Bob Dylan

Fragments - The Bootleg Series Vol. 17

2023 (Columbia)
songwriter, folk-rock, blues

Le barriere della mente cadevano all'improvviso e - miracolo stupefacente - il tesseratto appariva al centro del cervello, come un portale aperto su un mondo più alto.
(Mircea Cărtărescu, "Solenoide")

"La gente confonde la tradizione con la calcificazione". Nel suo ultimo libro, "Filosofia della canzone moderna", Bob Dylan ci ha messo in guardia: le canzoni non si possono circoscrivere nel solco di un disco (o nei bit di un mp3). "Ascoltiamo un vecchio disco e lo immaginiamo sigillato nell'ambra, un pezzo di nostalgia che esiste solo per i nostri bisogni". Ma ci dimentichiamo che "la registrazione non è altro che la semplice istantanea di quei musicisti in quel momento", la scelta di "un singolo istante, pescato dal flusso dei momenti".
Proviamo allora a immaginare di poter andare al di là delle tre dimensioni del nostro sguardo. Proviamo a immaginare di poter penetrare oltre, nella quarta dimensione. Ci serve l'aiuto di un'altra penna visionaria, quella di Mircea Cărtărescu: "Se intuissimo la dimensione in più, se potessimo immaginarci altre direzioni oltre la destra e la sinistra, il davanti e il dietro e il su e il giù, ci renderemmo conto che nessuno può tenerci nella prigione del nostro mondo, che una sua enorme parete è libera, non è murata".
Una canzone a quattro dimensioni, ecco di che cosa sta parlando Dylan. Una canzone di cui possiamo vedere simultaneamente tutti gli sviluppi e le trasformazioni, come le facce di un ipercubo. Una canzone-tesseratto, la chiamerebbe Cărtărescu. Qualcosa capace di farci varcare la parete aperta della realtà, verso il mistero che sta dall'altra parte.

Prendiamolo così, questo nuovo volume delle "Bootleg Series": come una chiave di accesso alla quarta dimensione. Non poteva che essere dedicato a "Time Out Of Mind", ovvero al capitolo della discografia dylaniana che già a partire dal titolo mette il tempo al centro di tutto. Cinque dischi per celebrare il venticinquesimo anniversario di un album apparso sin da subito come una pietra miliare. Ma soprattutto, per mostrare come le tracce che abbiamo imparato a conoscere nella versione originale del disco non siano che una delle facce del tesseratto. Mai come stavolta, andare alla scoperta di tutte le differenti declinazioni di uno stesso brano non si risolve in un semplice esercizio di ridondanza, ma diventa una sorta di percorso iniziatico.
Quindici anni fa, "Tell Tale Signs" ci aveva già portato per la prima volta dentro le sessioni di "Time Out Of Mind". Ci aveva svelato l'esistenza di un'altra dimensione, ma non ci aveva guidato fino in fondo alla sua scoperta. "Fragments", a dispetto del titolo, recupera quella compiutezza filologica che mancava al predecessore: non a caso, l'ultimo disco della nuova raccolta ripropone proprio gli estratti che erano stati anticipati da "Tell Tale Signs", messi stavolta in fila brano per brano. Certo, non ci sono nuove "Red River Shore" da scovare: i brani sono quelli noti. Ma, un po' come nelle narrazioni mitiche, il fascino sta nel sentire raccontare la storia ancora una volta, con un accento diverso.

Tutto comincia in un teatro. Un vecchio teatro messicano in California, riadattato da Daniel Lanois a studio di registrazione. È lì che Dylan inizia a modellare le canzoni di "Time Out Of Mind". Oltre a lui e Lanois, ci sono solo Tony Garnier al basso e Tony Mangurian alla batteria. Provano una canzone folk, "The Water Is Wide" (qualcuno ha detto "Rolling Thunder Revue"?). Suona rarefatta e nostalgica come l'ultima tappa del pellegrinaggio lungo le strade di "Good As I Been To You" e "World Gone Wrong". Poi, Dylan si mette al pianoforte e tratteggia una melodia ancora incerta: si intitola "Dreamin' Of You", ma i versi con cui comincia sono quelli della futura "Standing In The Doorway". Dylan ha con sé un taccuino dove le parole vengono continuamente cancellate e riscritte, spostate e trasformate.
Il blues di "'Til I Fell In Love With You" si avviluppa intorno all'organo, la prima versione di "Red River Shore" si mostra più ossuta e spigolosa. Lanois sa di trovarsi di fronte a un potenziale capolavoro: "ero ossessionato dall'idea di fare un disco sincero, pericoloso e monumentale", ricorderà nella sua autobiografia. Quanto a Dylan... beh, sa solo di voler fare le cose a modo suo, come sempre. Il loro scontro è già scritto nel fato. Quando le sessioni - per volontà di Bob - si trasferiscono in Florida, ai Criteria Studios di Miami, la tensione inevitabilmente esplode.

