25-26-27/08/2023

TOdays Festival 2023

sPAZIO211, Torino


La Regina di Francia

Parto dalla fine per raccontare la nona edizione del TOdays, perchè l'ultima immagine è quella che di solito resta più impressa nel cuore. Parto dall'intensissima esibizione di Héloïse Letissier, l’ideatrice del progetto Christine And The Queens: leggiadra, teatrale, magnetica, melodrammatica, protagonista di uno dei momenti più alti di sempre del Festival torinese. Sviluppato su un percorso che tocca metà delle venti tracce presenti nel recente album "Paranoia, Angels, True Love”, il set della cantautrice francese (che di recente ha affermato la preferenza per la forma maschile nei suoi confronti) rappresenta un manifesto della libertà d’espressione. Per una buona parte dello show si esibisce a petto nudo, rivendicando di fatto la parità di trattamento uomo/donna. Gioca con ogni elemento a disposizione per formulare una femminilità sempre più queer, priva di limitazioni e densa di raffinatezza e pathos.
Almeno due le esecuzioni davvero sublimi: la toccante "Full Of Life", proposta in completa solitudine, e i dieci impressionanti minuti di “Track 10”, selvaggi e drammatici. Mancherà all'appello “To Be Honest”, ma va benissimo così. Icona coraggiosa capace di infondere sicurezza in tutte le donne che non si ritrovano a loro agio con il proprio corpo, gioia dei fotografi per le pose plastiche che assume, Héloïse rende indimenticabile la terza giornata del TOdays: un'ora di grandi emozioni durante la quale parole, corpo, luci, movimenti, suoni e scenografia contribuiscono in pari misura all'abbattimento di qualsiasi barriera e pregiudizio.

La presenza di una pioggia densa e continua, che cammin facendo riduce il numero dei presenti, definisce un'atmosfera forse irripetibile, perfetta anche per rappresentare la fine dell’estate. Pioggia che era attesa copiosa e che ha rischiato di creare non pochi problemi al regolare svolgimento della tre giorni in suolo piemontese. Pioggia sotto la quale trova sublimazione la danza sfrenata del pubblico, durante i due set che hanno preceduto Christine And The Queens. Molto diversi fra loro ma altrettanto trascinanti e densi di groove, l'afro-funk dalla forte radice nigeriana degli Ibibio Sound Machine e il synth-pop a tinte funky de L'Impératrice trasformano il parco di Via Cigna in un dancefloor a cielo aperto, con sugli scudi i bassisti dei due collettivi, motori ritmici di un sound che travalica ogni confine geografico e stilistico.
Si tratta di due live act perfetti per far bella figura nella cornice di un Festival;
in particolare, l’Impératrice si erge al ruolo di vera rivelazione di quest'anno, grazie a un mix che miscela Air, Jamiroquai e Daft Punk, e testimonia la resurrezione del French Touch. La bellissima serata conclusiva era stata aperta alle 18,30 in punto dall'indie-rock a tratti anemico dei Porridge Radio: vestiti un po’ a caso, con una credibile frontwoman che risponde al nome di Dana Margolin e due album molto apprezzati, pubblicati nel giro di appena 14 mesi, i quattro di Brighton dimostrano di avere già in carniere una manciata di buone canzoni, fra le quali è “Sweet” a svettare su tutte.

Fra i più grandi di sempre?

Il secondo set che quest’anno ha rasentato la perfezione è quello degli Wilco, straordinari in chiusura della serata inaugurale, quella del venerdì. Su loro non c'è più nulla da scoprire, anche se ogni volta si resta a bocca aperta al cospetto dell'eccelso songwriting di Jeff Tweedy (che proprio sul palco festeggia il compleanno) e della straordinaria tecnica espressa da Glenn Kotche alla batteria e da Nels Cline alla chitarra, due giganti inarrivabili. Sono in molti ad annoverarli fra le migliori live band oggi in circolazione, se non addirittura fra le migliori di sempre.
Questa sera il sestetto insiste sulla radice country riportata in prima linea dal loro lavoro più recente, “Cruel Country”, Disco del mese su OndaRock giusto un anno fa, lasciando come sempre l’opportuno spazio ad alcuni dei loro grandi classici, su tutti la lunga cavalcata elettrica “Impossibile Germany”. Ma il pubblico va in visibilio anche sulle sperimentazioni strumentali che caratterizzano il nucleo centrale di “Bird Without A Tail/ Base Of My Skull”, e su evergreen del calibro di “Misunderstood” o “A Shot In The Arm”. Fra le proposte meno telefonate, bella la resa live di “Dawned On Me” e la liberatoria chiusura iper-energetica affidata alla doppietta “I Got You”/“Outtasite”.

