Marissa Nadler

For My Crimes

2018 (Bella Union)
dream-folk, gothic

Il perfetto equilibrio tra parola e musica è la fonte dell’eterna vitalità di molti songwriter, ed è questo il segreto della longevità creativa di Marissa Nadler, artista americana giunta al nono capitolo discografico di una carriera baciata dall’ispirazione e dalla coerenza. Non è stato in verità sempre facile per la Nadler mantenere le promesse di quel gioiellino targato 2005 “The Saga Of Mayflower May”. Così, dopo aver accantonato alcune tentazioni sperimentali poco convincenti, è stato quasi naturale ricominciare dal distillato d’emozioni e di fingerpicking degli esordi contaminandone il candore naif con sonorità gothic-doom: un’alchimia d’elementi che nelle mani e nella voce dell’artista si è trasformata in pura poesia.

La raggiunta maturità e la nuova consapevolezza hanno fatto sì che anche la produzione più incisiva di Randall Dunn (Earth, Sunn O))), Wolves In The Throne Room) non alterasse il surreale e ipnotico dream-folk di Marissa Nadler. Nonostante l’iniezione di ritmo e il suono più rock, il penultimo album “Strangers” non ha cancellato l’aura eterea e intimista, evitando all'autrice di allinearsi a quella fisicità che poteva trasformarla definitivamente in diva.
Con “For My Crimes” la cantautrice ripristina il folk spettrale dei primi album. Ciò che resta invece costante è la galleria di personaggi femminili che popolano le undici tracce, protagoniste di storie ricche di romanticismo e nostalgia, sulle quali aleggia lo spettro delle violenze domestiche. Ed è qui che la scrittura di Marissa Nadler mette in mostra quella sottile evoluzione che ha fatto sì che da racconti immaginari l’artista passasse a raccontare storie quotidiane (“Dream Dream Big In The Sky”), concentrando questa volta l’attenzione sulla difficoltà dei rapporti tra uomo e donna (“You're Only Harmless When You Sleep”).

Facendo fede al titolo, “For My Crimes” esplora tematiche sonore country-gothic-noir che a volte rimandano a Laura Fraser e i suoi Tarnation (“Are You Really Gonna Move To The South?”), ma anche a Hope Sandoval (“All Out Of Catastrophes”) e ai Cowboy Junkies (“Flamethrower”), mentre la lunga lista di collaboratrici (tra le altre Janel Leppin, Mary Lattimore, Eva Gardner, Patty Schemel) aggiunge qualche piccola novità nel canzoniere dell’autrice.
Difficile non notare la leggera rivoluzione armonica che Angel Olsen opera sulla deliziosa title track, o la perfetta sinergia con Sharon Von Etten in “Lover Release Me” e soprattutto l’imprevista virata verso il folk elettrificato di “Blue Vapor”, frutto della collaborazione con la cantante delle Dum Dum Girls, Kristen Kontrol. Da segnalare anche la preziosa presenza del sax di Dana Colley dei Morphine, unica ospitata maschile dell’intero disco.

La presenza di un trittico di canzoni nettamente al di sopra degli standard conferma la bontà della scelta della Nadler di ritornare su quel folk aspro e dolente dei primi album: il candore poetico e l’energia lirica di “I Can't Listen To Gene Clark Anymore” scomodano paragoni illustri (Bob Dylan), il tenebroso tono degli accordi e del canto di “Interlocking” agita perfino lo spettro dei This Mortal Coil e, last but not least, il gentile e delicato profilo dell’autobiografica “Said Goodbye To That Car” azzarda una melodia tanto semplice quanto efficace al punto da evocare i Beatles di “Blackbird”.

Dopo due album innovativi come “July” e “Strangers”, il nuovo progetto di Marissa Nadler apparirà a molti come un disco privo di sorprese. O forse la vera sorpresa è proprio nella naturale e istintiva freschezza di undici canzoni tanto ordinarie e semplici da arrivare direttamente al cuore dell’ascoltatore, non senza aver prima lasciato qualche lieve graffio sulla pelle.

08/10/2018

Tracklist

  1. For My Crimes
  2. I Can't Listen To Gene Clark Anymore
  3. Are You Really Gonna Move To The South?
  4. Lover Release Me
  5. Blue Vapor
  6. Interlocking
  7. All Out Of Catastrophes
  8. Dream Dream Big In The Sky
  9. You're Only Harmless When You Sleep
  10. Flamethrower
  11. Said Goodbye To That Car




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