Sono due i brani che raccontano meglio di tutti il conflitto (non a caso sono anche quelli di cui "Fragments" offre più versioni): "Mississippi" e "Can't Wait". La prima - è risaputo - finirà per rimanere esclusa dall'album. All'inizio assume i tratti di una ballata in bianco e nero, poi prende in prestito un'intera tavolozza di colori, prova persino a travestirsi delle tinte di un blues. A quel punto rallenta, si spoglia, diventa quasi un sussurro. Si reincarnerà solo più tardi, prima attraverso la voce di Sheryl Crow, poi finalmente in "Love And Theft". "Avevo riflettuto troppo sul significato espressivo che stava dietro quel testo per immergerlo in qualche calderone ribollente di teoria delle percussioni", chioserà caustico Dylan.
"Can't Wait", invece, per Lanois avrebbe dovuto essere il brano destinato a trascinare tutto il disco. La prima versione ha una partenza scabra, che fa da preludio a un climax sempre più graffiante. Quell'energia però sembra disperdersi, trasmigrando ora in ritmiche più articolate, ora in fluttuazioni nebulose. Tutte torsioni di un unico corpo attraverso lo spazio e il tempo. In qualche universo parallelo, potrebbe essere diventata la hit che sognava Lanois.

Eppure, al grande artefice del suono di "Time Out Of Mind" oggi tocca la damnatio memoriae. Il primo disco di "Fragments" presenta infatti un remix dell'album curato da Michael Braumer. Scopo: eliminare le sovraincisioni volute da Lanois. "Abbiamo cercato di ottenere qualcosa che rispecchiasse maggiormente la sensazione di quello che stava accadendo nella stanza, con meno processi aggiuntivi", si schermisce Braumer. Ma l'imbarazzo è evidente: "L'intenzione non è in alcun modo quella di sminuire la singolare bellezza e concezione dell'album", si affretta a precisare. Vendetta dylaniana? Non ci sarebbe da stupirsi, visto che da allora in poi Mr. Zimmermann non ha più accettato la presenza di un produttore esterno (per la gioia dell'eterna fronda dei detrattori di Lanois).
Ma tutte le facce vanno contemplate insieme: "Reality has always had too many heads", canta Dylan in "Cold Irons Bound". Ascoltando "Fragments", viene da pensare che "Time Out Of Mind" avrebbe potuto essere un disco molto meno crepuscolare, molto più vicino a "Love And Theft". Un po' come la prima versione di "Not Dark Yet", tutta sbilanciata su quel "non ancora" invece che sull'oscurità che deve venire. O come lo spirito che si ritrova tra gli accenti da ballata rock di "Standing In The Doorway" ("Version 1") e la variante estesa di "Dirt Road Blues". Forse Dylan non avrebbe avuto nemmeno bisogno di specificare che no, "Time Out Of Mind" non è un disco sulla malattia e sulla morte ("Bob, ritorno choc: suono la paura di morire", titolavano i quotidiani italiani all'epoca...). Forse tutti avrebbero capito subito che in realtà andrebbe considerato piuttosto "l'album dell'immortalità", come scrive Steven Hyden nel booklet del nuovo cofanetto. Ma, da qualche parte, il "Time Out Of Mind" luminoso ha un gemello persino più cupo, che inizia con le ombre di una "Love Sick" ancora più scheletrica e notturna dell'originale ("Below me, desolation in every direction", recitano i versi aggiuntivi della "Version 2" di "Fragments"). È tutta questione di prospettiva.

