "Canguro" a "Forte la banda", per poi raggiungere la quasi totale sovrapposizione stilistica nelle irresistibili "Tattica" e "Giovane da un po'".
Ma di ingredienti ne racimola molti altri: dopo aver ossequiato Battisti nell'esordio, questa volta si ispira tanto a Dario Brunori ("Santa Marinella", scelta per presentarsi sul palco del Festival di Sanremo 2021) quanto a Francesco Bianconi (nel distillato di baustellismo de "La grande bugia"), arrivando fino a cimentarsi con un'ipotesi di hip-hop in "Un fatto tuo personale".
La smisurata poesia di "Le biciclette" e "Meglio di così", agli antipodi rispetto alla ritmica frenesia di "Miss Mondo Africa", completa un disco di canzoni già note, ma nel quale il rimescolamento della scaletta fa loro assumere forme e significati finora inespressi, svelandone un'inedita ulteriore forza. Accanto, vengono distribuite le quattro novità: "Brutte compagnie" (dove di nuovo emerge prepotente il santino di Silvestri) e "Chitarre blu" (un blu un po' anemico, a dire il vero) piazzate a inizio scaletta, più "Sembra quasi" (che si approssima all'it-pop orsacchiotto di Calcutta) e "Aglio e olio", arricchita dalla presenza di Willie Peyote.
Ovunque si scova una spiccata romanità, quel desiderio forte di libertà troppo spesso castrato dai compromessi che la vita impone. La scena cantautorale della Capitale si è assicurata un nuovo importante protagonista per i decenni a venire.
02/09/2022