10-13/07/2024

Mad Cool Festival 2024

Espacio Mad Cool, Madrid


L’obiettivo dichiarato del Madcool Festival, come ogni anno, è quello di essere all’altezza del suo nome, diventando assolutamente e indiscutibilmente cool (oltre che mad). Negli anni passati non sono mancate critiche e problematiche che hanno influenzato negativamente la percezione del festival. Nella scorsa edizione, le lamentele dei residenti  locali per il rumore erano dilaganti e gli organizzatori furono addirittura multati per aver disturbato la quiete pubblica a causa degli spettacoli notturni. Inoltre, code interminabili, bagni insufficienti e punti di ristoro sovraffollati hanno avuto un grave impatto sull'esperienza complessiva della manifestazione. Quest’anno, tuttavia, sono state apportate notevoli migliorie, che hanno contribuito a offrire ai partecipanti un’esperienza significativamente più piacevole e, probabilmente, la settima edizione stabilirà un nuovo standard per il futuro.
Per mitigare il sovraffollamento, innanzitutto, sono stati venduti meno biglietti in modo da evitare la calca e mantenere un ambiente decisamente più tranquillo… a portata di famiglia, ci verrebbe da dire, vista la presenza di non pochi passeggini in mezzo agli ettari di prato sintetico sui quali si sviluppava la manifestazione. È stato incrementato il numero dei bagni e dei punti di distribuzione acqua, rispondendo a precedenti lamentele relative a lunghe attese e servizi insufficienti. Inoltre, gli organizzatori hanno posto maggiore enfasi sull’impatto ambientale, implementando pratiche più sostenibili.  

I primi giorni

Il primo giorno del festival è stato caratterizzato da un'impressionante line-up di artisti, che hanno fissato un livello elevato per il resto dell'evento. I redivivi Garbage, i Nothing But Thieves, Soccer Mommy, una sorprendente Janelle Monae per citarne alcuni… Noi siamo riusciti ad assistere alle esibizioni dei due headliner Dua Lipa e Smashing Pumpkins.

La performance di Dua Lipa è stata caratterizzata dalla sua coinvolgente semplicità. A differenza di altre regine del pop come Lady Gaga e Taylor Swift, Dua Lipa propone uno show piuttosto sobrio, senza cambi di costume e con una scenografia semplice ma efficace. Il concerto è stato caratterizzato da una coreografia precisa, con Dua Lipa e i suoi ballerini che si muovevano in perfetta sincronia. La scaletta includeva brani di successo come "One Kiss", "Be The One", "Love Again", "New Rules", "Physical" e "Houdini". Il finale, con "Cold Heart", è stato particolarmente emozionante con la cantante e tutto il corpo di ballo seduti al bordo del palco. Senza dubbio la popstar britannica ha fatto uno sforzo per connettersi con il pubblico, anche pronunciando alcune frasi in spagnolo, ma fondamentalmente è bastata la sua musica per scatenare la folla.

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Il concerto degli Smashing Pumpkins ha avuto decisamente un altro registro, con una maggiore enfasi sulla potenza e sui virtuosismi strumentali. Dominata dai classici di "Siamese Dream" e "Mellon Collie And The Infinite Sadness", la performance ha naturalmente avuto i momenti culminanti durante l’esecuzione dei brani preferiti dai fan, come "Tonight", "Disarm", "1979", "Cherub Rock" e "Zero". C’è stato anche spazio per un omaggio agli U2 con una cover di "Zoo Station". I tre membri originali, Billy Corgan, James Iha e Jimmy Chamberlin, hanno mostrato la loro forte alchimia, con Corgan e soprattutto Iha che si sono impegnati nell’interagire con il pubblico presentando i pezzi che si apprestavano a suonare e Chamberlin che spesso si dilungava in potenti assoli di batteria. Corgan che, nella sua lunga veste nera, si aggirava lentamente sul palco lasciando che il pubblico cantasse "Ava Adore" ha segnato uno dei momenti più memorabili della serata. Durante il concerto, abbiamo avuto modo di ammirare anche la nuova chitarrista della band Kiki Wong, recentemente selezionata fra migliaia di candidature, che ha impressionato per la sua energia e bravura, ma che forse deve ancora integrarsi maggiormente nella dinamica del gruppo. Ad ogni modo il concerto si è protratto per un’ora e mezzo circa e nonostante l’ora tarda, è stato uno dei più seguiti. Senza dubbio le loro canzoni, scritte più di vent'anni fa, conservano una vitalità che non accenna a diminuire.

