Kula Shaker

Un mantra pop-rock

intervista di Michele Corrado

Il 2016 è un anno cruciale per i Kula Shaker. In primis perché sono tornati ad incidere un disco dopo uno iato durato ben sei anni, il buon K 2.0, poi perché quest’anno si celebra il ventennale del capolavoro K. Non potevamo dunque non provare a scambiare due chiacchiere con la band, Crispian Mills (voce e chitarra) e Paul Winterhart (batteria e percussioni) hanno gentilmente accolto le nostre domande. Ne è venuto fuori un divertente botta e risposta via e-mail che ha percorso la loro carriera ma anche toccato, data l’importanza della multiculturalità nella musica dei KS ci sembrava il minimo, un argomento politico delicato come la Brexit e il loro modo di intendere la spiritualità.

 

Ciao, chi c’è? Come state? Da dove mi scrivete?
Paul e Crispian: Ciao, siamo Paul e Crispian. In questo momento ci troviamo nell’aeroporto di Barcellona, siamo di ritorno verso Londra da un concerto. Non va molto bene, siamo molto stanchi, non c’è nulla di vegetariano da mangiare e per il nostro volo è previsto un ritardo di tre ore.

 

Ben venti anni separano K da K 2.0. Mi piacerebbe iniziare questa intervista domandandovi, generalmente, come avete visto cambiare la scena musicale in questo lungo lasso di tempo, come il vostro approccio ad essa è cambiato.Paul: Siamo sempre stati ispirati dallo spirito di avventura e di abbandono che la musica sembrava avere negli anni sessanta e all’inizio dei settanta. Quello che è venuto dopo, intendo l’imprenditoria e la tecnologia, ha sortito in gran parte dannosi per la musica.
Crispian: Concordo. Per forza di cose ascolto molta musica con il mio telefono, gli mp3 suonano una merda.

 

L’influenza dell’India e della sua spiritualità sono sempre stati un ingrediente essenziale della vostra musica. Come sono cambiati, rispetto ai vostri esordi, il vostro approccio a questa spiritualità e la maniera di instillarla nelle vostre canzoni?
Paul: Io mi sento ancora un neofita. Certo, abbiamo suonato un sacco di rock’n roll, in tour abbiamo attraversato il mondo, abbiamo aperto una nostra casa discografica, abbiamo persino messo su famiglie, ma… viaggi spirituali? Siamo solo all’inizio.
Crispian: Yeah, siamo piuttosto calmi. Più consapevoli, meno insicuri, meno ricchi.

 

Mi dispiace insistere su questa cosa dei vent’anni, giuro che non sto provando a farvi sentire vecchi, ma sono molto curioso riguardo la genesi di una canzone di K 2.0, Infinite Sun. Si tratta di un pezzo che live suonate da circa venti anni, ma che non è stato mai incluso in un album. Come mai avete tenuto in sospeso un inno così potente per tutto questo tempo?
Paul: Mmm, non penso che venti anni fa già suonassimo Infinite Sun come una vera e propria canzone.
Crispian: No, ma era un canto dei nativi americani che usavamo per jammare e che è diventato una canzone soltanto per l’ultimo disco.
Paul: Si vero. Ad ogni modo è nata cantando seduti sui cuscini intorno a un tavolo, tra amici, incenso e Chillums, o forse attorno ad un fuoco con i devoti di Krishna cantando bhajan.
Crispian: Durante una serata normale per i Kula Shaker quindi.

 

Veniamo un po’ all’odierna scena musicale. C’è una band, gli Yeasayer da new York, che, per quanto faccia una musica completamente diversa dalla vostra, in qualche modo ricorda la vostra maniera di mescolare musica pop e musica etnica. Li avete mai ascoltati? Che ne pensate?
Paul: Li ho ascoltati, suonano estremamente interessanti.
Crispian: Si, li tengo sotto controllo.

 

Avete scovato qualcosa di interessante tra la musica degli ultimi anni? Volete consigliare qualcosa ai nostri lettori?
Paul: L’anno scorso ho visto i Battles live, una potenza, così orientati alle percussioni. Poi mi sono piaciuti molto i primi due dischi di Tune Yards e le Warpaint. Ah, e c’è una tipa che si chiama Du Blonde, è fortissima.

 

Mi perdonerete per l’ex cursus, ma ci tengo ad accennare con voi al topic politico del momento. Come avete accolto, voi che avete sempre rappresentato la multiculturalità di Londra e del Regno Unito, il risultato del referendum per la Brexit?
Crispian: Guarda, io non credo che la Brexit possa cambiare Londra. C’è un sacco di merda che alimenta la paranoia da entrambi i lati di questa disputa. Io non credo negli adulti e ‘don’t believe the hype’.

 

A breve inizierà un tour per i venti anni di K. Cosa ci dobbiamo aspettare da questi live?
Crispian: Beh, ci hanno chiesto se vogliamo suonare K nella sua interezza e abbiamo pensato che ‘certo che tocca farlo’, che ‘ovvio, è il suo ventennale’. E poi si tratta davvero di un lavoro completo, da ascoltare dall’inizio alla fine, l’ideale per farne un grande show. Abbiamo iniziato le prove per il tour da poco ed è stato meraviglioso tornarci su. Ovviamente ci saranno anche delle sorprese, all’inizio e alla fine degli spettacoli.

 

Presto suonerete anche in Italia, cosa vi aspettate dai vostri fan nostrani?
Crispian: Adoriamo suonare in Italia. Amiamo i fan, il cibo, la bellezza.

 

Grazie ragazzi, buona serata.
Crispian e Mark: Grazie a voi, ciao (in italiano).