Gorillaz

Humanz

2017 (Parlophone)
pop, soul, hip-hop, elettronica

Stare dietro alla vena artistica di Damon Albarn è un'impresa difficilissima; in oltre 25 anni di carriera, iniziata "ufficialmente" nel 1991 con i Blur e l'album d'esordio "Leisure", le sue creature hanno influenzato in maniera cruciale almeno due decenni di musica pop. Una di queste, e forse quella più eclettica in assoluto, sono proprio i Gorillaz, la cartoon band più famosa del pianeta, partita quasi per gioco nel 1998, quando Albarn risiedeva in un appartamento di Notting Hill assieme a Jamie Hewlett, fumettista e grafico. Immediatamente Albarn intuì il successo di una collaborazione tra i due, in cui lui realizzava le musiche, gli arrangiamenti e le produzioni, mentre Jamie si occupava della grafica, delle animazioni e della caratterizzazione dei personaggi. Quando nel 2001 uscì l'omonimo album d'esordio, il fenomeno Gorillaz esplose come una supernova.
Ma dopo dieci anni di successo planetario, Albarn decise di mettere una pietra sopra al progetto - dopo l'uscita di "The Fall", infatti, il duo inglese decise di prendersi una pausa, dal momento che Damon non riusciva a stare dietro a ogni sua smania: dai Rocket Juice and The Moon al ritorno degli stessi Blur con "The Magic Whip" e all'esordio solista di "Everyday Robots", oltre alla cura dell'etichetta londinese Honest Jon's Records, la poliedria di Albarn è sempre stata un suo punto di forza e di debolezza, capace di distaccarlo dai suoi colleghi di lavoro.

La storia di "Humanz", quindi, risulta estremamente travagliata e ha seguito un percorso lunghissimo, spinto soprattutto dai fan più accaniti che hanno sempre incentivato un ritorno della cartoon band come chiusura finale di un lascito che aveva lasciato un po' l'amaro in bocca. Un ritorno che passa anche dalla gigantesca opera di hype montata per oltre due anni da Hewlett, attraverso pagine di Facebook, account di Instagram, interviste segrete, video in realtà aumentata e chi più ne ha più ne metta.
Diciamo subito che "Humanz" si propone come un album distruggi-classifiche mondiali, il firmamento di nomi che hanno lavorato e contribuito alla sua realizzazione è letteralmente spaventoso: dentro possiamo trovare delle star internazionali del soul come Peven Everett, Anthony Hamilton, Mavin Staples, Benjamin Clementine e persino il leggendario Jamie Principle, pezzi da novanta dell'r'n'b come D.R.A.M (già in collaborazione con SBTRKT), e Kelela, e la solita schiera di artisti rap/hip-hop che da sempre contribuiscono alla riuscita del progetto Gorillaz, dai De La Soul a Popcaan, Vince Staples e Danny Brown, ci sono tutti.
Ma "Humanz" è anche il disco in cui Damon Albarn rimane dietro le quinte più che mai, operando come un direttore d'orchestra e prestando la voce a 2D, suo alter ego cartoonesco, in pochissime fasi dell'opera. È quello più elettronico in assoluto della band, indice di un'apertura musicale a 360° e di una maturità artistica dell'autore sconfinata, ma soprattutto è il disco tributo alla black music che da svariati anni sta prendendo il sopravvento nell'immaginario mainstream planetario: dalla scena losangelina guidata da Flying Lotus, Thundercat e Kendrick Lamar, all'ascesa verticale di nuove leve di un certo soul-pop ricercatissimo come Solange, Frank Ocean e Sampha. Sarà una critica per le recenti dichiarazioni di Donald Trump? Molto probabile. In un'intervista a Pusha T, rilasciata nel 2014, il rapper racconta di come Damon convinse la maggior parte degli artisti a collaborare nel progetto stimolandoli all'idea di un concept album raffigurante un futuro distopico che anticipava la fine del mondo attraverso una grandiosa festa pre-Apocalisse.

Per semplicità dividiamo l'album in due grossi filoni: da "Ascension" fino ad "Andromeda", "Humanz" gira alla perfezione, sono i Gorillaz che piacciono, con una lista di singoli bomba; in questa metà troviamo "Saturnz Barz", con il featuring di Popcaan che suona ultraterreno con quei synth incredibilmente creepy e la voce spezzata di 2D. "Momentz", la traccia più elettronica del lotto, mostra un fragoroso incidere techno in sottofondo, alternato alle corde dei sempreverdi De La Soul. La frenesia acustica di "Submission", guidata da Kelela e Danny Brown, si perpetua con "Charger" e si esaurisce nella deliziosa "Andromeda", la voce preziosa di D.R.A.M. chiude un cerchio che passa da hip-hop muscolare, tappeti di house, beat coinvolgenti e nostalgiche derive soul.
Da qui in poi "Humanz" soffre una carenza di idee davvero allarmante, non gira più con la fluidità dell'inizio: "Hallelujah Money" con Benjamin Clementine e "Busted And Blue" risultano mestamente piatte, quelle che sarebbero dovute essere le ballate del disco non reggono minimamente il confronto con "El Manana" o "Feel Good Inc.". "Let Me Out" non ha il mordente di "Ascension", "Carnival" e "She's My Collar" suonano davvero troppo anonime e pure come singoli non incitano più di tanto, "Sex Murder Party", invece, con le voci sensuali di Jamie Principle e Zebra Katz, regala ancora qualche sprazzo di piacere assoluto, prima del tripudio black "We Got The Power".

Il disco più "umano" dei Gorillaz, seguito da un vero e proprio restyling grafico dei personaggi, che vengono pensati molto più umani nelle fattezze e meno stilizzati rispetto al passato, suona tale per il parco di nomi che vi hanno collaborato. Damon ha deciso di defilarsi dal palcoscenico e lasciar parlare le migliori voci nere del mondo, operando una de-personalizzazione dell'opera quantomeno eccessiva, che fa storcere il naso più volte - chi si aspettava un ritorno in grande stile del cantato di 2D rimarrà cocentemente deluso. Ma nonostante questa presa di posizione, "Humanz" è un disco tutt'altro che mediocre, estremamente eclettico e con almeno mezza dozzina di singoli riuscitissimi, a dimostrazione di come Damon Albarn e Jamie Hewlett abbiano ancora tantissimo da dare alla musica pop contemporanea.

02/05/2017

Tracklist

  1. Intro: I Switched My Robot Off
  2. Ascension (feat. Vince Staples)
  3. Strobelite (feat. Peven Everett)
  4. Saturnz Barz (Spirit House) (feat. Popcaan)
  5. Momentz (feat. De La Soul)
  6. Interlude: The Non-Conformist Oath
  7. Submission (feat. Danny Brown & Kelela)
  8. Charger (feat. Grace Jones)
  9. Interlude: Elevator Going Up
  10. Andromeda (feat. D.R.A.M.)
  11. Busted and Blue
  12. Interlude: Talk Radio
  13. Carnival (feat. Anthony Hamilton)
  14. Let Me Out (feat. Mavis Staples & Pusha T)
  15. Interlude: Penthouse
  16. Sex Murder Party (feat. Jamie Principle & Zebra Katz)
  17. She's My Collar (feat. Kali Uchis)
  18. Interlude: The Elephant
  19. Hallelujah Money (feat. Benjamin Clementine)
  20. We Got the Power (feat. Jehnny Beth




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