Metz

I nuovi alfieri del post-hardcore

intervista di Claudio Lancia

I Metz sono stati una delle grandi sorprese del 2012, il loro album è da considerare come uno dei migliori esordi dello scorso anno. 

Una riuscita miscela di post-hardcore e post-grunge marchiata Sub Pop, nel quale Nirvana e Shellac convivono magicamente sotto lo stesso tetto.

Onda Rock non poteva perdere l’occasione di avvicinare la band nel bel mezzo del primo tour europeo, che ha toccato anche l’Italia.

Li abbiamo incontrati il 21 febbraio, dopo un devastante live al Traffic Club di Roma, occasione ghiotta per approfondire origini e background della formazione, per discutere dei loro rapporti con la Sub Pop, per verificare lo stato di salute della scena musicale canadese. 

L’intervista, iniziata nel backstage e proseguita all’esterno del locale, noncuranti della pioggia, è stata completata attraverso un intenso scambio di e-mail nei giorni immediatamente successivi, durante il proseguimento del tour.

Alex Edkins, voce e chitarra del gruppo, si è gentilmente prestato ad indossare le vesti del portavoce ufficiale.

La sensazione è di essere al cospetto di tre forze della natura che faranno parlare molto di sé nei prossimi anni.

 

Ciao Alex, e grazie per la disponibilità. La domanda iniziale è di rito: come vi siete conosciuti e come è iniziata l’avventura Metz?

Io e Hayden (Menzies, il batterista della band, ndr) siamo cresciuti a Ottawa frequentando concerti punk rock. Ci siamo conosciuti attraverso amici comuni e la condivisione dei gusti musicali, che erano simili.

Ad un certo punto decidemmo di iniziare a fare musica assieme, da lì partì il progetto Metz.

Dopo circa un anno, durante il quale abbiamo suonato con un altro bassista, decidemmo di trasferirci a Toronto, dove incontrammo Chris (Slorach, l’attuale bassista del gruppo, ndr).

Il resto dovreste saperlo già.

 

Qual è il significato del vostro nome: la città francese?

Il nome non ha un vero e proprio significato compiuto. Un nome senza senso che pensiamo suoni bene. Comunque sono stato nella città francese e la trovo un posto meraviglioso.

 

La prima volta che ho ascoltato brani come “Sad Pricks” e “Knife In The Water” ho subito valutato “Metz” come il “Bleach” del nuovo millennio.

Wow! Grazie mille!


Poi approfondendo l’ascolto del disco ho trovato molti punti in comune con la scena hardcore, noise e post-hardcore, con gruppi quali Fugazi o Shellac.

Ti ringrazio davvero tanto per gli accostamenti. Sai, sono gruppi che amiamo profondamente, che abbiamo ascoltato molto, quindi è inevitabile che qualcosa sia entrato nel nostro modo di comporre.

Ma ti assicuro che tutto avviene in maniera assolutamente naturale, nulla di studiato preventivamente a tavolino. Evidentemente la nostra predisposizione è verso quel tipo di suono.

 

Qual è il vostro background? Quali dischi considerate pietre miliari della vostra formazione musicale?

Ognuno di noi ha influenze musicali molto ampie. Alcuni album che riteniamo decisamente importanti per noi sono “Banned In D.C.” dei Bad Brains, “Versus” dei Mission Of Burma, “Zen Arcade” degli Husker Du, i Naked Raygun, giusto per citarne qualcuno. 

 

Come siete arrivati in Sub Pop: siete stati voi a proporvi mandando il classico demo, oppure sono stati loro a mettersi in contatto con i Metz?

I nostri amici della band Constantines incisero tre dischi incredibili per la Sub Pop all’inizio dello scorso decennio. Gli chiedemmo un contato con l’etichetta e ci limitammo ad inviare i nostri demo.

 

Il vostro album d’esordio è stato molto apprezzato in Italia. Come sta andando in Canada e negli Stati Uniti? Quante copie avete venduto finora?

Il disco è stato ben accolto in Nord America.

Sfortunatamente non sono in possesso di dati certi sulle vendite dell’album.

 

Come si svolge il vostro processo compositivo?

Di solito componiamo collettivamente. Ci mettiamo tutti nella stessa stanza, cominciamo a sparare il volume degli amplificatori e vediamo cosa viene fuori.

Quando un ritmo, un riff oppure una melodia risalta, funziona e si fissa in noi, allora iniziamo a costruire qualcosa intorno, iniziando da quel passaggio.

 

Il fatto di incidere per Sub Pop ha condizionato il sound del vostro album d’esordio? Se foste stati sotto contratto con un’altra label, le traiettorie sonore avrebbero potuto svilupparsi in maniera differente?

