Dieci Piccoli Italiani

Dieci Piccoli Italiani - N. 52

di AA.VV.

imnotablonde_03I'M NOT A BLONDE - 03 Ep (2015, autoprodotto)
electro-pop

Con il terzo e ultimo Ep di questa serie, diventa chiara l'idea con la quale le due milanesi hanno diviso le loro canzoni all'interno delle diverse release. Più si va avanti, infatti, e meno i brani sono immediati, pertanto in questo terzo Ep troviamo i tre episodi più sfuggenti e meno catalogabili in un genere preciso. Le melodie, infatti, sono poco assimilabili, il suono è una pura fusione tra chitarre ed elettronica e lo sviluppo dei brani è a forma decisamente libera. In ogni caso, anche in questa veste la proposta continua a essere accattivante e anche se si rimane un po' spiazzati, la curiosità nell'ascoltare cosa succederà all'interno delle canzoni è sempre viva. Gli orizzonti sono sempre più ampi per le I'm Not a Blonde ed è stato bello seguire grazie a questi tre Ep l'evoluzione di un progetto cui lo status di promessa inizia a stare un po' stretto (Stefano Bartolotta 7/10)


giorgienessGIORGIENESS - Non Ballerò (singolo) (2015, Sangue Disken/Ja.La/Edac)
alt-rock

I Giorgieness sono una band valtellinese di stanza a Milano e da diverso tempo si sono fatti un nome nel capoluogo lombardo e dintorni grazie ai tanti concerti. Il progetto ruota attorno alla figura di Giorgie D'Eraclea, ventenne dal fisico minuto e dal grande carisma sul palco. Questo singolo è la prima uscita ufficiale dopo il descritto aumento di popolarità (c'era stato l'Ep "Noianess" del 2013) e il lato B è la cover di "Cannibal's Hymn" di Nick Cave. "Non ballerò" è semplicemente una bella canzone, intensa e matura allo stesso tempo, con un suono prevalentemente acustico che ha l'abilità di lasciar trasparire la forte tensione emotiva che poi esplode nel finale del brano. La melodia e il timbro vocale sono di assoluta qualità e il testo è decisamente efficace e a fuoco. I Giorgieness stanno ottenendo sempre più riscontri positivi ultimamente, e ormai è ora che di loro si accorgano tutti a livello nazionale perché il loro talento è indiscutibile e il loro impatto è di quelli che colpisce subito (Stefano Bartolotta 7/10)


barbados_01BARBADOS - Runaway Stories (2015, More Letters)
dream-pop

L'intro di questo Ep dei Barbados rende sorprendente (in modo alquanto provinciale), con il suo jangle etereo, che la band provenga da Bari e non da qualche grumo hipster della East Coast. Le interpretazioni vocali del frontman, Cataldo Bevilacqua, contraddicono un po' l'understatement che ci si aspetterebbe, poi, da una proposta del genere, ma non così sgradevolmente (l'accento può ricordare, in modo molto meno parossistico, quello dei Delawater). Dopo che l'iniziale "Sorry Again" si è volatilizzata in modo un po' impalpabile, in "Have You Ever" il progetto punta, più che allo stile Captured Tracks, a un più generico indie-rock che attinge all'alt-rock anni 90 (a partire dai Dinosaur Jr. fino ai Guided By Voices). Bisogna aspettare "Can't Tell" per ritrovarsi nei territori psych-jangle dei Real Estate, perché "Down the River" propone invece un trasandato istrionismo a metà tra Mac DeMarco e Adam Green. Il tutto suona ragionevolmente interessante, con arrangiamenti misurati che tentano in qualche modo di contenere e dare un contesto alle interpretazioni vocali. Si sviluppa però un senso generale di incoerenza, che la ballata Reed-iana finale "Chunky Smile" non riesce a fugare - traccia anche che dimostra come la band riesca a coprire con arrangiamenti efficaci i buchi di scrittura. Però appunto si passa da dream-pop (con o senza inflessioni psych o jangle) ad alt-rock e garage-pop e addirittura (appunto in "Chunky Smile") Americana-soul nello spazio di un quarto d'ora. Decisamente da valutare su Lp (Lorenzo Righetto 6,5/10)