Il secondo giorno del Madcool Festival è stato dominato dalla presenza dei Pearl Jam, uno dei gruppi più attesi di questa edizione. La folla che indossava magliette della band di Seattle era impressionante. Molti partecipanti hanno preso posto fin dall'inizio ai piedi del palco, ignorando gli altri concerti, nella speranza di avvicinarsi il più possibile ai loro idoli. L’attesa era accresciuta anche dal fatto che i Pearl Jam avevano dovuto cancellare diverse date europee a causa di un problema vocale che aveva colpito il frontman Eddie Vedder e questa era una delle poche occasioni per poter ascoltarli dal vivo nel nostro continente.
Quando il tabellone luminoso con i concerti “in partenza”, simile a quelli delle stazioni ferroviarie, ha annunciato un piccolo ritardo, si è diffuso un allarmismo immotivato tra alcuni spettatori. Tuttavia, quando le luci si sono finalmente spente e i Pearl Jam sono entrati sul palco sulle note di "Lukin", la folla è esplosa in un boato di entusiasmo. C’è stato qualche problema nell’acustica nei primi pezzi ma poi è andato tutto bene. Il concerto, durato più di due ore, è stato un susseguirsi di grandi successi e canzoni tratte dall’ultimo album. A differenza dello spettacolo del giorno precedente degli Smashing Pumpkins, dove le canzoni più recenti erano state accolte tiepidamente dalla platea, le tracce di “Dark Matter” hanno avuto un ottimo impatto, dimostrando di non sfigurare accanto ai brani storici.

eddievedder.Riguardo alla capacità di stare sul palco dei Pearl Jam, c'è poco da aggiungere che non sia già stato detto: sono una band che, in 30 anni di carriera, ha sempre mantenuto altissimi livelli di coinvolgimento del pubblico e capacità di spettacolo. In breve, ci si ritrova a cantare insieme a migliaia di sconosciuti canzoni che hanno accompagnato la vita di molti e che conservano intatto il loro fascino. E, d’altra parte, le capacità istrioniche di Vedder consentono di creare in poco tempo una connessione speciale con la platea. Vestito in maniera sportiva e senza curarsi troppo dell’estetica, il cantante di Washington si sforza continuamente di apparire come uno di noi. I suoi tentativi, seppur maldestri, di parlare spagnolo, la bottiglia di vino stappata alla salute dei presenti, la dedica speciale all’amico Marcelo Rios durante l'esecuzione di "Better Man" e al progetto di inclusione sociale Motxilla 21 (una band di 15 elementi composta da ragazzi down che si era esibita in un altro palco poco prima), hanno contribuito a creare un legame unico e personale con il pubblico.
Il finale del concerto è stato particolarmente commovente: sulle note di “Yellow Ledbetter”, Vedder ha salutato l'Europa, dato che le tappe iberiche erano le ultime soste del loro tour prima del ritorno in America.

