Compie quarant'anni il Fuoco indimenticabile degli U2. Una tappa cruciale nell'ascesa della band irlandese, frutto di uno di quegli incontri che cambiano la carriera. Memorabile, infatti, fu quello tra Brian Eno e gli U2 nel 1984, allorquando il genio del Suffolk accettò di produrre il quarto album del combo irlandese, "The Unforgettable Fire", pubblicato il 1° ottobre dello stesso anno. Gli U2 diventarono così una delle rock band graziate dal genio di Eno, inaugurando un fruttuoso sodalizio con il poliedrico musicista e compositore inglese che sarebbe durato negli anni.
Evoluzione nella continuità
Dopo tre Lp, "Boy", "October" e "War", affidati alle cure di Steve Lillywhite, Bono e compagni decidono che è arrivato il momento di cambiare produttore, consigliati - per la verità - dallo stesso Lillywhite il quale li ha "svezzati" e fatti crescere, e ne ha a cuore le sorti quasi come fossero una sua creatura. L'idea di rivolgersi a Eno, dopo aver comunque sondato altri profili, viene al chitarrista The Edge, che per carattere e forma mentis è l'elemento potenzialmente più incline all'approccio tipicamente analitico del trentaseienne artista britannico, il quale nel 1984 è già un monumento vivente. Salito alla ribalta come membro dei Roxy Music, in campo squisitamente rock Eno ha già collaborato alla cosiddetta trilogia berlinese (ossia gli album "Low", "Heroes" e "Lodger", usciti tra il 1977 e il 1979) di David Bowie e ha prodotto altrettanti long playing dei Talking Heads, tra i quali "Remain In Light" (1980), facendo fare al gruppo di David Byrne - se possibile - un ulteriore salto di qualità. Proprio con Byrne, Eno ha anche avviato una proficua collaborazione già sostanziatasi con il seminale album "My Life In The Bush Of Ghosts" (1981), un lavoro pionieristico nel ricorso all'elettronica e ai campionamenti, nonché influente per lo sviluppo della world music. Finita? Macché. Di Eno si ricordano anche fondamentali lavori solisti come "Another Green World" (1975) e "Before And After Science" (1977), oltre a un'altra collaborazione, quella con il compositore statunitense Harold Budd che in qualche modo ci ricollega proprio agli U2: all'agosto 1984 risale infatti l'album a quattro mani "The Pearl", avente come traccia numero 4 "Against The Sky", un campionamento della quale finirà, venticinque anni dopo, nel brano "Cedars Of Lebanon", presente su "No Line On The Horizon" che Eno produrrà (e in buona parte scriverà) ai quattro dublinesi.
Unico inconveniente: Eno all'inizio non ha alcuna intenzione di produrre "The Unforgettable Fire". Si presenta anzi al primo incontro con gli U2 insieme al musicista e compositore canadese Daniel Lanois, col quale collabora da circa tre anni, facendo chiaramente intendere alla band irlandese la sua volontà di sfilarsi subito dalla faccenda e affidarla al proprio giovane adepto, adducendo come motivazione di non essere più interessato alla produzione musicale ma di volersi concentrare sulla visual art. Anche Chris Blackwell, fondatore e proprietario della Island Records, casa discografica degli U2, è scettico sull'eventuale ingaggio di colui che si definisce un "non-musicista". Discograficamente, gli U2 sono fermi a un anno e mezzo prima e un album dagli influssi discreet music, quale rischia di delinearsi un lavoro prodotto da Eno, piuttosto che uno contenente un buon numero di hit radiofoniche, come vorrebbe la label, potrebbe rivelarsi controproducente dal punto di vista commerciale. La band però insiste e alla fine l'avrà vinta, sia su Blackwell che sullo stesso Eno, il quale infine accetterà di produrre l'album in tandem col suo assistente (e al prezzo di un solo producer). A convincerlo è soprattutto la chimica che si stabilisce fin da subito tra lui e i quattro ambiziosi dubliners, unita alla loro voglia di apprendere e di mettersi in discussione (e oltre, naturalmente, alle loro qualità in fase compositiva).
Come detto, gli U2 hanno in mente un radicale cambio di rotta stilistico. Il live "Under A Blood Red Sky", arrivato nei negozi in formato mini-Lp nel novembre 1983 (e il relativo film concerto, in formato Vhs, a luglio 1984) ha chiuso il loro primo capitolo di carriera, quello contrassegnato dai succitati primi tre album che, pur con le dovute differenze tra l'uno e l'altro, li hanno catalogati all'interno del composito panorama post-punk dal quale è già in atto una sorta di diaspora, con parecchie band afferenti al filone che stanno cercando di distanziarsene. Proseguire sulla stessa strada sarebbe dunque deleterio, c'è bisogno di una svolta, a partire dal metodo di lavoro. L'etichetta di live band rischia di ingabbiarli, urge un cambio di paradigma che li proietti oltre. Si rende pertanto necessario un nuovo atteggiamento, un approccio più professionale al lavoro in studio, che da noiosa tappa tra un tour e l'altro dovrà diventare centrale nella loro concezione della musica. Infatti, come prima cosa la band abbandona l'uso di entrare in sala senza pezzi già pronti o quantomeno abbozzati, cattiva abitudine che finora li ha spesso costretti a comporre in studio e a ultimare le registrazioni sul filo di lana e, come nel caso di "War", con la band che ha prenotato per il turno successivo che sta letteralmente bussando alla porta per entrare. Le bozze di alcune canzoni che finiranno in "The Unforgettable Fire" vengono infatti concepite già alla fine del 1983, in qualche caso addirittura nei soundcheck delle date conclusive del War Tour.