La prima serata era partita meravigliosamente con la performance degli attesissimi King Hannah, i quali confermano di meritarsi l'appellativo di miglior esordio dell’ultimo biennio. Non accusano la stanchezza di uno sfiancante viaggio di venti ore e si assicurano i primi applausi dell’edizione 2023 rimasticando la lezione dei Portishead attraverso un uso ben più incisivo delle chitarre, che non di rado sconfinano verso territori piacevolmente shoegaze. Traccia da ricordare, quella conclusiva, “It’s Me And You, Kid”, e anche i più scettici sono serviti.
Dopo i King Hannah, si abbatte sul TOdays l'uragano Les Savy Fav, per la prima volta in Italia, con il cantante Tim Harrington che come suo solito si lancia in una performance senza inibizioni, consumata per gran parte a gigioneggiare in mezzo al pubblico. Vero terrore di qualsiasi tecnico di palco, Harrington non lascia scampo a nessuno, sfruttando al massimo il cavo del microfono lungo un centinaio di metri. Un fan può anche vantare di aver il volto di Harrington impresso sulla propria t-shirt bianca, sorta di Sindone 2.0. E poco importa se quasi nessuno bada al resto dell’eccellente band che sul palco sta suonando un ottimo incrocio fra post-punk e post-hardcore. Scorrerà invece impalpabile – subito dopo - il set di Warhaus, ex-Balthazar, uno di quelli abituati a non lasciare grandi segni del proprio passaggio. Tanto gradevole quanto dimenticabile.

Un pizzico d’Italia

Da sempre appuntamento esterofilo, quest’anno il TOdays realizza il sold-out della seconda serata, quella del sabato, grazie soprattutto alla presenza dei Verdena, da un quarto di secolo (!) fra i nomi più amati del rock “alternativo” di casa nostra. Potentissimi come sempre, e più rilassati del solito, propongono un set che attinge in particolare dal loro repertorio più “duro”: “Logorrea”, “Don Calisto”, “Lui gareggia”, la recente “Volevo magia”. Grandi classici come “Luna” e “Muori delay” fanno il resto, per una scaletta che assicura anche piacevoli discontinuità attraverso i frangenti acustici offerti da “Chaise Longue” e “Angie” e quelli incentrati sul piano, con Alberto Ferrari che per pochi giri di orologio si siede davanti ai tasti per suonare e cantare “Scegli me” e “Miglioramento”.
La giornata ha preso il via con gli intransigenti Gilla Band, coloro che accesero la miccia dalla quale si è sviluppata l’esplosione della scena di Dublino negli ultimi anni, ispirazione fondamentale per gruppi divenuti poi ben più celebri, come Fontaines D.C. e Murder Capital. Quello dei Gilla Band è un post-punk duro, crudo, con una determinante componente noise-rock caratterizzata in particolare dalla tecnica del chitarrista Alan Duggan, che suona il proprio strumento con il solo intento di produrre rumori interpretabili come interferenze, quelle interferenze che per lungo tempo hanno disturbato la salute mentale del cantante Dara Kiely. Il suono dei Gilla Band è disagio psichico traslato in musica, uno stato confusionale dal quale traspare l'innata capacità nel controllo del rumore e dei feedback costantemente generati.

A riportare i suoni a un livello più “umano” provvede subito dopo Anna Calvi. Grande tecnica chitarristica e vocale, presenza scenica che non lascia indifferenti, belle canzoni e un solo rimprovero: la durata un po’ striminzita del set, consumatosi nello spazio di appena nove brani in una mezz'oretta circa. Pezzo migliore, quello che esce più fuori dai suoi consueti canoni: la cover dei Suicide “Ghost Rider”, eseguita proprio in chiusura.
Anna Calvi suona così poco che quei due mattacchioni degli Sleaford Mods possono dare il via al proprio show con una trentina di minuti d’anticipo sulla tabella di marcia. Spettacolo collaudatissimo, con Andrew che balla in maniera sfrenata e Jason che appare sempre più come un precursore di Joe Talbot, sia per le movenze che per certe inflessioni vocali. Se dal punto di vista musicale le canzoni degli Sleaford Mods risultano divertenti e ballabili, il duo rappresenta al contempo uno dei momenti politicamente impegnati del Festival, per via dei testi che narrano frangenti di vita della working class, fotografati nell’Inghilterra operaia del Nord.

