Autore: Donato Zoppo
Titolo: Prog. Una suite lunga mezzo secolo
Editore: Arcana
Pagine: 352
Prezzo: 24.00 euro
Da quale convergenza di eventi ebbe origine il progressive rock?
Il punto di partenza furono i Beatles: il loro pop spensierato da "Rubber Soul" in poi andò facendosi gradualmente più sofisticato, sperimentale, aperto alle più svariate influenze, con tecniche di registrazione creative che avrebbero fatto scuola.
Nel frattempo Bob Dylan aveva conferito al rock una dimensione impegnata, seria e meditata, la psichedelica portò rarefazioni e dilatazione nella durata dei pezzi, ma anche Frank Zappa, Beach Boys, Pink Floyd, Soft Machine, Moody Blues, Traffic, Who e Velvet Underground lasciarono tracce fondamentali per l'evoluzione di quello che non poteva più chiamarsi genericamente rock'n'roll.
D'altro canto il successo di band come Procol Harum e Nice stavano anticipando un filone citazionista e barocco che avrebbe contribuito a conferire al rock forza espressiva ed apertura culturale, utilizzando forme e stili di provenienza colta.
Dal 1965 in poi lo standard di riferimento divenne il desiderio di esplorare stati alterati di coscienza, l'avvento di strumenti quali il Mellotron ed il Moog aumentarono ulteriormente la capacità espressiva dei singoli musicisti, intanto il boom del formato 33 giri trasformava il disco in un contenitore più capiente, in grado di accogliere opere più ambiziose, da lì l'illuminazione di unire le canzoni da un argomento unificante, nacque così l'idea di concept album.
Sono questi i germi che porteranno a far prosperare il progressive rock, il genere musicale che diede il meglio di sé nella prima metà degli anni 70, a partire dal punto zero individuabile in quel manifesto d'intenti che fu "In The Court Of The Crimson King" dei King Crimson di Robert Fripp.
Un'epopea che si caratterizzò per le meravigliose imprese di Genesis, Yes, Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer, Van Der Graaf Generator e Gentle Giant, ma anche di band meno note o semplicemente meno fortunate, quali High Tide, Nektar, Sebastian Hardie e una moltitudine di altre.
Senza dimenticare formazioni quali Hawkwind, Camel, Caravan o l'intera scena di Canterbury, che si contaminavano con i generi più disparati.
Imprevedibilità e anticonvenzionalità condussero al superamento di tutti i canoni precostituiti, generando un "progresso" nella musica pop e sviluppando nuove forme compositive lontane dalle consolidate logiche radio friendly.
Donato Zoppo, uno dei massimi conoscitori italiani della scena prog, compie un'opera di incredibile sintesi, riuscendo a racchiudere l'intera parabola del movimento in poco più di trecento pagine scorrevoli e vibranti, analizzando anche tutti quegli eccessi che lo portarono in una situazione di stallo creativo dal 1974 in poi, fino ad essere spazzato via dall'uragano punk.
Alle prime difficoltà di ispirazione dei giganti del prog, emersero tendenze nostalgiche e revivaliste: Ramones e compagnia tornarono ai giubbetti di pelle e, privi dell'imbarazzo da prestazione tecnica, presero il sopravvento sugli stanchi dinosauri.
Ma negli anni 80, mentre i vecchi giganti si trasformavano in qualcosa d'altro (i Genesis diventarono superstar del pop, i King Crimson cambiarono pelle, gli Yes raggiunsero un insperato successo mondiale con "Owner Of A Lonely Heart"), nuove leve si affacciavano alla ribalta rinnovando antichi fasti, Marillion su tutti.
Nel decennio successivo due mondi entrarono definitivamente in contatto: progressive e metal fusi assieme generarono una fiorente scena dalla quale uscirono brillanti produzioni; band come i Dream Theater raccolsero stuoli di fan fedelissimi in ogni angolo del globo.
Il prog seppe così rigenerarsi, convogliandosi in mille rivoli, mostrando una capacità di adattamento inaspettata e rendendo a volte virtù i propri eccessi.
Una storia che continua nel nuovo millennio grazie a lavori di molte band oscure e di altre più importanti, fra i quali meritano di essere citati almeno Porcupine Tree e Mars Volta.
Un'intera sezione del libro è dedicata all'avvento delle scuole nazionali, e accanto al seminale kraut tedesco fa degno sfoggio il rock progressivo italiano, con le esperienze di Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, New Trolls, Osanna, Rovescio della Medaglia, Locanda delle Fate e Balletto di Bronzo, giusto per citare i fenomeni di maggior seguito.
Destano interesse anche i resoconti meno noti della scena francese, olandese, scandinava, iberica, sovietica e persino giapponese.
La narrazione cronologica si presta egregiamente a racchiudere in maniera compiuta l'intera storia del progressive rock, e l'autore non manca di allargare il cerchio a tutti i più grandi fenomeni musicali degli ultimi quarantacinque anni, dai Led Zeppelin ai Doors, da Jimi Hendrix a Michael Jackson e Madonna.
"Prog" è un libro che, pur dimostrandosi uno dei più completi e aggiornati saggi mai scritti sull'argomento, non si limita a raccontare l'evoluzione di un genere, ma intende ripercorrere mezzo secolo di musica facendoci rivivere gran parte dei dischi che abbiamo amato di più nella nostra vita.