Nel corso della stessa giornata si sono susseguiti ininterrotti molti altri concerti. Uno dei più impressionanti è stato lo show di Michael Kiwanuka. È stata un’occasione per molti per ascoltare per la prima volta dal vivo il suo nuovo pezzo “Floating Parade”, una traccia con un groove coinvolgente e dall’atmosfera rilassata, creata in collaborazione con Danger Mouse e Inflo. Per il resto, Kiwanuka si è esibito su una scenografia semplice, con video brevi tratti dai suoi videoclip che scorrevano in loop sullo sfondo. Indossando un vistoso camicione, ha alternato brani trascinanti come “Black Man In A White World” e “Rule The World” a momenti più introspettivi come “Home Again” e “Cold Little Heart”, quest’ultima proposta nella sua versione ridotta radiofonica.
La performance di Kiwanuka è stata arricchita da momenti funky, con pezzi come “One More Night”, e più di una volta il pubblico si è infiammato per le straordinarie prove della sua band di supporto. In particolare, le capacità vocali delle coriste e le esplosioni di chitarra in brani come “Rolling” e “Hero” hanno lasciato il segno. L'esecuzione di “Rolling” al tramonto, con un assolo di chitarra che sembrava squarciare il cielo, è stata uno dei momenti più alti dell’intero festival.

Altre esibizioni degne di nota sono state quelle dei Keane, di Bonobo e dei Greta Van Fleet. La band scozzese ha proposto i suoi grandi classici e ha pensato bene di ingraziarsi la folla augurando buona fortuna ai tifosi spagnoli in vista dell’imminente finale calcistica di Euro2024 contro l'Inghilterra. Parallelamente al concerto dei Pearl Jam, Bonobo ha intrattenuto gli spettatori con un dj-set nella sala Iberdrola. L'ambiente, decisamente fresco grazie all'efficiente impianto di condizionamento, ha offerto un set più gradevole rispetto all'edizione precedente, dove le temperature erano paragonabili a quelle di una serra tropicale.
Infine, i Greta Van Fleet hanno preso il palco a tarda notte, proponendo un mix esplosivo di brani tratti dal loro ultimo album "Starcatcher" e di vecchi successi. I fratelli Kiszka hanno dato vita a uno spettacolo pirotecnico, eseguendo solo dieci pezzi, ma ampliandoli con interminabili jam session. Il cantante Josh, con la sua presenza scenica che ricorda Prince e la sua estensione vocale che richiama Robert Plant, si è mosso sul palco come un folletto, conferendo un’energia travolgente all'intera performance. Il concerto si è concluso con un crescendo mozzafiato, culminando nel prog onirico e ipnotizzante di “The Archer” e nelle note epiche “Highway Tune”, che si sono poi fuse con la conclusiva “Runway Blues”.

Il weekend

Il terzo giorno del festival è stato probabilmente quello che ha offerto il maggior numero di spettacoli degni di nota. Tutto è iniziato nel primo pomeriggio con l'esibizione di Benjamin Clementine. Lui e la sua band, vestiti in modo impeccabile (Clementine in completo scuro, la band in chiaro), dominavano il palco. La scaletta conteneva in primo piano i brani del suo ultimo album, ma comprendeva anche le canzoni del suo capolavoro "At Least For Now". Il frontman di origini ghanesi divideva il suo tempo sedendosi al piano e passeggiando a piedi nudi sul palco. Intanto il pubblico sopportava il caldo afoso, aiutato da abbondanti getti d'acqua, offerti generosamente dagli addetti alla sicurezza. Certamente un concerto di questo tipo avrebbe meritato un momento più propizio della giornata e probabilmente per questo ha avuto un numero di partecipanti piuttosto esiguo.

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Poco dopo, sullo stesso palco si sono esibiti gli esilaranti Sleaford Mods. L'allestimento scenografico era minimo: un laptop e la voce caustica di Williamson, visibilmente sudato e paonazzo per il caldo, che lanciava senza tregua le sue invettive contro i conservatori, i benpensanti e gli sfruttatori della classe operaia. Sullo sfondo, le danze sgangherate del suo compare Andrew Fearn fornivano un bizzarro contrasto, facendole sembrare una versione anglosassone post-punk dei primi 883. Mentre cantava, Williamson teneva spesso in equilibrio una bottiglia d'acqua fresca sulla testa e questa trovata è diventata in breve un tormentone fra il pubblico che ballava con birre o bevande varie poggiate sulle teste.

