Le migliori canzoni del 2024

Ascolta le nostre playlist

Senza pretese di completismo, ma neanche quella di dare voce in toto alle classifiche della redazione, abbiamo pensato di farvi ascoltare le playlist che meglio rappresentano l'"anno musicale" di ciascuno. Le canzoni che hanno spiccato all'interno di un certo genere, le canzoni-simbolo degli artisti-rivelazione o delle grandi conferme - o, più semplicemente, le canzoni che hanno significato qualcosa per noi che le abbiamo ascoltate.

 

Gabriele Benzing



“Fuck the world”: in un mondo che sembra ogni giorno un po’ più disumano, come si fa a non dare ragione ai Vampire Weekend? Ma non è solo uno sfogo, quello che apre la cavalcata di “Ice Cream Piano”. È un punto di partenza per provare a trasformare in coriandoli quella costruzione della nostra ansia di controllo che chiamiamo mondo. Perché non è possibile “dare misura allo smisurato”, per dirlo con le parole di Edoardo Camurri nel suo “Introduzione alla realtà”. “Everything around us is so vast/ It skews the scale”, come canta Sam Sodomsky (The Bird Calls) tra gli arpeggi di “Going Insane”, “And the best advice we’re given is don’t look down”.
Meglio guardare giù, fissare la vertigine del vivere. E scegliere che strada prendere: verso il patire o verso la meraviglia, verso la paura o verso lo splendore. La paura è il muro della nostra zona di interesse, lo schermo dietro a cui dilaga l’orrore raccontato dai Little Kid nel climax di “Bad Energy”. Ma se scegliamo lo splendore, può cambiare tutto. Possiamo scoprire il segreto di una vita sbadata, “just happy watching the wide world go by”, inseguendo la ruvidezza agreste dei Felice Brothers. Possiamo provare persino a tuffarci oltre la soglia, in cerca di quel “Sublime Eternal Love” evocato da David Lynch attraverso lo specchio della voce di Chrystabell. “Salta e affidati”, ci invita Camurri. “Come ti affidi a qualcuno quando lo ami”.


Marco Bercella





Paolo Ciro



Michele Corrado



Tanti sono i generi musicali e le scene, globali e nazionali, che oggi è possibile seguire e tanti sono i tesori che ciascuno di questi ambiti serba, che ogni anno che passa diventa più difficile produrre una playlist che sia concisa e soddisfacente.
L’unico modo per affrontare una missione del genere è imporsi regole stringenti. Nel mio caso, altrimenti non la finivo più, mi sono detto “okay, 2024, 24 canzoni soltanto”. È nata così un'infilata di brani incostante e disinibita, che se ne frega di generi e paletti, bensì soltanto di bellezza e "appiccicosità". 
Prometto che l'anno prossimo sceglierò invece 25 brani e quello dopo 26 e così via, finché un giorno qualcosa mi fermerà.


Valerio D'Onofrio






Giuliano Delli Paoli




Claudio Fabretti




Anche quest’anno ho cercato di condensare 12 mesi di ascolti in una playlist ad ampio raggio, frutto dell’ennesima abbuffata musicale onnivora. Dalle esplorazioni dell'abisso tra pulsazioni trip-hop di Chelsea Wolfe all'atteso ritorno dei Cure, dalle certezze Godspeed You! Black Emperor e Primal Scream alle rivelazioni Ductape, Melike Şahin e Allie X, dai ritmi arrembanti di Gossip, St. Vincent e Juliana Gattas alle sofisticate ballad acustiche di Vera Sola e Johnny Blue Skies, il mio riassunto dell'anno appena trascorso in trenta canzoni.

Alberto Farinone




Fabio Ferrara






Sessanta canzoni in ordine sparso di questo 2024. Come al solito, la parte più complessa è stato trovare un criterio di scelta.  Ho cercato di  privilegiare canzoni con ritmi più dinamici e artisti che non ho inserito nella mia classifica annuale degli album.   Non ha la pretesa di essere esaustiva. In alcuni casi i brani sono contenuti all'interno di lavori che non mi hanno soddisfatto pienamente. Viceversa, album che ho amato molto non sono rappresentati in questa lista. Per dare una parvenza di regolarità, ho cercato di ordinarle per assonanza ma si possono ascoltare in sequenza casuale.
Alla fine, un omaggio speciale al nostro paese con 7 brani di autori italiani.

