David Gilmour,
Nick Mason e
Roger Waters ricordano con affetto e nostalgia l'ex-compagno
Syd Barrett, membro fondatore dei
Pink Floyd presto costretto all'isolamento da gravi problemi psichici, nel documentario “Pink Floyd: The Story of Wish You Were Here", in onda mercoledì 28 agosto alle 23,35 su Rai 5. La sua genialità e il suo talento innovativo sono il motivo scatenante di questo album, in cui i vecchi compagni desideravano, come recita il titolo, che Syd fosse ancora al loro fianco per condividere la storia dei Pink Floyd.
"Pink Floyd: The Story Of Wish You Were Here" è una sorta di omaggio al "Crazy diamond", il primo leader dei
Pink Floyd, il compagno perduto che la band inglese continuò a rievocare anche nei dischi successivi alla sua uscita.
Tutto parla di lui, ma lui non c’è. Nemmeno quando compare senza annunciarsi negli studi di Abbey Road il 5 giugno 1975, scioccando i suoi ex-compagni che sono al lavoro su “Shine On You Crazy Diamond”, la canzone dedicata a lui. È irriconoscibile: corpulento, sopracciglia e capelli rasati, ma soprattutto sguardo spento.
Syd Barrett, nell’album “Wish You Were Here”, che uscirà a settembre dello stesso anno, è presente con la sua assenza.
I disturbi psichici legati all’abuso di droghe costringono Barrett ad abbandonare il gruppo nel 1968. Ma sono le sue visioni psichedeliche a rendere i Pink Floyd un fenomeno cult: “Appena sono entrato in studio mi sono accorto che era Syd il motore creativo”, ricorda il primo produttore della band Joe Boyd.
Nel 1973, cinque anni dopo la dipartita di Barrett, “
The Dark Side Of The Moon” diventa il top album di tutti i tempi. Il successo planetario disorienta i quattro artisti, soffocati dall’industria musicale: “Dovevamo capire per che motivo eravamo nel settore – se eravamo effettivamente artisti oppure uomini d’affari”, racconta il chitarrista David Gilmour e continua: “Non ci saremmo più separati perché avevamo paura del dopo Pink Floyd, di perdere quel marchio così forte e protettivo”.
Quando a gennaio 1975 si mettono in studio per un nuovo album, l’inerzia creativa li congela. L’ombra di Syd grava sul gruppo: costruiranno un album basato sull’assenza che parte dalla mancanza del loro primo
frontman. Recuperano “Shine On You” dell’anno precedente. “È il mio omaggio a Syd. L’esperienza sincera della mia tristezza, l’ammirazione del suo talento e il dolore per aver perso un amico”, racconta Waters, che vede “Wish You Were Here”, nata dalla collaborazione con Gilmour, come un'idea più ampia: “Posso dirvi che cosa significa per me, ma qualsiasi interpretazione è legittima”.
La delusione per l’industria musicale è l’altro grande tema, espresso in “Have A Cigar”, registrata dal cantante
Roy Harper, che si trova lì per caso, perché nessuno della band riesce a cantarla.
"Wish You Were Here" è un concept-album sulla purezza e l'innocenza ormai perdute, con riferimenti neanche troppo velati a Syd Barrett. Venderà 19 milioni di copie in tutto il mondo, passando alla storia insieme alla copertina dell’artista Storm Thorgerson, con i due uomini d’affari che si stringono la mano mentre uno dei due prende fuoco, non un fotomontaggio ma uno scatto del socio di Thorgerson, Aubrey "Po" Powell.
“È un album di dolore, rabbia e amore. Ma soprattutto amore”, dirà Waters, che nel 1985 lascerà la band. Gilmour, Waters, Wright e Mason suoneranno di nuovo insieme solo 25 anni dopo, nel 2005. L’anno successivo, a 60 anni,
Syd Barrett morirà.