Mark Lanegan

Il cantore dell'abisso

LONDRA - In occasione dell’uscita di "Phantom Radio" per il 20 ottobre, abbiamo incontrato Mark Lanegan a Londra durante il suo tour promozionale in Europa, lo scorso giugno. Durante quei giorni, ospite di James Lavelle al Meltdown festival, Lanegan, ha anche avuto occasione di presentare, per la prima volta live, alcuni pezzi di "Phantom Radio". Dato i tempi serrati delle maratone promozionali, le nostre domande si sono concentrate principalmente sulla promozione del disco. Se siete spinti da altre curiosità, andate pure a salutarlo durante il suo prossimo tour in Italia dal 3 al 5 marzo.

Sabato scorso (14 giugno) durante il tuo concerto al Meltdown accompagnato da Jeff, con ospite Duke Garwood, hai presentato due nuovi pezzi da "Phantom Radio": "Judgement Time" e "I Am The Wolf".  Come pensi che il pubblico abbia reagito?
In realtà è stata la prima volta assoluta che ho avuto occasione di presentare questi nuovi pezzi dal vivo. Per essere onesto, non ho prestato molta attenzione alla reazione del pubblico ma mi è piaciuto suonarli dal vivo, anche se solo con Jeff e con Duke come guest sul palco per "I Am The Wolf". Però per il tour del 2015, che toccherà anche l'Italia (attorno a marzo), porterò la mia band al completo.

Durante "I Am The Wolf" hai chiamato in scena Duke Garwood, con il quale avevi già collaborato in "Black Pudding" nel 2013, puoi dirci se sarà il singolo  dell’album?
Ho chiamato Duke sul palco perché Duke ha scritto la musica di questo pezzo. Non penso sarà il singolo del disco ma è un pezzo che mi piace molto. Sul singolo, non ho ancora discusso con la casa discografica, ma penso generalmente si sceglierà un pezzo più ritmato.

"Phantom Radio" sarà il tuo nono album solista, dov'eri quando lo hai composto, quali sono state le tue influenze?
La composizione è stata molto simile a "Blues Funeral" e per parte anche "Bubblegum". È stato molto naturale. Quando ho deciso di fare il disco, non avevo nessuna canzone in mente, ma ne ho scritta una e le altre hanno seguito. Anche per "Phantom Radio" ho lavorato con Alain Johaness, a Los Angeles. Non ci siamo chiusi in uno studio per un mese intero per venire fuori con un album, abbiamo registrato i pezzi solo quando li sentivamo pronti su un periodo di 2-3 mesi, probabilmente lavorando due volte la settimana e non più di quattro ore per volta. È generalmente come preferisco lavorare adesso. Alain ha lo studio in casa quindi è tutto più semplice. Ogni tanto capitava che quando Alain doveva lavorare su altri progetti magari non si vedeva per 2-3 settimane ma, in quel periodo, continuavo sempre a comporre canzoni.

In "Phantom Radio" ci sono diversi suoni, dal blues al rock, ma anche dalla new wave all’elettronica, a un certo momento mi è sembrato persino di sentire uno spaccato degli Spacemen 3
Amo profondamente tutti questi  generi che hai menzionato. Amo gli Spacemen 3, penso che "The Perfect Prescription" sia uno dei dischi più belli che sia mai stato fatto, come amo gli Spiritualized, quindi sono sicuro che nel mio disco ci sono influenze da tutti questi generi e gruppi. Come hai detto, ho preso in prestito molte cose dalla new wave. Generalmente quando guido mi piace ascolto ascoltare le stazioni radio satellitari che trasmettono new wave ed è anche quello che ascoltavo mentre lavoravo su "Phantom Radio" quando guidavo a casa di Alain Johaness.
Oltre alla new wave in questo periodo ho anche ascoltato un sacco di kraut-rock: Cluster, Neu!, Harmonia, Can. Forse tutte questi fonti non sono quelle su cui ho costruito le basi delle canzoni, ma sono state delle grosse influenze che ho aggiunto nel processo musicale. Per quel che riguarda le basi, generalmente costruisco le canzoni da qualcosa che ho da qualche parte in testa, oppure inizio semplicemente da un app che ho sul mio cellulare, come FunkBox con il quale ho scritto la maggior parte de miei ultimi dischi (e qui parte una dimostrazione con diversi beat per base, ndr).

