"Volevo che questo album avesse un’atmosfera. Alcuni dischi dei Cure sono tematici. ‘Disintegration’, ‘Pornography’ o ‘Bloodflowers’ hanno un'atmosfera, un nucleo emotivo. Ecco, mentre scrivevo la musica dell'album, c’era coesione”. Così Robert Smith racconta "Songs Of A Lost World", il 14° lavoro in studio della band britannica e il primo da 16 anni a questa parte, che uscirà il 1° novembre (pre-order già attivo).
Un disco che ha avuto una gestazione non poco travagliata. “Non credo che ci sia stato un inizio ufficiale per questo album - spiega Robert Smith, raccontandone la genesi - perché è stato un po' alla deriva dentro e fuori dalla mia vita per un tempo lunghissimo. Se ho un rimpianto è quello di averne parlato nel 2019, perché non avrei dovuto farlo, visto che avevamo appena iniziato a crearlo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato ‘faremo un nuovo album’. E poi l'idea, per varie ragioni, è stata rimandata. Già nel 2016-2017 mi stavo preparando per il 40° anniversario della band e pensavo che un nuovo album sarebbe stato il modo per celebrarlo, ma la vita mi è di nuovo piombata addosso e non l'ho fatto. E per come sono andate le cose, probabilmente è stato un bene”.
Smith sottolinea come, rispetto ad altri album della loro carriera, i brani di "Songs Of A Lost World" abbiano acquisito forza e coesione attraverso le performance live, un aspetto che ricorda il modo in cui i Cure hanno affinato il loro sound durante il tour di supporto a "Bloodflowers", album che chiudeva idealmente la cosiddetta “trilogia dell’oscurità” con "Pornography" e "Disintegration". Canzoni come "Alone" e "Endsong", suonate dal vivo prima della loro pubblicazione, hanno trovato una nuova dimensione emotiva grazie alla reazione del pubblico e al modo in cui la band ha imparato a viverle e suonarle.
La creazione di "Songs Of A Lost World", come si diceva, è stata un percorso lungo e tortuoso, attraversato da periodi di inattività e da momenti di ripensamento, riflettendo un processo simile a quello di "Pornography". L’album del 1982 segnò infatti uno dei momenti più cupi della carriera dei Cure, sia musicalmente che a livello personale, rappresentando per Smith e la band una sorta di esorcismo emotivo. In modo parallelo, "Songs Of a Lost World" affronta temi altrettanto profondi, come la perdita e la morte, con brani come "I Can Never Say Goodbye", dedicato al fratello scomparso di Smith, che si ricollegano a quelle atmosfere oscure e tormentate che hanno caratterizzato i momenti più intensi della discografia della band. “Le canzoni hanno sempre avuto questo elemento, la paura della mortalità - ha spiegato Smith - È sempre stato così, fin da quando ero giovane. Ma quando si invecchia, diventa più reale. Stiamo tutti invecchiando alla stessa velocità? Più o meno. Ho cercato di trovare il giusto tono, come nel caso di ‘I Can Never Say Goodbye’ che parla della morte di mio fratello. Ero così sconvolto che ho pensato che alcune delle versioni che avevo fatto fossero fantastiche. Poi le ho fatte ascoltare a qualcuno e mi ha detto: “Non puoi, è troppo. Eseguirla sul palco mi ha aiutato ad affrontare il lutto. Mi manca”.
Quanto al tema del trascorrere inesorabile del tempo, Smith riflette: "Io non sento affatto la mia età ma sono consapevole di aver compiuto 65 anni quest'anno. Le cose che mi interessano ora non sono quelle che mi interessavano 20 anni fa. Ci sono stati grandi periodi della storia dei Cure in cui alcune canzoni erano importanti e altre no. In questo album sono tutte importanti. Voglio che le canzoni significhino qualcosa”.