liliesonmarsLILIES ON MARS - Ago (2015, Lady Sometimes)
electro-pop

Quarto albo lungo per le cagliaritane - ma da tempo rilocate a Londra, e patrocinate anche da Battiato e Fennesz - Lisa Masia e Marina Cristofalo, in arte Lilies On Mars. Diversi cavalli di battaglia fanno di "Ago" un agglomerato particolarmente dreamy di disco-pop evanescenti. Per cominciare c'è "Steaming", poi la superiore e più contagiosa "Dancing Star", il twist Kraftwerk-iano di "From The Earth To Above" e la balera esotico-stellare di "Rachel Walks By The Sea". "It Was Only Smoke" è poi persino pura glassa di produzione alla Art Of Noise; il cantico di streghette di "Midnight Fall" lo migliora in senso avanguardista. E vi è un synth-pop di alieni, "It Might Be", forgiato da elementi hip-hop e dub. Fin qui è un valente raggiungimento nel solco del revival dissezionato e ricomposto degli Stereolab. Ciò che lo rende speciale è però la chiusa, i sette minuti di "I've Got You", un soffio solitario che lancia un'opalescente fantasia acid-jazz, implodente in una scia di sibili bionici in un silenzio cosmico. Piccolo ma profondo tocco di classe (Michele Saran 6,5/10)


eniddENIDD - Stock Phrase Again (2015, autoprodotto)
slacker girl

Presieduto da Michele Zamboni (Farglow, Debris Hill), "Stock Phrase Again" è il minutissimo esordio (tre pezzi) delle Enidd, duo veronese formato da Silvia Morandi ed Erica Lonardi (batterista degli Any Other). I ruggenti Novanta vivono nelle secchezza delle interpretazioni vocali e del sound, che si alimenta di suoni isolati, estremi bassi e alti, come il buio e la luce che si alternano in copertina. Con un approccio più "slow" rispetto all'arrembante madrina Adele, le Enidd si muovono sui territori di Bedhead e Codeine (la title track), ma con immancabili traiettorie slackerwritress, come nella bellezza trasandata di "Dismal Science". Una sorta di sintesi di queste due anime si realizza in "Forty Winks", trasposizione trasognata e malinconica che non nasconde ancora una volta un'espressività già ben definita. Il disco è tutto qui e, nonostante non ci fosse molto da dire in più, ne aspettiamo ancora e ancora (Lorenzo Righetto 6,5/10)


youarethecakeYOU ARE THE CAKE - You Are The Cake Ep (2015, autoprodotto)
alt-pop

Nati come My Foolish Heart, il duo piemontese formato da Stefano Ordazzo e Caterina Sandri cambia nome in You Are The Cake, e lancia il nuovo progetto con un Ep omonimo. Il folk progressivo del primo progetto fa ora posto a gioiellini di noise-pop d'antan: "People Stop Walking", con un sentore tutto Yo La Tengo, i crooning a perdifiato di "In The Pocket" e "Aerial Little Boy". I nove minuti di "Young Old Man" sono religiosamente spartiti tra una ballatona elettrica e un salmo slowcore, la cui filigrana acustica tende a sfilacciarsi di battuta in battuta, e sulla quale pure il duo infierisce con quintali di distorsione (ricavandone, però, anche arcobaleni lisergici). Pur con un missaggio non perfetto (la voce epigonica degli Housemartins è a un volume discutibile), diffonde irruenza, spinta da rasentare un effervescente caos, e una trascendenza armoniosa che restituisce una cantabilità mai stucchevole. Registrato e prodotto in solitaria, in mezzo alla campagna (Michele Saran 6,5/10)


amenAMEN! - Preghierine (2015, Costello’s Records)
electro-pop-rock

Questa band di Arezzo debutta sulla lunga distanza con una proposta in bilico tra chitarre ed elettronica con alcune piccole derive hip-hop. C'è una buona varietà tra una canzone e l'altra non solo grazie all'alternanza di due voci solite, ma anche perché i suoni e la sezione ritmica sono gestiti sempre in modo diverso, in modo che ogni volta ci si muova in modo nuovo tra un'attitudine da storytelling e una dance. Il rischio, in questi casi, è quello di un minestrone senza coerenza globale, invece il quartetto è abile a realizzare una proposta compatta nelle sue numerose sfaccettature. Non ci sono particolari picchi qualitativi, ma il disco è solido e scorre bene ed è importante il fatto che gli Amen! siano stati capaci di mettere giù concretamente un’idea senz'altro ambiziosa. Da seguire perché il tempo è sicuramente dalla loro parte (Stefano Bartolotta 6.5/10)


quanahparker_01QUANAH PARKER - Suite degli animali fantastici (2015, M. P. & Records)
prog-rock

