Afterhours

Hai paura del buio? - Special Edition

2014 (Universal)
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Quando le idee latitano è sempre pronta una celebrazione. Una volta si festeggiavano i trentennali di un disco, poi si passò ai venticinquennali, oggi anche sotto le venti primavere ogni occasione è propizia per riempire il mercato con deluxe edition pronte a rimpinguare vendite atrofizzate. Questa è la volta di “Hai paura del buio?”, disco chiave del rock alternativo italiano anni 90, che lanciò in orbita, dopo un decennio tribolato (ed il passaggio al cantato in italiano avvenuto col precedente “Germi”), il nome degli Afterhours.
Ma qui il discorso è diverso: Manuel Agnelli e soci non si sono limitati a concepire una versione rimasterizzata con qualche track aggiunta, bensì hanno deciso di allegare allo storico album un bonus disc nel quale hanno ospitato in ogni canzone altri musicisti, per risuonare e ricantare da zero tutta la celebre scaletta, con l’obiettivo di offrire al pubblico versioni nuove e revisionate per l’occasione.

Chiaro che l’affare s’ingrossa, anche perché i nomi coinvolti sono di una certa levatura: non soltanto artisti del circuito nazionale, ma anche star di grandezza mondiale, alcuni tradizionalmente vicini agli Afterhours. Se non sarà stato difficile condividere il progetto con chi in passato ha già collaborato con la band (Greg Dulli) o con alcuni membri (Damo Suzuki), se sarà stato relativamente agevole raggiungere amici di amici (Mark Lanegan, gran bello scoop fargli rifare “Pelle”), altri musicisti rappresentano un’inaspettata quanto gradita sorpresa, vedi Robert Wyatt, Joan Wasser, John Parish, Piers Faccini e l’ex-Jet (gli australiani di “Are You Gonna Be My Girl?”) Nic Cester.
Sembra evidente la missione di questa special edition: non solo celebrare in maniera allargata “Hai paura del buio?”, ma soprattutto tentare un nuovo assalto ai mercati esteri, cercare quel pizzico di visibilità internazionale che alla band milanese continua a sfuggire, nonostante abbia già tentato in passato a più riprese la strada europea e persino americana attraverso tour mirati oltreoceano, arrivando a reincidere in inglese l’intero “Ballate per piccole iene”, proprio in collaborazione con Greg Dulli.

Sul versante italiano il ventaglio di presenze è eterogeneo: si passa da nomi ultrapopolari (Negramaro, Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Piero Pelù, Samuel dei Subsonica), agli alternativi di successo (Il Teatro degli Orrori, Vasco Brondi, Ministri, Marta sui Tubi, Cristina Donà, Rachele Bastreghi), sino a veri culti dall’underground (Bachi da Pietra, Fuzz Orchestra, Luminal, i Der Maurer di Enrico Gabrielli).
La notizia è che mai le nuove versioni (salvo la “Senza Finestra” rifatta a due da Agnelli e Joan As Police Woman) riescono a migliorare gli originali, ed una delle maggiori curiosità risiede nello scoprire le modalità del cantato in italiano degli ospiti internazionali: in tal caso i motivi d’apprezzamento sono notevoli. Quasi sempre si resta fedeli agli originali, e sarebbe interessante capire quanto i nuovi arrangiamenti siano dettati dagli Afterhours piuttosto che suggeriti dalle guest star: probabile che si sia ricercato un compromesso a metà strada.

Tralasciamo qualsiasi dibattito sulla grandezza di “Hai paura del buio?”, sulla sua portata storica e sul suo essere lavoro tuttora ben invecchiato, per molti versi ancora calato nella contemporaneità, e amatissimo sia dai fan che dalla critica, riconosciuto in maniera abbastanza condivisa come l’album indipendente più importante degli ultimi anni. Con materiale di partenza così egregio ed eterogeneo, il progetto non può che suscitare interesse ed alla fine riesce a soddisfare le aspettative, ma sarebbero stati apprezzati stravolgimenti più radicali delle singole canzoni, per lasciare maggior spazio alla strabordante personalità dei singoli musicisti coinvolti nell’operazione.
E invece sono in pochi a prendersi qualche rischio, quasi tutti hanno preferito limitarsi a scegliere il miglior vestito da indossare, mettendosi al servizio di un bouquet di composizioni che hanno segnato un’epoca. Del resto per molti musicisti coinvolti, in particolar modo per i più giovani, entrare a far parte del progetto avrà rappresentato il coronamento di un sogno, quindi perché osare troppo?