jessieware_220x270Tenere traccia dei numerosi concerti che si sono succeduti negli altri palchi è stata una sfida non da poco. I canadesi  Alvvays hanno realizzato un set melodico e dallo spirito libero, quasi interamente tratto dal loro ultimo ed eccellente album "Blue Rev", presentando un'esecuzione impeccabile di musica semplice e coinvolgente.
Alla voce Molly Rankin si dimostra una vocalist di livello eccezionale.
Estremamente elegante è stato lo spettacolo messo in piedi da Jessie Ware, che si è esibita a Madrid per la prima volta. Accompagnata da un duo di ballerini (e trombettisti occasionali), si è lasciata onorare come una regina dai suoi scudieri ed è stata l’artista che probabilmente ha spinto la "coolness" del festival ai suoi limiti, incarnando all'estremo la visione degli organizzatori. Microfoni usati come fruste, balli sensuali e luci stroboscopiche hanno decisamente contribuito a innalzare le temperature già bollenti della calda notte madrilena.
Forse è mancato un po’ di carattere, invece, nella performance degli Unknown Mortal Orchestra, che si è focalizzata maggiormente sulla parte esecutiva. In fondo, però, la scarsa interazione con il pubblico e il loro modo di suonare volutamente “sporco” ha in un certo senso aiutato a valorizzare quel particolare mix fra psichedelia, funk e rock che caratterizza il loro sound.

I concerti più seguiti della serata sono stati quelli dei Sum 41, che nell’accomiatarsi dal pubblico hanno lasciato intendere che potrebbero essere prossimi alla fine della loro esperienza come gruppo, e quello dei nostri connazionali Måneskin, che hanno avuto l'onore e l'onere di chiudere da headliner la terza giornata.
Le recenti voci di disaccordo tra i membri non sembrano inverosimili, particolarmente evidenti nella mancanza di interazione tra Damiano e Victoria. Entrambi cercavano però un ampio contatto con il pubblico, spesso confondendosi con la folla lungo il corridoio centrale. In più nel finale, mentre hanno suonato “Kool Kids”, hanno lasciato salire un cospicuo numero di fan sul palco. Durante l’esibizione spesso si sono dilungati in lunghi assoli strumentali, con quelli di basso piuttosto convenzionali. Un po’ meglio la chitarra di Thomas Raggi, che ha vissuto una giornata del tutto particolare a Madrid dove è stato anche chiamato poco prima a supportare in un altro palco sua maestà Tom Morello per duettare con lui sulle note di “Kick Out Jams”.
Special guest dell’ex-leader dei Rage Against The Machine è stato anche il figlio Rhoads che è entrato sul palco con la maglietta del suo quasi coetaneo Yamal, dimostrando di avere già un’ottima stoffa come chitarrista. L’esibizione di Morello è stata davvero una ventata di energia e di abilità strumentale sotto tutti i punti di vista. Nella scaletta è stato dato molto spazio alle canzoni dei suoi precedenti progetti (Rage Against The Machine, Audioslave, Nightwatchman) e all’ormai immancabile  e riuscitissima cover di “The Ghost Of Thom Joad” di Bruce Springsteen. La vivacità del neo-sessantenne newyorkese è stata sorprendente per la sua straordinaria capacità di dominare la folla, facendola saltare, pogare e abbassarsi a suo comando. Durante tutto il concerto, ha lanciato invettive anticapitaliste e condiviso messaggi socialmente impegnati, dimostrando al contempo la sua maestria con la chitarra, suonando al contrario, roteando su se stesso e persino utiizzando la lingua.