Gli storici veneti Quanah Parker di Riccardo Scivales hanno iniziato una carriera, dopo anni di esistenza, con la prima raccolta di vecchi brani riarrangiati, "Quanah" (2012). Altri brani dei loro primordi compaiono nel successivo "Suite degli animali fantastici". Il grosso dell'album è comunque costituito dalla suite eponima in otto parti, dopo un'introduzione esoterica ma cullante di toni di tastiera e vocalizzi, quasi alla Sakamoto ("From Distant Lands"). Si va a episodi: a parte gli interludi, che sfruttano tecniche avanzate di elettronica e campionamenti, si distinguono lo sprint di "Danza di un mattino", la ballata epica e operistica di "Deja Vu fantastico", e la quasi pizzica di "Animale multiforme". Tra i pezzi vecchi vi è invece un'altra suite, i nove minuti di "Death Of A Deer" (tra sospensioni, marcette celtiche e cavalcate bluesy) e un soul di tutto punto, "Make Me Smile". Scritto da Scivales (e, in parte, da Alessandro Monti, anche basso e flauto dolce), la cui ambience elettronica fa da architettura, o, meglio, da guscio. Non spadroneggia, anzi ospita con armonia le improvvisazioni argentine della chitarra, senza alcuna guerra né intralci drammatici, con un suono verace e artigianale. Formazione, oltre a Scivales-Monti: Elisabetta Montino (canto), Giovanni Pirrotta (chitarra), Paolo Ongaro (batteria). "A Big Francesco" è dedicata alla voce del Banco, Francesco Di Giacomo, scomparso qualche tempo prima. La prima parte di "Danza di un mattino", nelle intenzioni originali, avrebbe dovuto far parte di un riarrangiamento di "Felona e Sorona" delle Orme (Michele Saran 6/10)


winterdust_01WINTER DUST - Thresholds (2015, autoprodotto)
post-rock

Tornano i Winter Dust, buona formazione "post" padovana, che aveva convinto col precedente "Autumn Years", iniettando una sana carica di onestà e dramma emo in solenni ambientazioni post-rock, presentando una propria formula senza indulgervi. Questo è quanto succede un po' nell'ultimo "Thresholds", album di sole quattro tracce piuttosto monolitiche, senza il liquido ed evocativo dinamismo passato (una sorta di "albero della vita" condensato). In "Thresholds" invece la band si dedica a un post-rock più "ambientale" e descrittivo, utilizzando soluzioni di genere un po' telefonate come le chiusure loud e usando un po' la mano pesante come unico strumento di suggestione emotiva. Un po' per mancanza di ispirazione (l'immagine generale del risveglio, della luce che filtra, è ormai lisa) un po' per normalizzazione della propria proposta, "Thresholds" è purtroppo un passo indietro per la band (Lorenzo Righetto 6/10)


ericaromeoERICA ROMEO - White Fever Ep (2015, autoprodootto)
songwriter

Originaria di Biella, Erica Buzzo incide ventenne il suo primo Ep "Piccola Genesi" (2003). Trasferitasi a Roma, si perfeziona sia nell'attività dal vivo che nello studio della chitarra. Quindi, rilocata a Milano, approda a un secondo "Erica Leaves Ep" (2013). Rinominatasi Erica Romeo (il cognome della madre), la cantautrice dà, tramite il nuovo "White Fever Ep", le sue prime tre migliori ballate: la Cranberries-iana "White Fever", la ninnananna folkish "Secret", e una "Graduated Shadings" con sovratoni "Harvest"-iani. Merito, più che del suo canto medio, competente e per niente avventuroso, ma anche di una scrittura salda, degli effetti sonori del produttore Federico Altamura, scampoli di pittura elettronica e sminuzzamenti vocali, qua e là. Il resto sono riempitivi, canzoncine semiacustiche ancora da sbozzare - una "Little Corner" scritta per Ibanez Italia -, e una intro che cita scriteriatamente Vangelis (scritta dal co-produttore Peppe Petrelli). Depositato sulla nuova piattaforma alternativa di copyright Patamu (Michele Saran 6/10)

Discografia

I'M NOT A BLONDE - 03 Ep (2015, autoprodotto)
GIORGIENESS - Non Ballerò (singolo) (2015, Sangue Disken/Ja.La/Edac)
BARBADOS - Runaway Stories (2015, More Letters)
LILIES ON MARS - Ago (2015, Lady Sometimes)
ENIDD - Stock Phrase Again (2015, autoprodotto)
YOU ARE THE CAKE - You Are The Cake Ep (2015, autoprodotto)
AMEN! - Preghierine (2015, Costello's Records)
QUANAH PARKER - Suite degli animali fantastici (2015, M. P. & Records)
WINTER DUST - Thresholds (2015, autoprodotto)
ERICA ROMEO - White Fever Ep (2015, autoprodootto)
Pietra miliare
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