Nothing But Thieves

Nothing But Thieves - Teen idols per gli anni 10

Partiti sotto l'ala protettrice dei Muse, ai quali apertamente si ispirano, i Nothing But Thieves hanno saputo coniugare indie-rock e alt-pop per costruire un prodotto in grado di scalare le classifiche. Puntando molto sulle doti vocali del biondo Conor Mason, in grado di attingere dalle timbriche di Buckley, Bellamy e Yorke per ambire a un futuro da superstar

di Claudio Lancia

Conor Mason, il biondo cantante dei Nothing But Thieves, nasce il 26 dicembre del 1992 a Rayleigh, cittadina di 34.000 abitanti situata nella contea dell'Essex, nella zona immediatamente a est di Londra. Suo padre si diletta nel canto e, oltre a iniziare Conor all'ascolto di B.B. King e Sam Cooke, lo invoglia a prendere delle lezioni. È così che - durante la Secondary School - decide di non dirigersi verso la chitarra, come molti dei suoi amici stanno facendo, ma di optare per il perfezionamento della voce, finendo presto nel coro della chiesa e imparando a gestire la respirazione. Proprio sui banchi di scuola, Mason inizia a condividere l'idea di mettere in piedi una band con i chitarristi Joe Langridge-Brown e Dominic Craik, il bassista Philip Blake e il batterista James Price.

I Nothing But Thieves iniziano così a muovere i primi passi, nel 2012, in un garage di Southend-on-Sea, città situata sull'estuario del Tamigi. Qualche mese di sala prove e, con le idee da subito molto chiare, il quintetto approda alla prima pubblicazione nell'ottobre del 2013, con l'Ep If You Don't Believe, It Can't Hurt You, contenente le prime versioni delle tracce "Graveyard Whistiling", "Emergency" e "Itch". Sarà proprio "Itch" a proiettare verso la ribalta la giovane band inglese, finendo in rotazione su Radio 1, guadagnandosi anche la palma di "track of the day".

I riflettori si accendono sugli ancora sconosciuti ragazzi, che a luglio del 2014 mettono in circolazione Graveyard Whistling, il secondo Ep, comprendente, oltre alla title track, "Itch" (di nuovo), "Emergency" (queste prime tre già presenti sull'Ep precedente) e l'inedita "Last Orders".

C'è fame di novità oltremanica, la Rca-Sony è la label più veloce a intuire le potenzialità dei Nothing But Thieves, mettendoli sotto contratto e definendo con loro il percorso che dovrà condurli all'esordio su lunga distanza. Un anno di scrittura e registrazioni, ed ecco a luglio del 2015 prima un promo Ep con l'inedita Ban All The Music, poi il concerto che contribuirà a cambiare le loro vite: il 18 luglio al Rock In Roma aprono per i Muse davanti a circa 30.000 persone, colpendo l'attenzione dei presenti con una decina di pezzi ben eseguiti, fra i quali spicca una versione al fulmicotone di "Immigrant Song" dei Led Zeppelin.
È la certificazione ufficiale dell'esistenza di un nuovo astro musicale, che in patria nei mesi precedenti era già stato chiamato ad affrontare aperture prestigiose per Twenty One Pilots e Arcade Fire. È la più calda next big thing del momento, ora lanciata anche oltre i confini britannici. L'hype sta per esplodere, e il 16 ottobre per mantenere viva l'attesa ecco Urchin, ennesimo Ep contenente quattro tracce ("Itch", "If I Get High", "Excuse Me" e "Ban All The Music") registrate in versione acustica.