Fra tutte le giornate del festival, la quarta e conclusiva è stata quella con una proposta musicale meno solida. Nonostante ciò, non sono mancati gli avventori, anche considerando che cadeva di sabato. Nel pomeriggio, quando il sole era ancora alto, si è esibita Arlo Parks, incantevole nella sua semplicità. Basandosi soprattutto sulle parole, sia delle sue liriche mai banali che delle sue storie personali, Arlo ha coinvolto il pubblico attraverso una narrazione intima e sincera. Prima di eseguire "Eugene", ha rivelato l'influenza sonora di "In Rainbows" dei Radiohead su questa canzone, offrendo un interessante spunto sulle sue ispirazioni artistiche. Nonostante i toni spesso malinconici, durante l’esibizione ci sono stati anche momenti più movimentati, come quando ha intonato l’incipit di "Too Good" chiedendoci Why do we make the simplest thing so hard? e di fare fiesta alla maniera iberica. Naturalmente, una buona metà dei brani eseguiti proveniva dal suo ultimo lavoro "A Soft Machine", ma la risposta dei fan ai pezzi del suo Lp di debutto e alla conclusiva “Softly” è stata decisamente più calorosa.

Come headliner c'era Avril Lavigne, che, purtroppo, ha mostrato segni di stanchezza e una voce non all'altezza dei suoi tempi migliori. Tuttavia, i suoi numerosi fan hanno compensato con entusiasmo le sue mancanze, urlando e incitandola fino alla fine del concerto. Decisamente più sul pezzo i Gaslight Anthem che hanno portato il loro rock da arena nello stesso palco che il giorno prima aveva ospitato Tom Morello e la sua band. La loro capacità di coinvolgere il pubblico è innegabile, a dimostrazione di come gli artisti statunitensi di questa edizione abbiano generalmente ben impressionato. Durante il concerto, la band ha messo in mostra i suoi cavalli di battaglia, lasciando spesso che il pubblico si occupasse della parte vocale. Dell'ultimo lavoro, solo due canzoni sono state eseguite (la title track e "Spider Bites"), mentre il resto del repertorio è stato dedicato ai loro brani più noti e amati.

Come headliner figuravano anche The Killers, ma noi abbiamo preferito seguire il contestuale spettacolo di Genesis Owusu, che nella dimensione live si dimostra particolarmente a suo agio. Con indosso una maglietta con la scritta "I feel alone a lot, but I think we’re all alone together”, Owusu ha presentato il suo album "Struggler" partendo proprio dall’incipit “Leaving The Light”.
Durante il concerto si prendeva del tempo per raccontare il contesto in cui ha scritto le canzoni alternando la lettura di un libro che si era portato sul palco con estratti preregistrati che si udivano in sovraimpressione. Mentre cantava era continuamente in movimento e difficilmente inquadrabile: a tratti nervoso e arrabbiato per poi sfoderare una voce soul (“See Ya There”) o elegante e vellutata ("Waitin On Ya"). In “WUTD” duetta idealmente con Kendrick Lamar, che si sente cantare in sottofondo “Not Like US”. Nel finale, il cantante australiano abbatte le barriere di separazione con il pubblico, scavalcando le transenne e cantando letteralmente abbracciato dalla folla "A Song About Fishing".

A fine concerto, gironzolando fra gli stand era facile imbattersi in persone vestite con camicie sgargianti, ragazzi in costume da dinosauro e coppie felici. C’erano anche molti turisti italiani ed è naturale chiedersi come mai nel nostro paese sembri così complicato organizzare un festival di questa portata. Con un formato simile esistono solo eventi di dimensione molto più ridotta, come l’Ypsigrock (che comunque si fa ogni anno più interessante). Il confronto con i cugini iberici è impietoso se si pensa che nella stessa settimana, oltre al festival di Madrid, si è tenuto anche l'arrembante BBK a Bilbao con ospiti come i Massive Attack e gli Arcade Fire.

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Chiaramente per la riuscita del Madcool è stato fondamentale poter disporre dei fondi della regione di Madrid che patrocinava il festival e ha dato il suo nome al palco principale. La strategia alla base è stata chiara: gli investimenti non solo potenziano il settore culturale e musicale, ma portano benefici significativi anche ad altri settori, in particolare il turismo. Creare una vetrina che attira i grandi nomi della musica internazionale aumenta il fascino percepito della città stessa.
L'impressione è che attualmente il nostro paese fatichi a pensare in grande. Eventi di questo tipo richiederebbero una capacità di fare sistema che probabilmente non abbiamo in questo momento. Esistono delle importanti eccezioni, come il Medimex, dove si è creato un circolo virtuoso fra istituzioni e organizzatori, ma in linea di massima lo scenario attuale ci vede decisamente indietro rispetto al resto d'Europa.
Ripercorrendo la strada di ritorno, ho guardato ancora una volta gli ettari di prato sintetico su cui ci muovevamo e i ragazzi che, come ogni sera, si apprestavano a pulirne ogni centimetro. E mi dicevo che sarebbe bello disporre di uno spazio ricreativo così vasto: è decisamente cool!