Quando qualcuno lo ha fatto, ecco emergere i risultati più intriganti, come nel caso dei Luminal (Targa Mei 2013 come Disco dell’Anno) che trasmutano “Elymania” in forme electro. Oppure John Parish che immerge “Terrorswing” nell’avanguardismo etno-jazz. Ma non tutti se la sentono di sfidare il giudizio dei fan oltranzisti, ed è probabile che il rispetto verso queste canzoni sia così grande che in molti abbiano preferito non scombinare troppo le carte. Ci prova Finardi, e fa bella figura con una sentita versione di “Lasciami leccare l’adrenalina”, che nelle sue mani diventa una dolente ballad noir.
La grazia di Rachele Bastreghi è perfetta per interpretare a due voci con Manuel l’ambiguità di “Mi trovo nuovo”, l’energia dei Ministri revisiona “Sui giovani d’oggi ci scatarro su”, i Bachi da Pietra conferiscono pesantezza a “Punto G”, Samuel si ritaglia per benino l’hit “Voglio una pelle splendida” (che sarà il primo singolo), i Fuzz Orchestra (con Vincenzo Vasi al theremin) dimostrano di trovarsi a proprio agio nel delirio di “Questo pazzo pazzo mondo di tasse”.
Rispetto alla tracklist originale è stata aggiunta la b-side “Televisione” (qui con Cristina Donà e Robert Wyatt), mentre “Male di miele” viene rieseguita con Piero Pelù al termine della scaletta, dopo che nella sequenza canonica era stata condivisa con gli Afghan Whigs.

Pur se registrato in vari studi sparsi per il mondo (Milano, Brooklyn, Los Angeles, Pasadena) e con l’intervento di diversi produttori (oltre ad Agnelli, citiamo almeno Tommaso Colliva, Giulio Ragno Favero, Enrico Gabrielli, Greg Dulli), il disco mantiene un’elevata omogeneità nei suoni. Accanto agli ospiti di turno, gli Afterhours sono sempre presenti, tutti o in parte, e così spesso dalle retrovie si può udire Manuel alle prese con un coro, il violino di Rodrigo D’Erasmo, il basso pulsante di Roberto Dell’Era, le sperimentazioni soniche di Xabier Iriondo, i ricami elettrici di Giorgio Ciccarelli o il drumming di Giorgio Prette.
Ora l’album verrà portato in tour ed eseguito per intero, cosa che ci rispedirà gioco forza indietro nel tempo. La pubblicazione avverrà in diversi formati: doppio cd a prezzo speciale con il nuovo dischetto (Reloaded) e la versione rimasterizzata dell’album originale (Remastered),  box deluxe in tiratura limitata con doppio vinile e doppio cd, album digitale in esclusiva iTunes, contenente un’ulteriore bonus track: “Voglio una pelle splendida”, eseguita con Daniele Silvestri.

02/03/2014

Tracklist


Disc 1 (Remastered)

  1. Hai paura del buio?
  2. 1.9.9.6.
  3. Male di miele
  4. Rapace
  5. Elymania
  6. Pelle
  7. Dea
  8. Senza finestra
  9. Simbiosi
  10. Voglio una pelle splendida
  11. Terrorswing
  12. Lasciami leccare l’adrenalina
  13. Punto G
  14. Veleno
  15. Come vorrei
  16. Questo pazzo pazzo mondo di tasse
  17. Musicista contabile
  18. Sui giovani d’oggi ci scatarro su
  19. Mi trovo nuovo



Bonus Disc (Reloaded)

  1. Hai paura del buio? (Damo Suzuki)
  2. 1.9.9.6. (Edoardo Bennato)
  3. Male di miele (Afghan Whigs)
  4. Rapace (Negramaro)
  5. Elymania (Luminal)
  6. Pelle (Mark Lanegan)
  7. Dea (Il Teatro degli Orrori)
  8. Senza finestra (Joan As Police Woman)
  9. Simbiosi (Der Maurer + Le Luci della Centrale Elettrica)
  10. Voglio una pelle splendida (Samuel Romano)
  11. Terrorswing (John Parish)
  12. Lasciami leccare l’adrenalina (Eugenio Finardi)
  13. Punto G (Bachi da Pietra)
  14. Veleno (Nic Cester)
  15. Come vorrei (Piers Faccini)
  16. Questo pazzo pazzo mondo di tasse (Fuzz Orchestra + Vincenzo Vasi)
  17. Musicista contabile (Marta sui Tubi)
  18. Sui giovani d’oggi ci scatarro su (Ministri)
  19. Mi trovo nuovo (Rachele Bastreghi)
  20. Televisione (Cristina Donà + Friendly Ghost Of Robert Wyatt)
  21. Special track: Male di miele (Piero Pelù)
  22. iTunes exclusive: Voglio una pelle splendida (Daniele Silvestri)

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