Certamente il modo di comporre è cambiato in questi ultimi venticinque anni, pensi che sia più semplice?
Sicuramente per me è cambiato molto ed è più divertente al giorno d'oggi. È semplice, parto da una base di drum machine sul cellulare e poi ci aggiungo una batteria o una chitarra o un piano o un synth, e poi registro tutto sul cellulare sull’App "Garageband", ho centinaia di demo registrati così sul cellulare. Poi quando perdo il cellulare sono guai.

In "Phantom Radio” a parte Alain Johaness, con chi altri hai suonato?
In realtà sono un po' gli stessi musicisti con cui suono da un po'. Penso che quello con cui suono da più tempo sia Aldo Struyf, il leader della mia band, che viene da Antwerp in Belgio. Oramai è da dieci anni che suona con me, caspita! Poi in "Phantom Radio" ci sono anche Freddy Lyenn al basso, Jack Iron alla batteria, anche se in qualche pezzo suona pure il mio batterista Jean Philippe De Gheest. E poi per qualche pezzo Jeff Fielder ha suonato la chitarra e Martyn LeNoble il basso. Martyn, ex-Porno For Pyros, è un mio vecchio amico e un bassista incredibile, con cui avevo già suonato nei Soulsavers.

Quando componi, pensi al tuo album come un lavoro unico? Ti annoierebbe che qualcuno facesse il download di una traccia sola e non considerasse l'intero tuo lavoro?
Per essere onesto, non ci ho mai pensato. Effettivamente può succedere, ma purtroppo sono delle cose che non posso controllare. Può anche succedere che qualcuno compri l'album e poi ascolti solo una traccia o… magari nessuna. Effettivamente però, quando scrivo, concepisco l'album come lavoro concettuale nella sua totalità e non solo come una lista di pezzi, è come ho sempre fatto i dischi e anche l'unico modo che io conosca. Forse anche perché quando scrivo un disco, ho generalmente in mente l'inizio e la fine del disco e poi piano piano inizio a colmare gli spazi, una canzone mi dice come o cosa sarà la prossima. È un flusso naturale. Speriamo che chi si connette con la mia musica lo ascolterà nello stesso modo. D'altra parte, è anche vero che, per quel che mi riguarda, può capitare che se mi piace un disco magari ne ascolto solo qualche pezzo.

L'altro giorno in scena hai cantato "Cherry Carol Tree"  tratto dal tuo Ep "Black Mark Does Christmas" del 2012. Non pensi che ci sia un filo mistico che abbia sempre impregnato le tue scelte dei testi, come anche per questi di "Phantom Radio"?
Generalmente, non c’è un processo preciso al quale mi riferisco quando penso ai testi e non faccio molta attenzione a che cosa vogliano comunicare. Quello che è certo è che fin da giovane sono stato ispirato dalla musica gospel e dalle carole. "Cherry Carol Tree" è una canzone stupenda che mi attrae molto e se solo potessi scrivere una canzone che mi facesse sentire come quella, sarei felicissimo. Ovviamente non potrò mai essere commosso da una delle canzoni che scrivo come quelle scritte da qualcun altro.

Nel 2013 dal Beggars Group  se passato alla Heavenly Recordings, è stata una scelta artistica o una scelta contrattuale?
Una scelta contrattuale direi, ero con le etichette del Beggars Group già da qualche anno, prima con la Beggars Banquet e poi con la 4AD. A un centro punto il mio contratto scadeva, un sacco di persone con cui lavoravo erano andate via e anche, il mio amico che mi aveva messo sotto contratto a metà degli anni 90, ai tempi della alla Sub Pop, e che si occupava adesso del mio A&R, stava per andare via. D'altro canto, con Jeff Barrett della Heavenly Recordings siamo amici da tanto tempo, è stato anche il mio editore per tanti anni e ho sempre voluto fare dei dischi con lui a un certo punto della mia carriera. La 4AD ha fatto un lavoro eccellente, ma purtroppo, visto che non avrei più lavorato con tutte le persone che mi avevano seguito da tempo e che il mio contratto stava giungendo al termine, ho deciso di lavorare con Jeff e la Heavenly Recordings.

Riguardo la copertina del disco, puoi dire qualcosa sull'artwork?
L'artwork è stato realizzato da un artista chiamato Gustavo Rimada ed è tratto da una pittura e da un collage che ha chiamato "Santa Muerte".