Setlist

Janelle Monáe
  1. Float
  2. Champagne Shit
  3. Django Jane
  4. Q.U.E.E.N.
  5. Electric Lady
  6. Lipstick Lover
  7. Pynk
  8. Yoga
  9. I Like That
  10. Make Me Feel
  11. Tightrope
Dua Lipa
  1. Training Season
  2. One Kiss
  3. Illusion
  4. Break My Heart
  5. Levitating
  6. These Walls
  7. Be the One
  8. Love Again
  9. Pretty Please
  10. Hallucinate
  11. New Rules
  12. Electricity
  13. Cold Heart
  14. Happy for You
  15. Physical
  16. Don't Start Now
  17. Houdini
Smashing Pumpkins
  1. The Everlasting Gaze
  2. Doomsday Clock
  3. Zoo Station
  4. Today
  5. Spellbinding
  6. Tonight, Tonight
  7. That Which Animates the Spirit
  8. Ava Adore
  9. Disarm
  10. Bullet With Butterfly Wings
  11. Empires
  12. Beguiled
  13. 1979
  14. Jellybelly
  15. Cherub Rock
  16. Zero
Michael Kiwanuka
  1. Hard to Say Goodbye
  2. You Ain't the Problem
  3. Rolling
  4. Black Man in a White World
  5. Rule the World
  6. Hero
  7. Floating Parade
  8. Light
  9. Home Again
  10. Final Days
  11. Solid Ground
  12. Cold Little Heart
  13. Love & Hate