Stefano Fiori



Mai come quest'anno ho ritrovato gli anni 80 nelle canzoni che più mi sono piaciute, non necessariamente quelli più ovvi e dalle sonorità più prevedibili quanto più quelli di fine decennio che iniziavano a sporcarsi lasciando indietro, un po' a fatica, lustrini e furore.

Fabio Guastalla



Vassilios Karagiannis



Album e singoli per me oramai procedono in maniera del tutto distinta. Ecco quindi che le canzoni più ascoltate dell'anno pescano in maniera completamente aleatoria da pop, dance e cantautorato electro, il tutto rigorosamente declinato al femminile. Dall'euforia house di pezzi quali "thicc" di Shygirl, in assoluto il brano mattatore dell'anno, e "Edge Of Saturday Night" di Blessed Madonna si passa senza soluzione di continuità al pop tongue-in-cheek di Sabrina Carpenter e alla hit sfascia-classifiche "Good Luck, Babe!", atterrando sulla nostalgia Eighties di Fabiana Palladino e gli inni gommosi dei Magdalena Bay. Senso? Alcuno. Divertimento? Massimo. 

Claudio Lancia



Come di faceva una volta con le cassettine da regalare agli amici a Natale, ora si fa con le playlist su Spotify. Ecco cento canzoni, più qualche bonus track, che rappresentano una selezione dei miei ascolti preferiti del 2024. Si tratta degli artisti e di alcuni fra i brani che più hanno accompagnato le mie giornate nel corso degli ultimi dodici mesi. Una sequenza piuttosto trasversale, che spero possa intrigarvi e tenervi compagnia. Buon ascolto e Buone Feste a tutti...


Daniel Moor


Federico Romagnoli



Marco Sgrignoli



Dov'è il rock nel 2024? Qualcuno giura che non c'è più, qualcuno lo vede come un sacro fuoco al cui culto sono devoti ormai solo sacerdoti mitologici, vecchie glorie i cui ritorni sono salutati come unici barlumi di speranza in una notte che si fa sempre più buia. Eppure le cose stanno diversamente, e con questa playlist spero di riuscire almeno in parte di dimostrarlo. Tutta la lunga prima parte della selezione passa in rassegna proposte in cui il rock è un ingrediente fondamentale: non l'unico, magari, ma è almeno dalla metà degli anni Sessanta che abbiamo capito come l'ibridazione stilistica sia la vera carta vincente del genere, il suo elisir di lunga vita. R&b, synth-pop, nuove derive "ipnagogiche" magari supportate da un approccio bedroom-pop (se non hyperpop): il ventaglio è ampio e non ha il revivalismo come suo tratto fondamentale. Non esiste solo il post-post-punk insomma: anzi, se si ha a cuore la creatività probabilmente non è quello l'ambito su cui focalizzarsi.
Proseguendo nella tracklist, c'è spazio anche per un affondo piuttosto ampio in direzione prog-rock - anche lì mettendo al centro le formule originali: bravi gli Opeth, per carità, ma con la rivoluzione post-emo in corso fissarsi su di loro sarebbe alquanto limitante!
Ma la fortuna di quest'epoca sta nella pluralità di generi a cui attingere, vasta a sufficienza da avere effettivamente tolto al rock quella che un tempo era un'indiscussa centralità. Ecco dunque una seconda parte votata a elettronica, jazz il meno possibile ortodosso, pop fatto e finito, bilanciando fra nomi al centro dei riflettori e scoperte al di fuori dei paesi più battuti. Più una sorpresa finale, per chi abbia voglia di abbandonarsi a un ascolto immersivo. Se il 2024 vi è parso un anno povero di uscite entusiasmanti, rallegratevi: è solo perché avete guardato dalla parte sbagliata!

Maria Teresa Soldani



Ossydiana Speri



Martina Vetrugno