L'industria musicale non crea nulla, può solo sfruttare le capacità delle sue vittime (i musicisti); l'industria musicale vuole mantenere i desideri dei suoi clienti al livello più basso possibile, perché le formule facili sono più semplici da riprodurre. I musicisti con integrità sono più difficili da controllare; l'industria della musica prende tutte le sue decisioni sulla base del profitto, hanno orecchie solo per il fruscio del denaro
(Stralcio dal Manifesto del Rock In Opposition scritto da Chris Cutler)
Il Rock In Opposition è stato un movimento orgogliosamente minoritario che ha avuto un solo interesse, quello di difendere la libertà d'espressione dei musicisti. Nato in Inghilterra grazie agli Henry Cow, in un ambiente vicino alla sinistra internazionalista, si espande per raccogliere band di vari paesi nel mondo tra cui, sin dalla prima ora, Stormy Six, Samla Mammas Manna, Univers Zero, Etron Fou Leloublan, a cui in breve tempo si aggiungono Art Zoyd, Art Bears e Aksak Maboul. In questo contesto, che è persino limitativo definire di nicchia, il polistrumentista Fred Frith è una delle menti più creative, autore di una carriera poliedrica, tutt'oggi attiva, in cui è riuscito a collaborare con artisti come Robert Wyatt, Derek Bailey, Residents, Mike Oldfield, Brian Eno, Mike Patton ecc.
Considerato uno dei chitarristi britannici più originali, Frith inizia ben presto la carriera solista con “Guitar Solos” (1974) che si segnala per la notevole tecnica, prima di approdare nell’etichetta dei Residents, la Ralph Records, con “Gravity” (1980), Lp in pieno territorio Rio suonato per metà con i Samla Mammas Manna e per metà con gli americani Muffins. L’anno dopo Frith continua il suo percorso solista di utopistica ricerca della musica totale (cioè non inquadrabile in nessun genere noto) con “Speechless” (1981) in cui ripete la medesima metodologia del precedente (la duplice collaborazione con band differenti).
Registrato con la collaborazione dei francesi Etron Fou Leloublan per i brani del lato A e con i newyorkesi Massacre per quelli del B, "Speechless" può ritenersi un punto di arrivo (fino a quel momento) di quella linea immaginaria che unisce i maestri dell'avanguardia, da Varese ai minimalisti, con gli AMM, i Faust, i Velvet Underground, le Mothers di Frank Zappa, la Magic Band di Captain Beefheart, nonché parte del prog-rock e della scuola di Canterbury con i musicisti del Rock In Opposition. Frith va oltre la fine di questo percorso, aggiornando il Rock in Opposition anche alla new wave ironica e surreale dei Residents, tanto è vero che è proprio la loro etichetta, la storica Ralph, a produrre l'album.
"Speechless" (1981) conferma Frith come visionario autore di sonorità che sono un sorprendente esempio di delirio organizzato, un caos geometrico che spicca in modo clamoroso per originalità e complessità. Si tratta di un lavoro bizzarro, a tratti farneticante, che porta ancora più all'estremo l'anti-commercialità degli Henry Cow. Difficile immaginare un contenitore più variegato e caotico, capace di amalgamare registrazioni ambientali prese dalle strade di New York, musica concreta, manipolazioni di nastri, improvvisazione libera, musica popolare, free-jazz, musica rock destrutturata, in un bizzarro connubio di musica d’avanguardia che non si prende sul serio, ma che si contraddistingue proprio per l’ironia (caratteristica tipica di gran parte del movimenti Rock in Opposition).
In questo magma di suoni presi dalla strada emerge improvviso un basso post-punk (“A Spit In A Ocean”) che sembra provenire da un album dei Tuxedomoon, prima di ritrovarsi in un folk ambientale dalle sonorità vagamente spagnole (“Navajo”), in un mix bizzarro di flauto con uno scacciapensieri nella doppia versione di “Kick The Can”, nella new wave d'avanguardia di “Balance” o nei suoni totalmente free di “Saving Grace”.
Se l’ironia c’è, è comunque carica di angoscia nei due minuti di musica inqualificabile (tra musica circense e ritmi elettronici) di “Carnival On Wall” o nell'andamento orientale di “Ahead In The Sand”.
Frith trova la sintesi perfetta nei sette minuti di “Laughing Matter/Experanza”, un delirio sonoro che centrifuga in un unico contenitore musica popolare, rock e avanguardia come se i King Crimson si cimentassero con i collage di Frank Zappa. E’ una formula tutt'altro che semplice, ma segna un passo enorme nella direzione della musica totale che in tanti hanno perseguito ostinatamente. Il collage di “Women Speak To Men” è un nuovo calderone che contiene di tutto e che non sfigurerebbe né in “Trout Mask Replica” né in “Uncle Meat” o in “Meet The Residents”, contenendo di fatto elementi presenti in ognuno di questi tre capolavori.
Nella title track Frith si diverte a manipolare le registrazioni ambientali di voci di passanti, tentando di recuperare (manipolandole) le intuizioni musicali di John Cage (l’idea che tutto sia musica). Sparse tra i brani, appaiono bizzarrie degli amici Residents, come in "Conversations With White Arc" dal ritmo praticamente identico al manifesto della devoluzione “Six Things To A Cycle”.
“Speechless” è stato considerato come un’opera fuori dal suo tempo, al punto che lo stesso Frith è stato definito un musicista naif. In effetti sin dalla sua adesione agli ideali internazionalisti degli Henry Cow, Frith non può affatto considerarsi estraneo ai suoi tempi, semmai oltre i suoi tempi. Il suo capolavoro "Speechless" andrebbe quindi visto come un grande atto d'amore per la libertà, che proprio per questo non parla alla sua generazione, ma ambisce a parlare a tutte le generazioni, senza limiti di tempo. Ed è sorprendente che una musica d'avanguardia, tendenzialmente vista come esempio di assoluta incomunicabilità, possa ambire a tanto.
31/10/2021