La considerazione che adesso gli U2 ripongono nella resa sonora del loro nuovo lavoro è testimoniata dalla location scelta per le registrazioni, lo Slane Castle, un suggestivo maniero di proprietà di un nobile anglo-irlandese situato nel villaggio omonimo, nella contea di Meath, una cinquantina di chilometri a nord di Dublino (ma quella che campeggerà sulla copertina dell'album è un'altra fortezza, il Moydrum Castle). Dal 7 maggio al 5 giugno gli U2, insieme a Eno e Lanois, si stabiliscono nell'ala del castello dedita all'attività ricettiva. Qui incidono il materiale che poi portano con sé ai mitici Windmill Lane Studios (oggi non più esistenti) dove il ciclo di incisioni viene completato il 5 agosto. Il materiale prodotto è stato fissato su nastro in entrambe le location, per poi permettere alla band di scegliere la versione migliore. Uno dei brani per cui l'edit di Slane Castle viene scartato a beneficio di quello di Windmill Lane è "Pride (In The Name Of Love)", che viene scelto come singolo apripista (ma del castello resta la sala da ballo dove viene girata gran parte del videoclip principale), dato alle stampe il 3 settembre.
Tra Mtv e sperimentazione
A trascinare il disco sarà soprattutto il singolo "Pride (In The Name Of Love)", intonato da Bono in un registro epico e disperato, e sorretto da un memorabile fraseggio chitarristico di The Edge, che condensa al meglio il suo stile, ricco di powerchords e delay. È una commossa dedica a Martin Luther King, personalità che aveva lasciato il segno in Bono & C.. "Pride" diventerà uno dei grandi inni del decennio, insieme alla commovente title track, più malinconica e ritmicamente meno sostenuta (sembra quasi la canzone di un gruppo new romantic), una maestosa e sinfonica rievocazione degli orrori di Hiroshima e Nagasaki (il "fuoco indimenticabile"). "Pride" e la title track sono gli unici due brani dell'album con le caratteristiche adatte per andare in radio e in rotazione su Mtv. Così adatte da permettere al gruppo di concedersi ampie libertà "avanguardistiche" sul rimanente lotto. Infatti saranno gli unici due singoli di un lavoro per il resto caratterizzato da una forte vena sperimentale, dove il contributo di Eno, che non entra nel processo di scrittura ma il cui apporto è troppo peculiare e vigoroso per essere relegato alla mera definizione di "produzione", si sentirà eccome. Ne esce un sound etereo, vaporoso, impalpabile, un disco "impressionista", come verrà definito.
"A Sort Of Homecoming" è uno shock in questo senso. Ci si ricordava degli U2 per "Sunday, Bloody Sunday" e per il piglio "macho" e guerresco delle loro live performance al fulmicotone, e invece l'opening track ha un tiro dolce, trasognato, e per di più si ispira a un poeta ebreo di origini romene, Paul Celan. "Tonight we'll build a bridge across the sea and land", canta un Bono elegiaco e orientato ai nobili ideali di apertura e comunanza. Del resto, la stessa "Pride" e "MLK", la traccia conclusiva (più che una canzone, un'invocazione sottesa da un tappeto sonoro drone), sono dedicate alla figura di Martin Luther King. Le tematiche si riflettono anche nel modo di rappresentarle. Il vocalist non sembra neanche più lui. Il suo stile vocale cambia radicalmente portando alla luce toni ed emozioni rimasti finora inespressi. Per certi versi, il cantante sviscera il lato femminile suo e, per estensione, degli U2. Eno lo definirà un soulsinger. The Edge, dal canto suo, sviluppa un approccio ancor più scientifico nei confronti del suo strumento, e non è un caso che in futuro anche Jonny Greenwood dei Radiohead rivelerà la sua fascinazione per le parti di chitarra di questo album. Nuove porte, poi, si schiudono anche alla sezione ritmica: molto più "melodico" il drumming di Larry Mullen jr. (nel suo caso è principalmente Lanois a guidarlo); molto meno grezzo lo stile del bassista Adam Clayton.