Lo stesso giorno arriva finalmente anche il primo album, Nothing But Thieves, che assume le vesti di greatest hits con inediti, visto che contiene i singoli diffusi fino a quel momento. La band si caratterizza nell'immaginario collettivo come una sorta di incrocio fra i Muse e i primi Radiohead, con le due chitarre che si incastrano ad arte disegnando scenari contundenti ("Ban All The Music", "Drawing Pins", "Painkiller"), intriganti midtempo ("Wake Up Call", "Trip Switch") e carezzevoli ballad ("If I Get High", "Graveyard Whistling", "Lover, Please Stay"). Conor Mason si arrampica senza sfigurare fra Thom Yorke e Jeff Buckley ("Excuse Me"), ovverosia la medesima sintesi sviluppata da Matt Bellamy in gran parte di "Origin Of Symmetry".
Volato subito alto nella Top Ten inglese (sino alla settima posizione, ma su iTunes arriverà sul gradino più basso del podio), addirittura al primo posto nella chart dei vinili più venduti, Nothing But Thieves è un esordio di spessore, magari non originalissimo, ma di grande qualità compositiva. I giochi non terminano necessariamente alla dodicesima traccia, il lento in falsetto "Tempt You (Evocation)": per chi desideri approfondire i primi passi del gruppo arriverà presto in commercio una deluxe edition con ulteriori quattro brani, considerabili tutt'altro che riempitivi.

Il 19 ottobre del 2015 parte il tour inglese che farà registrare sold-out ovunque, seguirà la fortunata prima tournée europea che li porterà a esibirsi anche in Italia: il 10 e l'11 novembre rispettivamente a Milano e Bologna. Il giro di date proseguirà per diversi mesi, riportandoli nella nostra penisola a inizio 2016 a Roncade e a Roma. Alcune date previste in terra d'Albione nel mese di aprile 2016 dovranno essere posposte, in quanto i Muse vorranno di nuovo i Nothing But Thieves come opening act nel loro Drones Tour.
Nel 2016 suoneranno anche in molti importanti festival, come il neonato Mad Cool di Madrid; stessa cosa durante il 2017, quando saranno davanti a 500.000 persone al Woodstock Festival in Polonia e attrazione non secondaria nell'italiano I-Days, organizzato nell'area dell'autodromo di Monza.

Nel frattempo il quintetto è alle prese con la scrittura di nuove canzoni, prova continuamente e mette a punto i brani che l'8 settembre del 2017 finiranno sul secondo album, Broken Machine, lavoro per il quale la band si rimodella una personalità più nitida, sdoganandosi gradualmente da riferimenti troppo evidenti e a tratti ingombranti. L'operazione risulta riuscita soltanto in parte: Muse e Radiohead restano sempre dietro l'angolo, anche se la ricerca del falsetto alla Matt Bellamy in "Soda", così come l'ipotesi di nuovi Radiohead percorsa in "Afterlife" sono vezzi da interpretare soprattutto come omaggi, rischiosi e impegnativi, che non tutti possono permettersi. La formula stilistica dei Nothing But Thieves non è certo inedita, ma funziona: ai brani che scorrono in maniera elettricamente intensa (il tritasassi iniziale "I Was Just A Kid", la successiva "Amsterdam" e più avanti "I'm Not Made By Design" sono chiari esempi in tal senso), ne vengono alternati altri più delicati ("Sorry" pare uscita da una session dei Mumford & Sons, l'acustica "Hell, Yeah" ricerca l'epicità di certi U2 del periodo "The Joshua Tree").
Ma è quando i ragazzi puntano sulle intersezioni con l'elettronica che vengono raggiunti i risultati più interessanti, anche in proiezione futura: "Live Like Animals", la traccia più eclettica del lotto, ha nel ritornello la forza di un riempipista e una strofa che (grazie all'abilità di Mason) si spinge persino verso inattese metriche hip-hop. Non tutto brilla, a tratti si scorgono ripetizioni, giri a vuoto o passaggi troppo sopra le righe ("Get Better", "Reset Me", "Number 13"), ma la deluxe edition media il problema con l'aggiunta di una versione acustica di "Sorry" e della piano version di "Particles", ancor più efficace di quella full band, con la voce di Mason in grado di arrampicarsi lassù, sin dalle parti di Jeff Buckley, a dimostrazione di quanto i ragazzi ci sappiano fare, anche quando c'è da lavorare di fino.

