Italia 90 non è solo la storica edizione dei Mondiali di calcio in casa nostra, culminata con la sfortunata semifinale persa ai rigori con l'Argentina. Italia 90 significa anche una stagione magica - e per certi versi irripetibile - dell'indie-rock nazionale. Un periodo di straordinaria creatività della scena underground tricolore, benedetto da case discografiche lungimiranti e dal successo del pubblico, che portò per la prima volta quelle sonorità in cima alle classifiche.
In principio fu la saga dei CCCP, che gettò le basi negli anni 80. Un decennio dopo, convertiti nella nuova sigla CSI, Ferretti e compagni sono ancora i capofila di una rivoluzione che innesta le suggestioni punk-rock internazionali nella forma canzone italica, mescolandole con melodie prese in prestito dalla nostra tradizione nazionale. Operazione analoga compiono gruppi dalla chiara impronta punk-rock anglosassone come Marlene Kuntz, Afterhours, Timoria, Elettrojoyce, Prozac +, più gli esordienti Verdena del debutto omonimo, destinati a evolversi in modo ancor più interessante nel nuovo millennio. Ma sotto l'egida del Consorzio, nascono anche band intraprendenti come gli Ustmamò di Mara Redeghieri, che ben presto tramutano quel canovaccio in un sorprendente ibrido sonoro "dagli Appennini a Bristol", incorporando elettronica e trip-hop. E guardando alla mecca britannica di Bristol decollano anche i napoletani Almamegretta, con il loro sound denso e ipercontaminato che sposa dub narcotico e melodie partenopee.
Ma la galassia indie italiana degli anni 90 è quantomai variegata. C'è chi modella il post-rock in una nuova ricetta peculiare mescolando lirismo letterario, spoken word e incisivi tappeti strumentali (Massimo Volume), chi mette su una "Piccola Orchestra" partendo da Arto Lindsay e approdando a una canzone d'autore raffinatissima (Avion Travel), chi recupera in anticipo di un decennio i suoni elettronici di Kraftwerk e compagnia, aggiornandoli in chiave dissacrante (Bluvertigo) e chi su quell'onda inventa un nuovo alternative-pop all'ombra della Mole (Subsonica), chi attualizza i grandi chansonnier in un'ottica new wave (La Crus) e chi precorre la rivoluzione hip-hop (Frankie Hi-Nrg) mettendo alla berlina i benpensanti. E non tramontano leggende del decennio precedente, come i Litfiba, convertiti a un nuovo (e per un certo tempo efficacissimo) verbo "tamarrock".
Infine, c'è spazio anche per una nuova generazione di artiste libere e originali, qui rappresentata da Cristina Donà, che attirerà alla sua corte anche Robert Wyatt, e da una Carmen Consoli ancora "confusa e felice" ma destinata a diventare una vera star nazionale mescolando il rock alle melodie mediterranee.
Un universo ricco e fertile che ha dato vita a una stagione unica per la nostra realtà musicale, idealmente suggellata dal n.1 in classifica di "Tabula Rasa Elettrificata" dei CSI. Prima che in Italia la parola "indie" diventasse scivolosa e controversa, aprendo la strada ad artisti che ben poco avevano da spartire con la sua origine.
Ecco qui sotto la nostra playlist "Italia 90" con 20 brani.