A un certo punto del film-concerto ricavato da una delle date del tour-monstre di Taylor Swift che proseguirà almeno fino al prossimo agosto, l’artista della Pennsylvania si rivolge al pubblico ringraziandolo per la pazienza: è soltanto grazie all’affetto costante dei propri numerosi fan se ha potuto sperimentare così tanti cambi di direzione nel corso della propria carriera, mutando spesso stile ed estetica, come avvenuto con gli “album della pandemia”, i gemelli “Folklore” ed “Evermore”, concepiti insieme ad Aaron Dessner dei National, molto diversi da quanto aveva prodotto fino a quel momento. “Midnights”, il progetto successivo, diffuso nel bel mezzo della campagna di re-recording dei primi sei dischi della Swift, rappresenta la migliore mediazione possibile fra le atmosfere delicatamente umbratili di “Evermore” (delle quali “Sweet Nothing” ne è naturale continuazione) e il synth-pop multicolor del periodo “1989”/“Lover”. Sintesi compiuta in maniera mirabile sin dalle prime tracce del disco, “Lavender Haze”, “Maroon” e la più briosa “Anti-Hero”, il singolo trainante, con base ritmica mutuata dal Prince di “Mountains” (altri riferimenti importanti si coglieranno più avanti, ad esempio in una “Midnight Rain” che palesa l’influenza di James Blake).
Quella architettata per “Midnights” è urban club music a battuta lenta: i beat pulsano, ma come narcotizza(n)ti, brulicano sottopelle promettendo esplosioni che non escono mai fuori da un ambiente controllato (“You’re On Your Own, Kid”, “Labyrinth”), dando vita a ritmi avvolgenti, notturni, dannatamente sensuali, determinati dall’orario in cui sono stati composti, intorno alla mezzanotte, sfruttando le notti insonni di Taylor.
Due tracce poste grosso modo a metà tracklist concretizzano in maniera esemplare l’ambivalenza di “Midnights”: il lato pop è rappresentato dal trascinante crescendo di “Question…?” (indiziata di essere una dedica all’ex Harry Styles), quello più orientato al clubbing dall’infettiva revenge song “Vigilante Shit”, autorevole esecuzione che guarda a Billie Eilish portando in dotazione i suoni che resero potente “Reputation”.
Dopo due highlight di questa portata “Midnights” si perde un po’, alla lunga non si rivela in grado di mantenere il medesimo livello raggiunto nella prima parte, riprendendosi con la conclusiva “Mastermind”, il fiocchetto ideale da apporre sulla confezione.
Praticamente in contemporanea con la versione base, è stata però immessa sul mercato la “3 a.m. Edition”, forte di ben sette bonus track concepite col medesimo mood notturno, tre delle quali (“The Great War”, “High Infidelity”, “Would’ve, Could’ve, Should’ve”) frutto della collaborazione con Aaron Dessner, anche se la sequenza migliore è fissata nei movimenti sinuosamente electro di “High Infidelity” e “Glitch”. A distanza di qualche mese l’orologio di Taylor continua a scorrere, e arriva nuovo materiale a giustificare una nuova issue che si spinge idealmente fino all’alba, la “’Til Dawn Edition”, nella quale sono state incluse ulteriori tre tracce. Si tratta di “Hits Different”, con le chitarre di Aaron Dessner, “Karma”, registrata ex novo con il featuring di Ice Spice, e soprattutto una new version di “Snow On The Beach”, l’occasione sprecata nel “Midnights” originale a causa dell’intervento di Lana Del Rey (altra musa ispiratrice della Swift) indistinguibile nel mix finale. Questa seconda opportunità (sottotitolata non a caso “more Lana Del Rey”) aggiusta il tiro rendendo giustizia a Lana: le due cantanti sono tornate in sala di registrazione per interpretare una nuova take, con alcune differenze nella parte musicale e la Del Rey finalmente protagonista nella seconda strofa.
Quasi interamente scritte a quattro mani con il produttore Jack Antonoff, nell’esaltante trasposizione live le canzoni di “Midnights” occupano la parte conclusiva in tutte le serate del monumentale “Eras Tour”: è anche grazie a questa notevole spinta promozionale se il disco ha allungato con prepotenza la sequenza di record e successi di Taylor Swift. Diventerà senz’altro uno dei suoi album più venduti, nel frattempo sta facendo incetta di riconoscimenti in ogni angolo del globo, fra i quali vanno citati almeno nove (!!) Mtv Video Music Awards, seconda migliore prestazione di sempre dopo il Peter Gabriel del 1987, e sei nomination ai Grammy Awards comunicate proprio in questi giorni: “Midnights” è candidato nelle categorie Album of the Year e Best Pop Vocal Album, “Anti-Hero” è in gara per Record of the Year, Song of the Year e Best Pop Vocal Performance, il duetto con Ice Spice “Karma” per Best Pop Duo/Group Performance. Jack Antonoff è inoltre candidato nella categoria “Producer of the Year, non Classical”, anche grazie al lavoro svolto su questo disco.
Edit: il 5 febbraio 2024 "Midnights" si aggiudica due Grammy Awards, nelle categorie "Album Of The Year" e "Best Pop Vocal Album". Taylor Swift diventa così la prima artista nella storia dei Grammy a vincere per quattro volte il premio per "Album Of The Year", dopo le affermazioni avvenute in passato grazie a "Fearless", "1989" e "Folklore".
17/11/2023