Come "War", in parte anche "The Unforgettable Fire" è caratterizzato, nelle tematiche, dallo sguardo verso ciò che avviene nel mondo. Il titolo dell'album è anche quello di una mostra al Peace Museum di Chicago visitata dalla band, in cui erano esposti dipinti e disegni dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Il terrore dell'olocausto nucleare è un tema molto dibattuto nella prima metà degli anni Ottanta, non a caso è al centro anche di un altro rilevante album del 1984, "Lament" degli Ultravox. Anche "Promenade" è un trionfo di delicatezza, una parentesi romantica che Bono dedica a sua moglie Ali. La "spiral staircase" del testo è quella della loro prima casa da sposati, la Martello Tower di Bray, cittadina costiera poco distante da Dublino. Così come una dedica piena d'amore è quella che The Edge fa alla sua primogenita Hollie, i cui giorno e mese di nascita, "4th Of July", danno il titolo al brano che chiude la prima parte di tracklist (o apre la seconda, fate voi). Nel "villaggio" U2 regna la condivisione e ciò che accade a un membro, specialmente un evento lieto come la nascita di un/a figlio/a, riguarda anche tutti gli altri, tanto più che quella che recapita Hollie è la prima "cicogna" a far visita alla comunità uduica. Il pezzo è in realtà uno strumentale dal forte ascendente ambient che in virtù di ciò si configura come l'episodio più marcatamente eniano del disco, un ponte musicale che introduce a "Bad". E qui arriviamo all'apice emozionale dell'opera. In barba al fatto che non sarà mai un singolo, "Bad" diventerà comunque un classico della band, esattamente come accaduto con "Sunday, Bloody Sunday". Nell'immaginario collettivo, tuttavia, più che la versione studio resterà quella dal vivo immortalata in varie successive pubblicazioni a partire dall'Ep "Wide Awake In America", pubblicato il 20 maggio 1985, oppure suonata in occasioni storiche come il Live Aid, il 13 luglio dello stesso anno. Anche "Elvis Presley And America", pur essendo il passaggio minore del lotto, presenta un piglio suadente, pulviscolare. Il fatto di non aver mai davvero completato la canzone resterà uno dei crucci di Bono. Di converso, i "vecchi" U2 combat e stradaioli si ritrovano in "Wire", al pari di "Bad" uno dei primi brani del gruppo aventi a tema la dipendenza dall'eroina, e "Indian Summer Sky".
Trampolino per lo stardom
"The Unforgettable Fire" non lascia trapelare alcun indizio della riscoperta delle radici musicali e culturali americane che caratterizzerà il successivo album in studio degli U2, "The Joshua Tree", tuttavia è il disco che prepara il terreno al capolavoro che nel 1987 consacrerà la band nel gotha del rock mondiale. Ed è altresì il disco degli U2 in cui più forte si avverte la mano di Brian Eno. Come detto, la liaison tra il "non musicista" e il quartetto non si esaurirà con questo episodio ma si protrarrà per un quarto di secolo (ammesso e non concesso che non si riproponga ancora in futuro), fruttando ulteriori cinque album in studio più altre produzioni sparse. In "The Unforgettable Fire", due featuring sono poi d'eccezione, anche se non vengono strombazzati e restano relativamente nell'ombra. Il primo si scopre subito ed è di Chrissie Hynde, la carismatica frontwoman dei Pretenders che presta la voce nei cori di "Pride" e che viene accreditata come Mrs Chrissie Kerr avendo appena sposato Jim Kerr, il leader dei Simple Minds (da cui divorzierà nel 1990). La seconda partecipazione è nientemeno che di Peter Gabriel, ma si scoprirà solo nel 2009, con la pubblicazione dell'edizione celebrativa per il venticinquesimo anniversario del disco. Il motivo del ritardo è che la sua presenza nei backing vocals di "A Sort Of Homecoming" riguarda solo un remix africaneggiante del pezzo che Lanois realizzerà quasi per gioco nel 1985, quando si troverà in studio con l'ex-Genesis per co-produrre il quinto lavoro solista di quest'ultimo, "So".
Ci vorrà invece molto meno tempo affinché gli U2, grazie al "Fuoco indimenticabile", assurgano alla dimensione planetaria nella quale dimostreranno di trovarsi pienamente a loro agio. L'album raggiunge la vetta della classifica britannica ed eguaglia il dodicesimo posto di "War" in quella americana. Ma soprattutto, frutta al gruppo il primo tour davvero grande (in cui suoneranno in venue dalla capienza anche di 20mila spettatori), la copertina della celebre rivista musicale statunitense Rolling Stone con in calce l'investitura: "Our choice: band of the 80s", e la leggendaria performance al summenzionato Live Aid, dove Bono, in spregio al rigido protocollo della kermesse, darà vita a un fuori programma che resterà negli annali e che renderà la performance degli U2 - a detta di molti osservatori - seconda solo a quella dei Queen. Ma questa è un'altra storia.