"Alone", la prima traccia diffusa ad anticipare l'album di cui apre anche la tracklist, è nata da quei momenti trascorsi da Smith a vagare all'aperto di notte, "guardando il cielo, di solito con un fuoco che arde da qualche parte nelle vicinanze... quando le fiamme si spengono e inizia a sorgere l'alba, c'è sempre un momento in cui non posso fare a meno di provare un senso opprimente di essere molto perso, molto solo, vicino alla fine". E' proprio questa la sensazione che cerca di catturare in 'Alone'. "Una volta scritta 'Alone' - ha confidato - sapevo che l'album ‘Songs Of A Lost World’ sarebbe stato realizzato”.
A proposito del secondo brano estratto dall'album e diffuso nei giorni scorsi, "A Fragile Thing", il leader dei Cure ha spiegato: nuovo brano: “Si tratta di una canzone ispirata alle difficoltà che incontriamo nello scegliere tra esigenze che si escludono a vicenda e da come affrontiamo il futile rimpianto che può seguire queste scelte, per quanto siamo sicuri di aver fatto le scelte giuste... spesso può essere molto difficile essere la persona che si ha davvero bisogno di essere”.
In "Endsong", invece, il pezzo che chiude l'album “i temi sono molto simili ad ‘Alone’, sono intrecciati, le canzoni quasi si fanno eco l'una con l'altra - sottolinea il cantante - Mi sento più o meno allo stesso modo di quando avevo dieci anni, quando ho assistito allo sbarco dell’uomo sulla Luna ma so che il mondo sotto i miei piedi non è più lo stesso di prima, e so che non lo sono nemmeno io. Il mondo in cui sono nato stava migliorando progressivamente ogni anno. Sembrava che fosse su una traiettoria ascendente e lo sbarco sulla Luna ne faceva parte. Quando ho compiuto 16 anni sembrava che il mondo si fosse come bloccato. E da allora ha continuato ad andare verso il basso. Questo è il cuore pulsante dell'album, ‘Songs Of A Lost World’, tutto ciò che è il mondo perduto”.
L’equilibrio tra luce e tenebra in "Songs Of A Lost World" riflette la dualità presente anche in "Disintegration" (1989), dove alla malinconia più profonda si contrapponevano momenti di struggente bellezza. Smith racconta anche di aver snellito l'album, riducendo la tracklist originale da 13 a 8 canzoni, per garantire un flusso emotivo più efficace, bilanciando il carico emotivo dei brani con l'inserimento di tracce meno opprimenti, pur mantenendo intatto il tono cupo e riflessivo che caratterizza il disco. "Un paio di canzoni, che amo davvero, sono state eliminate e ne sono state inserite altre che non pensavo avrebbero funzionato - confessa Smith - Ora è un disco migliore, perché ha un po' di luce e un po’ di tenebra. Ed è anche un album che la maggior parte delle persone che lo hanno ascoltato vogliono riascoltare. È la prima volta da molto tempo che qualcuno dice questo di un disco dei Cure".
Per celebrare il ritorno a 16 anni dal loro ultimo album in studio, "4:13 Dream" (2008), i Cure hanno anche annunciato un concerto e un evento in live streaming per il 1° novembre al Troxy di Londra, che sarà presentato come l'unica esibizione completa dal vivo del 2024. Intitolato "Show Of A Lost World", l'evento vedrà la band inglese l'intero album "Songs Of A Lost World". Il concerto sarà anche disponibile in live streaming gratuito su YouTube.
I biglietti per assistere di persona allo spettacolo dei Cure al Troxy di Londra saranno in vendita a partire da giovedì 17 ottobre alle ore 15 tramite la piattaforma di biglietteria DICE. £1 per ogni biglietto venduto sarà devoluto all'associazione benefica War Child. Oltre al concerto al Troxy, i Cure terranno una sessione dal vivo al Bbc Radio Theatre presso il Broadcasting House di Londra, che andrà in onda su Bbc Radio 6 Music e Bbc Radio 2 il 31 ottobre.
Per Robert Smith e compagni, dovrebbe arrivare a breve anche il documentario di Tim Pope, annunciato qualche anno fa. “Si farà sicuramente - assicura Smith - è una cosa in corso”. All’orizzonte, dopo quella con Gorillaz, Deftones e Noel Gallagher, ci sarebbe anche un’altra collaborazione al momento top secret.
Qui sotto la tracklist definitiva di "Songs Of A Lost World".