Il consenso da parte del pubblico non manca: Broken Machine durante la prima settimana di vita vola sino alla seconda piazza delle chart britanniche, dietro soltanto a "Sleep Well Beast" dei National, risultato a dir poco egregio per chi fino a poco più di un anno prima era ancora un perfetto sconosciuto fuori dai confini dell'Essex. Alcune canzoni si prestano a essere utilizzate come commento sonoro in videogame (persino nel vendutissimo Fifa) e in serie televisive di grande successo, incrementando il livello di notorietà anche fra chi non segue abitualmente le ultime novità musicali.
Il tour inglese del 2017 va completamente sold-out, e anche fuori dai confini britannici va tutto a gonfie vele, Italia compresa, dove la band torna per esibirsi a Milano nel dicembre del 2017, a Roma e Bologna nel febbraio del 2018 e al Cinzella Festival (in provincia di Taranto) nell'estate successiva. L'unico incidente di percorso avviene a novembre del 2017, quando alcuni membri della band ricevono accuse di molestie sessuali attraverso il social network Twitter. Il magazine inglese New Musical Express, preoccupato per gli esiti della vicenda, decide di annullare un loro concerto, programmato per il lancio degli Nme Awards. La band ha prontamente negato qualsiasi coinvolgimento, dichiarandosi dalla parte delle vittime degli abusi e ricorrendo alle vie legali contro chi ha messo in circolazione le notizie diffamatorie.

Ma non c'è tempo per tirare il fiato, l'urgenza compositiva porta i Nothing But Thieves a pubblicare il 19 ottobre del 2018 quattro nuove tracce nell'Ep What Did You Think When You Made Me This Way?, inaugurato dalla vivida elettricità del già diffuso singolo "Forever & Ever More", perfetto nel ricollegare la band di Conor Mason all'immaginario Muse già percorso in passato.
"Gods", la seconda canzone in scaletta, li proietta invece verso uno spettro sonoro a cavallo fra la band di Matt Bellamy e i Radiohead epoca "The Bends", evidenza rintracciabile in particolar modo nell'attacco della seconda strofa. È il brano più anziano del lotto, risalente alle session di registrazione che condussero al primo omonimo album della formazione inglese. Le altre due tracce risultano meno impetuose: "You Know Me Too Well" e "Take This Lonely Heart" sono costruite su evoluzioni più incentrate su saliscendi armonici e conferiscono all'Ep la giusta dinamicità.

Sempre attenti al gancio radiofonico, i Nothing But Thieves cercano di mantenere alto il vessillo di certo indie-pop che in qualche maniera vuole restare attaccato a una forma - pur commerciale - di alt-rock. Non è una scelta facile, pagherebbe di più giocare a fare i Coldplay, ma i risultati, quantomeno in termini di notorietà crescente, hanno finora ripagato i ragazzi.
What Did You Think When You Made Me This Way? è un lavoro necessario, che concede spazio a brani che evidentemente Mason e compagnia volevano togliere dai cassetti prima di pianificare i prossimi passi: da un lato confermano le caratteristiche peculiari sin qui espresse dalla band, dall'altro intendono guardare altrove, iniziando a testare nuove direzioni. Acquista così ancor più interesse l'attesa per il prossimo, terzo album, quello che - più dei precedenti - saprà rivelarci l'esatta statura della formazione inglese: fuoco di paglia o veri idoli delle nuove generazioni?