Del resto, nemmeno la pubblicazione dell'album fissa nell'ambra le canzoni di "Time Out Of Mind": la metamorfosi continua sui palchi del Tour Che Non Finisce Mai, e il capitolo dal vivo di "Fragments" cattura la loro transizione dimensionale tra il 1998 e il 2001 (giusto a cavallo di uno degli anni mirabili delle performance dylaniane, il 2000). In alcuni casi si tratta di conferme, come per la riscrittura di "Tryin' To Get To Heaven" in forma di parlour song o per l'ipnotica trasposizione di "Highlands" con accompagnamento di mandolino (interpretazioni molto simili erano già apparse in "Tell Tale Signs" e nell'edizione limitata del "Best Of" di inizio millennio). In altri casi si tratta di vere e proprie rivelazioni, da una granitica "'Til I Fell In Love With You" fino a quella che merita a tutti gli effetti la palma di miglior resa di sempre di "Cold Irons Bound", con un'alternanza di pieni e vuoti da far invidia agli Wilco.
Ora le abbiamo tutte di fronte, quelle canzoni a quattro dimensioni. E la visione ci trasporta indietro, tra le pareti di una camera d'albergo newyorchese. Dylan ha appena finito di leggere per la prima volta a Daniel Lanois i testi dei suoi nuovi brani. "Non avevo ancora ascoltato nemmeno una nota o una melodia, ma venni sopraffatto da una sensazione travolgente". Forse adesso possiamo capirlo, il senso di vertigine che deve avere provato in quel momento: un intero multiverso di possibilità che si apriva di fronte a quei versi. Siamo di nuovo in un giorno di fine settembre, l'anno è il 1997. Tra le mani abbiamo un cd appena uscito, ancora intatto nella confezione. Si intitola "Time Out Of Mind".

04/02/2023

Tracklist

Cd 1 – 2022 Remix

 

  1. Love Sick
  2. Dirt Road Blues
  3. Standing In The Doorway
  4. Million Miles
  5. Tryin’ To Get To Heaven
  6. ’Til I Fell In Love With You
  7. Not Dark Yet
  8. Cold Irons Bound
  9. Make You Feel My Love
  10. Can’t Wait
  11. Highlands

 

Cd 2 – Outtakes And Alternates

 

  1. The Water Is Wide
  2. Dreamin’ Of You
  3. Red River Shore – Version 1
  4. Love Sick – Version 1
  5. ’Til I Fell In Love With You – Version 1
  6. Not Dark Yet – Version 1
  7. Can’t Wait – Version 1
  8. Dirt Road Blues – Version 1
  9. Mississippi – Version 1
  10. ’Til I Fell In Love With You – Version 2
  11. Standing In The Doorway – Version 1
  12. Tryin’ To Get To Heaven – Version 1
  13. Cold Irons Bound

 

Cd 3 – Outtakes And Alternates

 

  1. Love Sick - Version 2
  2. Dirt Road Blues - Version 2
  3. Can’t Wait - Version 2
  4. Red River Shore - Version 2
  5. Marchin’ To The City
  6. Make You Feel My Love - Take 1
  7. Mississippi - Version 2
  8. Standing In The Doorway - Version 2
  9. ’Til I Fell In Love With You - Version 3
  10. Not Dark Yet - Version 2
  11. Tryin’ To Get To Heaven- Version 2
  12. Highlands

 

Cd 4 – Live

 

  1. Love Sick
  2. Can’t Wait
  3. Standing In The Doorway
  4. Million Miles
  5. Tryin’ To Get To Heaven
  6. ’Til I Fell In Love With You
  7. Not Dark Yet
  8. Cold Irons Bound
  9. Make You Feel My Love
  10. Can’t Wait
  11. Mississippi
  12. Highlands

 

Cd 5 – Previously Released

 

  1. Red River Shore – Version 1
  2. Red River Shore – Version 2
  3. Mississippi – Version 1
  4. Mississippi – Version 3
  5. Mississippi – Version 2
  6. Marchin’ To The City – Version 1
  7. Marchin’ To The City – Version 2
  8. Can’t Wait – Version 1
  9. Can’t Wait – Version 2
  10. Cold Irons Bound – Live
  11. Tryin’ To Get To Heaven – Live


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