Pearl Jam
  1. Lukin
  2. Corduroy
  3. Why Go
  4. Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town
  5. Given to Fly
  6. Scared of Fear
  7. React, Respond
  8. Wreckage
  9. Daughter
  10. Dark Matter
  11. Even Flow
  12. Upper Hand
  13. Unthought Known (dedicata a Javier Bardem)
  14. Black
  15. Running
  16. Porch
  17. Better Man (dedicata a Miguel Ríos e sua figlia)
  18. Do the Evolution
  19. Alive
  20. Rockin' in the Free World (Neil Young cover)
  21. Yellow Ledbetter
Greta Van Fleet
  1. The Falling Sky
  2. Safari Song
  3. Black Smoke Rising
  4. Built by Nations
  5. Meeting the Master
  6. Heat Above
  7. Light My Love
  8. The Archer
  9. Highway Tune
  10. Runway Blues
Keane
  1. Can't Stop Now
  2. Silenced by the Night
  3. Bend and Break
  4. Nothing in My Way
  5. We Might as Well Be Strangers
  6. The Way I Feel
  7. You Are Young
  8. Everybody's Changing
  9. A Bad Dream
  10. Perfect Symmetry
  11. Is It Any Wonder?
  12. This Is the Last Time
  13. Crystal Ball
  14. Somewhere Only We Know
  15. Sovereign Light Café
  16. Bedshaped
Maneskin
  1. Don't Wanna sleep
  2. Gossip
  3. Zitti e buoni
  4. Honey (are you coming?)
  5. Supermodel
  6. Gasoline
  7. Beggin'
  8. For your love
  9. I wanna be your slave
  10. Mammamia
  11. Bla Bla Bla
  12. Kool Kids
  13. The Loneliest
  14. I wanna be your slave
Alvvays
  1. Pharmacist
  2. After the Earthquake
  3. In Undertow
  4. Many Mirrors
  5. Very Online Guy
  6. Adult Diversion
  7. Tom Verlaine
  8. Belinda Says
  9. Velveteen
  10. Pressed
  11. Dreams Tonite
  12. Archie, Marry Me
  13. Pomeranian Spinster
  14. Easy on Your Own?
Tom Morello
  1. Soldier in the Army of Love (con Roman Morello)
  2. Vigilante Nocturno
  3. Testify / Take the Power Back / Freedom / Snakecharmer (Rage Against the Machine)
  4. Secretariat
  5. One Man Revolution (The Nightwatchman)
  6. Let’s Get the Party Started
  7. Hold the Line
  8. The Road I Must Travel (The Nightwatchman)
  9. Kick Out the Jams (MC5 con Thomas Raggi)
  10. Bombtrack / Know Your Enemy / Bulls on Parade / Guerilla Radio / Sleep Now in the Fire / Bullet in the Head / Cochise
  11. Like a Stone (Audioslave)
  12. The Ghost of Tom Joad (Bruce Springsteen)
  13. Killing in the Name (Rage Against the Machine con Roman Morello)
  14. Power to the People (John Lennon)
Jessie Ware
  1. That! Feels Good!
  2. Ooh La La
  3. Pearls
  4. Begin Again
  5. Lift You Up
  6. Freak Me Now
  7. Running (Remix) / Hot N Heavy / What's Your Pleasure?
  8. Spotlight
  9. Save a Kiss
  10. Beautiful People
  11. Believe (Cher)
  12. Free Yourself
Unknown Mortal Orchestra
  1. From the Sun
  2. Swim and Sleep (Like a Shark)
  3. The Opposite of Afternoon
  4. Little Blu House
  5. Necessary Evil / Monki / Necessary Evil Reprise
  6. Nadja
  7. So Good at Being in Trouble / Waves of Confidence
  8. Layla
  9. Multi-Love
  10. That Life
  11. Hunnybee
  12. Can't Keep Checking My Phone
Sum 41
  1. Motivation
  2. The Hell Song
  3. Over My Head (Better Off Dead)
  4. No Reason
  5. Underclass Hero
  6. Landmines
  7. Dopamine
  8. We're All to Blame
  9. Walking Disaster
  10. With Me
  11. Makes No Difference
  12. Preparasi a salire
  13. Rise Up
  14. Smoke on the Water / Seven Nation Army (Snippet)
  15. Pieces
  16. We Will Rock You (Queen)
  17. In Too Deep
  18. Fat Lip
  19. Still Waiting
Arlo Parks
  1. Bruiseless
  2. Weightless
  3. Blades
  4. Caroline
  5. Impurities
  6. Eugene
  7. Dog Rose
  8. Hurt
  9. Too Good
  10. Pegasus
  11. Sophie
  12. Devotion
  13. Softly
Avril Lavigne
  1. Girlfriend
  2. What the Hell
  3. Complicated
  4. Here's to Never Growing Up
  5. Hot (Snippet)
  6. My Happy Ending
  7. He Wasn't
  8. Don't Tell Me
  9. Losing Grip
  10. I'm With You
  11. Bite Me
  12. Love It When You Hate Me
  13. Sk8er Boi
The Gaslight Anthem
  1. 45
  2. High Lonesome
  3. American Slang
  4. Spider Bites
  5. Miles Davis and the Cool
  6. Boomboxes and Dictionaries
  7. Red Violins
  8. Handwritten
  9. History Books
  10. Blue Jeans & White T-Shirts
  11. Mulholland Drive
  12. Mae
  13. Howl
  14. Great Expectations
  15. The '59 Sound
Genesis Owusu
  1. Leaving the Light
  2. Survivor
  3. The Old Man
  4. See Ya There
  5. Waitin' on Ya
  6. WUTD
  7. That's Life (A Swamp)
  8. Tied Up!
  9. Gold Chains
  10. Balthazar
  11. Get Inspired
  12. Don't Need You
  13. Stay Blessed
  14. What Comes Will Come
  15. A Song About Fishing
  16. Good Times

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