Le risposte arrivano in piena pandemia da Covid-19. Incuranti dell'impossibilità di portare le nuove canzoni in tour, i Nothing But Thieves pubblicano Moral Panic, il loro terzo album, a fine ottobre 2020. Rispetto al passato, il ventaglio di influenze si apre ben oltre la conclamata prossimità stilistica con i Muse: “Is Anybody Going Crazy?” ha lo stesso suono chitarristico di Marilyn Manson, l’incipit vocale di “Real Love Song” richiama la grandeur degli Arcade Fire in una dark song dal ritornello killer con riferimenti a Nick Cave e a certo decadentismo gotico (“I’ll drink myself to death dark”), gli arpeggi di “Before We Drift Away” fanno pensare ai Radiohead più notturni, “Phobia” copre uno spettro sonoro che unisce Billie Eilish ai riff dei Queens Of The Stone Age. Proprio “Phobia” è una delle due tracce che incontreranno i favori del pubblico più esigente, con quella struttura che procede per progressivi accumuli, un’apparentemente autobiografica rincorsa che trasformerà in follia il malessere del protagonista: il racconto della rockstar che deve affrontare il palco ma è oramai insensibile nei confronti di tutto ciò che lo circonda. Un po’ la loro “One Of My Turns”.
L’altro momento topico è l’espressa crociata anti Trump “Can You Afford To Be An Individual?” (“Up on a pedestal / reveling in your own confusion”), mentre a “Impossible” spetta il ruolo dell’instant classic destinato ad entrare da subito fra i brani più amati dai fan, ballad epica impostata su un crescendo inappuntabile. L’atteggiamento più critico del solito si scorge evidente dai titoli delle canzoni, e ancor più scorrendo i testi. Sin dall’iniziale “Unperson” è evidente la presa di posizione contro Internet e i social network (“We lose all control of our senses”), tema che si ripete più volte, mescolandosi e confondendosi ad arte con quello riguardante la dipendenza da pillole varie. A chiudere il cerchio, un generalizzato senso di vuoto, quella sensazione di fine imminente (“This Feels Like The End”, “There Was Sun”) che ben si sposa con il complicato periodo storico, mostrando l’involontaria preveggenza di un disco che si è arricchito di significati ai quali gli stessi autori non avrebbero certo potuto pensare qualche mese prima.

Non passa nemmeno un anno e, a luglio del 2021, i Nothing But Thieves pubblicano l'appendice Moral Panic II, un Ep contenete cinque inediti, concepiti e registrati in session successive. La formula stilistica della formazione guidata da Conor Mason resta sostanzialmente la medesima, ma questa volta il suono risulta ben più aggressivo del solito, per un Ep che si presenta come uno dei lavori più solidi e compatti fin qui da loro realizzati. La doppietta posta in apertura è una dichiarazione d’intenti: “Futureproof” e “If I Were You” puntano con decisione sulle chitarre elettriche, dirette e “loud” sin dalle prime note, con quell’atteggiamento oramai consolidato che coniuga il suono dei Muse a quello dei Radiohead di “The Bends”.
Due tracce quasi brutali se confrontate con i singoli di successo studiati a tavolino che li hanno resi famosi. Più morbida, la successiva “Miracle, Baby” è invece costruita su un’andatura che ricorda a tratti gli Smashing Pumpkins di “Ava Adore”. Ma a conferire ulteriori punti a questa release, provvedono i due episodi finali: la quasi stoner “Ce n’est rien” è il momento più “duro” e intransigente finora mai registrato dai Nothing But Thieves, la conclusiva “Your Blood” è una magistrale Radiohead song, che parte cullandosi sulla dolcezza degli arpeggi di chitarra per poi schiudersi in un crescendo dal passo epico, che torna a evidenziare le ineccepibili doti vocali di Mason.

A novembre del 2022 Conor Mason avvia un progetto parallelo solista, denominato Man-Made Sunshine, attraverso un Ep di cinque tracce, Man-Made Sunshine. Cinque tracce inedite dal taglio decisamente personale, realizzate durante il periodo di lockdown come terapia per elaborare il disagio accumulato in quegli infausti giorni. Non che il risultato finale si discosti troppo dal suono delle ballad tipiche della band madre, e del resto anche il timbro vocale di Mason contribuisce a sottolineare le similitudini presenti, ma qui l’autore indaga e analizza il proprio processo di crescita interiore, le problematiche relazionali, l’intrinseca solitudine innescata dall’utilizzo compulsivo dei social media, ponendo sempre sé stesso, e non il resto della band, al centro della scrittura.
Il sound oscilla con dolcezza fra morbido indie-pop, lieve psichedelia e un’elettronica mai troppo invadente, affidandosi non di rado a soffici linee di pianoforte, senza temere di increspare un pochino le acque, di tanto in tanto, ma evitando di arricchire troppo gli arrangiamenti, per non cadere nella troppo ingombrante enfasi da stadio tipica dei Nothing But Thieves. “Canzoni sulla sopravvivenza”, così le ha definite lo stesso autore, canzoni per provare a non arrendersi e combattere i lati bui e oscuri che sono dentro ognuno di noi. E’ una piccola opera Man-Made Sunshine, ma rappresenta l’incoraggiante inizio della seconda vita artistica di Conor Mason, che non vuol certo sostituire o prevaricare la strada maestra, bensì affiancarla, senza mai temere di mostrare al mondo la propria umana vulnerabilità.