L’ambizione di voler crescere

Al di fuori dello spazio di Via Cigna, durante i tre giorni del Festival, si sono succeduti altri eventi compresi nel cartellone: una mostra dedicata a Bob Dylan, un workshop con ospite Johnson Righeira, e l’esibizione di Enrico Gabrielli, che ha proposto le sue “Canzonine” con il supporto di numerosi ospiti, fra i quali Roberto Dell'Era e Giovanni Truppi.
Il TOdays consegna così agli archivi un’altra edizione importante, di grande spessore, consolidandosi fra i migliori boutique festival europei, e non nascondendo l’ambizione di voler crescere, di diventare qualcosa di più grande, anticipando le mosse di eventuali competitor esteri desiderosi di cercare spazio nel nostro paese.
Con un’area più estesa a disposizione il TOdays potrebbe senz’altro compiere quel salto di qualità che gli consentirebbe di coinvolgere un numero maggiore di nomi importanti, integrando al contempo l’offerta di tutti i servizi accessori, in primis food and beverage, al momento un po’ sacrificati nelle giornate più affollate. L’eventuale ingresso di brand stranieri in Italia (si parla spesso del Primavera Sound proprio in questi giorni) dovrà essere gestito in modo da non strangolare le piccole realtà che sul nostro territorio si sono radicate fra mille difficoltà. Un applauso speciale deve andare – come al solito – a Gianluca Gozzi, il Direttore Artistico del TOdays Festival, e a tutto il suo prezioso staff, in grado di costruire - da un decennio a questa parte - tante serate che resteranno per sempre scolpite nella memoria di tutti i presenti.

Setlist

Christine And The Queens

 

Tears Can Be So Soft

Marvin Descending

Full Of Life

Angels Crying In My Bed

Track 10

I Met An Angel

True Love

We Have To Be Friends

Lick The Light Out

Big Eye

 

Wilco

 

Spiders (Kidsmoke)

I Am My Mother

Cruel Country

I Am Trying To Break Your Heart

If I Ever Was A Child

Hummingbird

Random Name Generator

Misunderstood

Love Is Everywhere (Beware)

Bird Without A Tail / Base Of My Skull

Jesus, etc.

Impossible Germany

Falling Apart (Right Now)

The Late Greats

Dawned On Me

A Shot In The Arm

I Got You (At The End Of The Century)

Outtasite (Outta Mind)

 

Verdena

 

Paul e Linda

Loniterp

Logorrea (esperti all’opera)

Cielo super acceso

Lui gareggia

Luna

Diabolik

Chaise Longue

Angie

Crystal Ball

Don Calisto

Sui ghiacciai

Volevo magia

Scegli me (un mondo che tu non vuoi)

Il Gulliver

Muori delay

Pascolare

Miglioramento

King Hannah

 

A Well-Made Woman

Foolius Caesar

State Trooper (Bruce Springsteen cover)

All Being Fine

The Sea Has Stretch Marks

Berenson

Go-Kart Kid (Hell No!)

The Moods That I Get In

Meal Deal

Crème brûlée

It’s Me And You, Kid

Sleaford Mods

 

UK Grim

On The Ground

Pit 2 Pit

McFlurry

Force 10 To Navarone

Giddy On The Ciggies

Tilldipper

I Don’t Rate You

Mork n Mindy

Smash Each Other Up

So Trendy

Don

Tory Kong

Tied Up In Nottz

Jobseeker

Tweet Tweet Tweet

Anna Calvi

 

Rider To The Sea

Hunter

Indies Or Paradise

Wish

Desire

Suzanne & I

I’ll Be Your Man

Don’t Beat The Girl Out Of My Boy

Ghost Rider

 

Gilla Band

 

Fucking Butter

Lawman

Post Ryan

Heckle The Frames

The Last Riddler

Bin Liner Fashion

Backwash

Shoulderblades

Why They Hide Their Bodies Under My Garage ?

Eight Fivers

 

Les Savy Fav

The Equestrian

The Sweat Descends

Raging In The Plague Age

Are We There Yet ?

Patty Lee

In These Woods

Pills

Hold On To Your Genre

What Would Wolves Do ?

Dirty Knails

Let’s Get Out Of Here

ROME

 

L’Impératrice

 

Intro (Beating Hearts)

Off To The Side

Hématome

La lune

Anomalie Bleu

Matahari

Submarine

Peur des filles

Vacances

Voodoo ?

La piscine

Vanille fraise

Agitations tropicales

Piano Track

Warhaus

 

Control

Desire

When I Am With You

Shadow Play

Against The Rich

Time Bomb

Love’s A Stranger

Beaches

It Had To Be You

Open Window

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