Realizzato dal Valerie Fund per raccogliere fondi per la cura dei bambini afflitti da affezioni del sangue o malati di cancro, "Sing Me To Sleep, Indie Lullabies" - pubblicato dalla label American Laundromat Records - è una preziosa raccolta di cover versions affidata ad artisti emergenti della musica indipendente.
Il progetto è una brillante sequenza di ninne-nanne contemporanee che tracciano una relazione tra il mondo dell'infanzia e quello degli adulti. La scelta delle canzoni è intelligente e variegata: Smiths, Chris Bell e Erik Satie vengono distesi su un tappeto sonoro comune che non annulla le peculiari diversità delle composizioni.
La prima edizione di "Sing Me To Sleep, Indie Lullabies" contiene 21 brani (la successiva edizione sarà ridotta a 14) e i sottoscrittori della prima edizione, prenotabile entro febbraio 2010, hanno ricevuto un 7" pollici con altri inediti e con l'eccezionale presenza dei Sigur Ros.
Analizzando l'opera nella sua versione completa si scorgono molti nomi noti ai lettori di OndaRock.
Aprono gli Stars, con una minimale e raffinata versione di "Asleep" degli Smiths, il brano detta dei canoni interpretativi che quasi tutti gli artisti abbracciano più o meno consapevolmente.
Soffermandoci sul versante prettamente musicale, è evidente una sincera partecipazione dei musicisti al progetto - nessuna delle performance pecca di approssimatività, l'insieme riporta alla mente il progetto "Stay Awake" di Hal Willner, sagace e accurata rilettura dei classici Disney.
Catturano subito l'attenzione i Real Tuesday Weld che tra sinistri suoni di carillon, giradischi gracchianti e cori fiabeschi conquistano un climax magico nella superba "Little Boxes". I Leisure Society con la loro eccellente riscrittura di "Inchworm", tra vaudeville e folk-pop ricco di brio, sciolgono le briglie all'immaginazione con risultati accattivanti.
Alcuni brani sono dei million seller come "Cloudbusting" di Kate Bush che Neil Halstead (ex-Mojave 3) reinventa e trasforma in una ballata sognante e delicatamente acustica ed eterea; meno innovativa, ma sempre intensa, la versione di "Dear Prudence" dei Beatles interpretata dalla cantante canadese Casey Mecija; stimolante, invece, la versione di "Can't Get It Out Of My Head" degli emergenti Telekinesis - la band di Seattle rinnova il fascino lirico del brano della Electric Light Orchestra spogliandolo abilmente di tutto il superfluo.
È difficile trovare qualche punto debole nel progetto (tranne l'ovvietà del sottotitolo "Indie Lullabies"). Notevole la versione jazzy di "Moon River" della bravissima Tanya Donelly, incantevole l'equilibrio sonoro dei canadesi Dala, che affrontano senza paura il classico "Dream A Little Dream Of Me".
In definitiva, "Sing Me To Sleep, Indie Lullabies" è un vero dream-album. Sono sognanti e mesmerici Dean & Britta con "Making Me Smile", poetici e fluttuanti gli Snowbird (ovvero Simon Raymonde e Stephanie Dosen) con l'inedita "The North Wind Doth Blow", delicati e classicheggianti gli O+S con il capolavoro di Chris Bell "You And Your Sister", ma tra i sogni c'è spazio anche per un prezioso incubo, ovvero "Pure Imagination", artefici sono i canadesi The Rest: la loro è quasi una mini-opera che trascende le leziosità della fanciullezza da cartolina.
La versione standard affida la chiusura a una eccellente versione di "Rainbow Connection" (ricordate i Muppets?) sublimata dalla voce di Anna Lynne Williams e dal suo collega Matt Brown (aka Trespassers William). Completa l'album "Have You Forgotten" di Mark Kozelek, interpretata con timido candore da Jenny Owen Young.
Tra le bonus track troviamo due strumentali, ovvero "Gymnopedie No. 1" di Erik Satie e "The Sound Of Silence" che gli imprevedibili Abbasi Brothers corrompono con sonorità alla Brian Eno e un pizzico di nostalgico gusto mitteleuropeo. Mentre Peter Broderick ("You Are My Sunshine") e Laura Gibson ("Edelweiss") preservano il tono delicato del progetto senza sorprese, i Papercuts sfibrano "Boys Of Summer" proiettandola in una dimensione a-temporale molto stuzzicante; spetta invece ai Say Hi con "Kiss Off" alterare per pochi minuti l'atmosfera dondolante dell'album.
Last but not least i Sigur Ros, già abili ideatori di luoghi immaginari, che senza sforzi eccessivi aggiungono un piccolo classico ("Kafari") destinato a stuzzicare i collezionisti (il 7" è già sold out).
Affascinante e ricco di momenti rimarchevoli, "Sing Me To Sleep, Indie Lullabies" esce dai canoni del progetto-compilation e guadagna senza timori un posto tra le migliori uscite dell'anno: sorprende, incanta, e conforta come lo sguardo di un bambino inconsapevole del grigiore del mondo adulto. Addormentarsi cullati da queste ninne-nanne del ventunesimo secolo è un'esperienza da non sottovalutare.
02/07/2010