Hai un packaging particolare per il vinile?
Ancora (il 16 giugno scorso, ndr) non ho ancora visto nulla dalla casa discografica, ma penso sarà sicuramente un doppio vinile, 180 grammi.

Myriam Bardino




LONDRA, 04/08/2015 - Anche se dei due non ero quello che dormiva, tutto è stato piuttosto onirico. Dall’inizio alla fine. Arrivo alla Electric Ballroom di Camden alle intorno alle diciassette e cinquanta, una decina di minuti prima di quanto convenuto con Remco, tour manager di Marc Lanegan. Fila di fan già piuttosto nutrita, cartellonistica che indica il sold out, porte ancora blindate; busso. La voce mi dice di attraversare la stazione della stazione Tube di Camden Town, quindi di voltare a sinistra, infine di imboccare il corridoio che dà sul retro della storica venue. Ecco, già attraversare questo lungo spazio verniciato rosso e nero, una specie di limbo che intrappola il puzzo di alcool e lo scricchiolio dei carrelli porta-strumenti di praticamente chiunque, è stato un mezzo sogno. Ma nulla in confronto a essere praticamente spinto e poi chiuso da Remco nel camerino di Mark Lanegan, dunque trovarsi quest’ultimo che dorme su un vecchio divano foderato di cuoio. Dopo essermi tolto lo sfizio di svegliare Mark Lanegan presentandomi tossendo per schiarirmi la voce più che potevo abbiamo iniziato la nostra intervista.

Ciao Mark, come va?
Mark Lanegan: bene, e tu come stai?

Benissimo, sono davvero contento di poter scambiare qualche chiacchiera con te. Cominciamo dai tuoi ultimi lavori. Ascoltando per la prima volta ‘Blues Funeral’, nonostante il tuo stile nella scrittura dei testi fosse rimasto piuttosto invariato, fu abbastanza uno shock trovare tutti quei synth e quei beat in un tuo disco. Con ‘Phantom Radio’ hai continuato a battere questa strada. Da dove viene questo suono? Da quali ascolti?
Vedi, ogni volta che inizio a lavorare ad un nuovo disco bado soltanto a quello che ho in testa in quel momento, vedi, non uso nuovi strumenti, né reinvento come usare gli strumenti che tutti usano. Però si, sai, nel 2003, ho iniziato a utilizzare sintetizzatori e drum machines…

Giusto, ai tempi di ‘Bubblegum’, qualcosa stava già succedendo con quel disco.  
Esatto, intrapresi li questa strada, quello che è successo con gli ultimi lavori è la naturale evoluzione di questo percorso.

Ho letto che di recente hai prodotto della musica utilizzando una app per smarthphone, dimmi qualcosa a riguardo.
Si, ho usato questa app, si tratta di una collezione di beats vintage, per mettere su le parti di batteria di una canzone e per un demo fatto in casa, questo è tutto, non l’ho mai usata per un disco intero.

Questa sera è dei nostri Duke Garwood, so che siete davvero molto legati, avete condiviso un disco, ‘Black Pudding’, e lui ha scritto per te ‘I’m The Wolf’, avete in programma qualche altra cosa insieme?
Non al momento, ma, sai com’è, queste cose succedono, ad un certo punto faremo un nuovo disco insieme.

Ho apprezzato moltissimo ‘Heavy Love’, ultimo disco di Duke, è tra i miei dischi dell’anno, a te è piaciuto?
‘Heavy Love?’ L’ho missato io, quindi si, decisamente, yeah.

Suonerete qualcosa insieme questa sera?
Come no, spero proprio che ci riusciremo.

Ho sempre trovato che la tua musica sia piuttosto introspettiva, ascoltando i tuoi pezzi ho sempre avuto l’impressione di ascoltare qualcuno che osserva l’uomo davvero nel profondo. Dopo quasi trenta anni trascorsi scrivendo e suonando, cosa è cambiato nel tuo modo di esplorare l’abisso umano?
Sai, io scrivo solo canzoni, non lo so da dove vengono, io acchiappo qualsiasi cosa mi ispiri tra quelle che mi vengono in mente. Davvero, capisci, non so da dove le mie canzoni vengano e non presto la minima attenzione a cosa significhino, o a cosa possano dignificare per chiunque altro, io giusto le scrivo. Quest’è.