Presentato come un concept distopico ambientato all’interno di una città immaginaria, il quarto album dei Nothing But Thieves, Dead Club City, pubblicato il 30 giugno del 2023 e descrive storie e personaggi che si aggirano fra scenari urbani e club esclusivi. All’interno di uno di questi veniamo accompagnati sin dalle prime note dell’iniziale “Welcome To The DCC”, il nuovo tormentone iper ballabile della formazione inglese. Ci sono groove ed energia dentro le undici tracce di Dead Club City, miscelati alla volontà di percorrere strade inedite: accanto a canzoni che somigliano ad altre già ascoltate nel loro repertorio (“Overcome”, ballad dal cuore tenero con assolo molto anni Ottanta, ha un ritornello che ricorda molto da vicino “Sorry”) i ragazzi introducono più di qualche nuova influenza.
Se restano saldi i legami con il suono dei Muse (“City Haunts” è la loro “Supermassive Black Hole”, ma anche “Members Only” e la conclusiva “Pop The Balloon” sono – inconsapevolmente? - derivate dalla scrittura di Matt Bellamy), in “Tomorrow Is Closed” i Nothing But Thieves assorbono evidenti rifrazioni Strokes, ”Keeping You Around” serba sentori r&b (immaginatela eseguita da una qualsiasi voce soul femminile), l’avvolgente “Talking To Myself” riporta a certe tessiture d’antan tipiche degli Unknown Mortal Orchestra, il mood retrò di “Green Eyes :: Siena” lascia trasparire persino un primo tentativo di avvicinarsi alla svolta confidenziale compiuta in tempi recenti dagli Arctic Monkeys.

Divenuti maestri nel giochino di complicare un energetico teen-pop cucendoci addosso distorsioni “alternative” ed enfasi elettrica riempi stadi, forti delle ineccepibili doti vocali di Conor Mason i Nothing But Thieves stazionano oramai abitualmente nelle zone calde delle chart di mezza Europa. Non che occorra più vendere chissà quante copie per arrivarci, ma le modalità per riuscire a vivere di musica negli anni Venti del secondo millennio sembrano essere chiarissime per il quintetto dell’Essex, che sa piacere tanto agli adolescenti affamati di elettronica e slogan da trascrivere sul diario, quanto ai trenta-quarantenni (e oltre) con la fissa per le chitarre.


Foto di Jack Bridgland

Nothing But Thieves

Discografia

NOTHING BUT THIEVES
If You Don't Believe, It Can't Hurt You (Ep, 2013)
Graveyard Whistling (Ep, 2014)
Ban All The Music (Ep, 2015)
Nothing But Thieves (Sony, 2015)

7

Urchin (Ep, Sony, 2015)

Broken Machine (Sony, 2017)6,5

What Did You Think When You Made Me This Way?(Ep, Sony, 2018)

6

Moral Panic (Sony, 2020)7
Moral Panic II (Ep, Sony, 2021)7
Dead Club City (Sony, 2023)6,5
MAN-MADE SUNSHINE
Man-Mad Sunshine (Ep, RCA, 2022)6,5
Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Emergency
(videoclip da If You Don't Believe, It Can't Hurt You, 2013)
Graveyard Whistling
(videoclip da Graveyard Whistling, 2014)
Itch
(videoclip da
Graveyard Whistling, 2014)
Trip Switch
(videoclip da Nothing But Thieves, 2015)
Wake Up Call
(videoclip da Nothing But Thieves, 2015)
I Get High
(videoclip da Nothing But Thieves, 2015)
Excuse Me
(videoclip da Nothing But Thieves, 2015)
Amsterdam
(videoclip da Broken Machine, 2017)
Sorry
(videoclip da Broken Machine, 2017)
Particles
(videoclip da 
Broken Machine, 2017)
Forever & Ever More
(videoclip da What Did You Think When You Made Me This Way?, 2018)
Futureproof
(videoclip da Moral Panic II, 2021)

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