No, lo escludo. Abbiamo scritto, registrato e auto-prodotto l’album prima di firmare per la Sub Pop. Così la label ha avuto zero input e nessuna influenza sul sound del disco.

Avremmo fatto lo stesso identico lavoro indipendentemente dall’etichetta.

 

Quanto è gratificante incidere per una label così significativa?

E’ una bella sensazione. Siamo felicissimi di essere parte di una famiglia che ha veramente a cuore la musica e lavora duramente per supportare tutti i propri artisti.

 

La scena musicale canadese è considerata una delle più interessanti del nuovo millennio. Gruppi come Arcade Fire, New Pornographers, Black Mountain, Broken Social Scene, Japandroids, sono diventati conosciuti ed influenti in tutto i mondo. Anche band più di nicchia, come Fucked Up o Death From Above stanno raggiungendo lo status di icone contemporanee. Cosa ha reso possibile una simile esplosione?

Non saprei spiegartene i motivi, forse il freddo costringe tutti a scendere in cantina a suonare.

Comunque, mi rendo conto che da lontano si può vedere tutto come un grande palcoscenico comune, ma in realtà ci sono mille rivoli nella “scena canadese”. Ad esempio, i Broken Social Scene sono oramai dei veterani, destinati probabilmente a divenire nel tempo delle icone, come Neil Young. Gli Arcade Fire sono di Montreal, i New Pornographers di Vancouver, anche se in realtà Neko Case, proprio come Win Butler, è un’americana "esiliata" in Canada.

Fra i top hardcore, ormai well-established, ci sono i Fucked Up, così come nella scena punk i Death From Above sono abbastanza noti, ma esiste una pletora di nomi ancora sconosciuti ai più,


Vi sentite parte di questo “movimento”? E come vi relazionate con il resto della scena canadese, con le band, con i festival, con i club?

Siamo fan di molte di queste band ed abbiamo suonato con i Fucked Up, con i Japandroids e con i Death From Above.

Abbiamo delle sinergie con i Fucked Up: in realtà dividiamo con loro la sala prove.

Abbiamo anche dei rapporti di amicizia con alcuni degli Arcade Fire: con Jeremy degli Arcade Fire fummo persino compagni di stanza ad Ottawa.

Chris invece lavorava presso la label Arts & Crafts, che pubblicava i dischi dei Broken Social Scene.

Il Canada è più piccolo di quanto possa sembrare!

 

Toronto in particolare è molto viva. Cosa manca alla vostra città per diventare una nuova Seattle? Forse manca il focus? Forse la sua poliedricità alla fine diventa anche il suo limite? A Toronto va tutto ed il contrario di tutto, nessun gruppo può prendere il controllo della città, giovani-vecchi, etero-gay, liberal-tories, rock-jazz-classici, sani di mente-pazzi totali, non importa chi sei, a Toronto comunque un posto dove metterti lo trovi…

Credo che alla fine Toronto sia bella proprio così com’è.

 

Suggeriteci qualche band emergente della GTA (Greater Toronto Area), per le quali varrebbe la pena ascoltare qualcosa.

Ti propongo qualche nome: Teenanger, Ell V Gore, Odonis Odonis, Thighs, Dusted, Absolutely Free, Beliefs, Soupcans.

 

Quali sono i dischi degli ultimi mesi che avete apprezzato di più?

Ti cito tre titoli: “>>” dei Beak, “Overgrown Path” di Chris Cohen, “Researching The Blues” dei Redd Kross.

 

Conoscete qualche band alt-rock italiana?

Se non sbaglio alcuni dei Blonde Redhead sono italiani, giusto?

 

Giusto!

E sapete che gli italiani Jennifer Gentle sono stati la prima band europea a firmare un contratto con la Sub Pop?

Sì, lo sapevo!

Me lo ha detto un amico al nostro concerto di Bologna.

 

Qualora non li conosciate, vi consiglio di ascoltare anche qualcosa dei “nostri” Uzeda. Una hardcore band siciliana che incideva per la Touch& Go.

Mai ascoltati. Grazie per la dritta!

 

Che tipo di accoglienza state ricevendo in Europa? E che differenze riscontrate fra il pubblico americano e quello europeo?

La risposta in Europa è sorprendente!

Tutti i concerti sono andati alla grande, ed abbiamo incontrato delle persone fantastiche,

 

Ora siete impegnati in tour, quali saranno le prossime mosse dei Metz?

Saremo in tour per gran parte dell’anno, poi abbiamo in programma di iniziare a lavorare sul nuovo disco. Ma è ancora troppo presto per dire quando potrebbe essere pubblicato.

Ci sono band con le quali vi divertite a suonare?
Attualmente siamo in tour in Inghilterra con i Mudhoney e i Meat Puppets, e sono davvero molto felice di questo!