Quanto sono autobiografiche le tue canzoni?
Beh, certo, le canzoni partono da qualcosa che è successo, ma le canzoni non sono vita vera, le canzoni sono un’imitazione della vita, sono imitazioni di momenti, di fatti, di storie. Sai, davvero, le canzoni non sono vita vera, le canzoni sono canzoni e basta.

Ormai è impossibile contare i tuoi progetti, le tue incarnazioni, le tue collaborazioni. Dove trovi il tempo, la forza e l’ispirazione per dare vita a tutto questo?
Soltanto godendo del farlo, di questa vita, è quello che faccio da tanto tempo, è quello che amo. Per me, sai, è semplicemente parte di quello che è la mia vita. Grazie per la domanda comunque.

C’è uno dei tuoi mille progetti paralleli cui sono particolarmente legato, i ‘Gutter Twins’ con Greg Dulli, ma che sembra essere terminato con l’LP ‘Saturnalia’. C’è da sperare di poter ascoltare qualcosa di nuovo con questo Moniker prima o poi?
Non so se a un certo punto io e Greg faremo un altro disco come ‘Gutter Twins’. Io sono in contatto con Greg praticamente sempre, è davvero uno dei miei migliori amici, ci siamo sentiti anche l’altro giorni, quindi vedremo.

Durante le tue performance live tu sei quasi immobile e tieni gli occhi chiusi per gran parte del tempo. C’è qualche ragione dietro questo modo di fare?
È semplicemente quello che mi viene naturale.

Ci sono nuove band o artisti che ti senti di raccomandarci?
Ogni volta che mi fanno questa domanda non rispondo, avessi il mio computer con me potrei dirtelo, ma no. Ma c’è sempre buona musica intorno, buonissima.

Tra una decina di giorni sarai a suonare in Italia, in un bellissimo castello nei pressi di Cesena. Ci capiti spessi dalle mie parti, ti piace l’Italia e il suo pubblico?
Amo passare in Italia, mi è sempre piaciuto e ho ottimi amici lì...

Anche musicisti?
Certo, sono molto amico dei ragazzi degli Afterhours. Davvero mi piace suonare e passare del tempo in Italia.

È tutto Mark, davvero grazie per il tuo tempo.
Grazie a te.

Michele Corrado

Discografia

MARK LANEGAN
The Winding Sheet (Sub Pop, 1990)8
Whiskey For The Holy Ghost (Sub Pop, 1994)8
Scraps At Midnight (Sub Pop, 1998)7
I'll Take Care Of You (Sub Pop, 1999)6,5
Field Songs (Sub Pop, 2001)7,5
Here Comes The Weird Chill (Ep, Beggars Banquet, 2003)7
Bubblegum (Beggars Banquet, 2004)6,5
Blues Funeral (4AD, 2012)6,5
Imitations (Vagrant, 2013)6
Phantom Radio(Heavenly, 2014)6,5
A Thousand Miles Of Midnight: Phantom Radio Remixes (Heavenly, 2015)6,5
Gargoyle (Heavenly, 2017)7
Somebody's Knocking(Heavenly, 2019)6,5
Straight Song Of Sorrow(Heavenly, 2020)7
Another Knock At The Door(with Iyeara, Heavenly, 2020)4,5
MARK LANEGAN & ISOBEL CAMPBELL
Ballad Of The Broken Seas (V2, 2004)6,5
Sunday At Devil Dirt (V2, 2008)6,5
Hawk (Vanguard, 2010)7
MARK LANEGAN & DUKE GARWOOD
Black Pudding (Heavenly, 2013)6,5
With Animals (Heavenly 2018)7,5
DARK MARK & NOT WAVING
Downwelling (Ecstatic, 2019)7,5
TWILIGHT SINGERS
She Loves You (One Little Indian, 2004)6,5
A Sitch In Time (Ep, One Little Indian, 2006)6,5
GUTTER TWINS
Saturnalia (Sub Pop, 2008)6,5
SOULSAVERS
It's Not How Far You Fall, It's The Way You Land (V2, 2007)6,5
Broken (V2, 2007)6
SCREAMING TREES
Clairvoyance (Velvetone, 1986)
Uncle Anasthesia (Epic, 1990)
Anthology: SST Years (1991)
Sweet Oblivion (Epic, 1992)
Dust (Epic, 1996)
Pietra miliare
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House A Home (videoclip da Whiskey For The Holy Ghost, 1994)
Hit The City (videoclip da Bubblegum, 2004)
Intervista italiana (in occasione dell'uscita di Bubblegum, 2004)