Sanremo 2022

Guida e playlist sui 25 cantanti in gara

Dal 1° al 5 febbraio ritorna il Festival di Sanremo, l'evento più chiacchierato, discusso, amato e odiato della nostra musica popolare. Non è solo una questione di canzoni belle e brutte, ma anche di look, stecche, duetti male assortiti, cover criminali, polemiche e colpi di scena: una giostra inebriante e travolgente, che con i suoi tentacoli raggiunge quasi ogni campo dell'informazione italiana, dai più seriosi approfondimenti socio-politici ai social network, passando per le webzine musicali, i rotocalchi e i quotidiani. Come tutte le giostre, qualcuno poco dopo essere salito prova una forte nausea e non vede l'ora di scendere, ma altri si divertono tantissimo. A volte le risate le si fanno con Sanremo, ma più spesso si ride di Sanremo: in ogni caso, si torna spesso e volentieri a parlarne, perché per una settimana abbondante è impossibile scansare l'argomento con amici, parenti, conoscenti, colleghe e colleghi.

Su queste pagine è capitato spesso di parlarne, per esempio quando abbiamo cercato di scoprire quali fossero i migliori brani sanremesi di tutti i tempi ma anche, negli ultimi anni, quando abbiamo cercato di leggere, secondo il nostro punto di vista, le edizioni 2020 e 2021. L'edizione numero 72 vedrà ancora al timone Amadeus, per il terzo anno consecutivo, affiancato da cinque conduttrici: Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli.
Fra gli ospiti già annunciati ci saranno Fiorello, Checco Zalone, Cesare Cremonini e i Måneskin. I brani in gara saranno in tutto 25, quindi ben 9 in meno rispetto al 2021: 22 sono artisti già conosciuti al grande pubblico, 3 invece sono esordienti distintisi a "Sanremo Giovani".

L'intento di questa breve guida è quello di dare una panoramica di chi siano questi 25 concorrenti, cercando d'immaginare cosa potrebbero proporre sul palco alla luce della loro carriera, di quello che stanno facendo ultimamente e di quello che già è trapelato sulla stampa. Alcuni eletti hanno potuto pre-ascoltare i brani, ma ovviamente l'esibizione dal vivo in eurovisione sarà un'altra storia e riserverà molte sorprese.

È una guida pensata per essere letta anche da chi Sanremo poi non lo guarderà mai, ma vuole avere qualcosa da dire su questo o quell'artista, davanti alla macchinetta del caffé o alla fermata del bus. Per l'occasione, poi, ci si consenta anche un po' di ironia e un pizzico di pregiudizi, da prendere col sorriso.

Achille Lauro



Segni particolari
: si veste in modo così eccentrico da far arrossire Malgioglio.
Potreste conoscerlo per: "Mille", "Bam Bam Twist", "Me ne frego", "Rolls Royce" e la tutina nude-look sfoggiata a Sanremo 2020.

Lauro De Marinis, classe 90, è già dato fra i favoriti, nonostante i suoi ultimi album "1969" (2019) e "Lauro" (2021) segnino una parabola discendente. Nato rapper, peraltro in zona trap, cresce a Roma e grazie al fratello frequenta ambienti hip-hop e punk. Pur avendo alle spalle già tre album, fra i quali "Ragazzi madre" (2016) che già lo vedeva distinguersi dal resto della scena per testi più introspettivi ed emotivi, diventa una celebrità nel 2017 grazie allo show "Pechino Express", in coppia con il produttore Boss Doms: da qui il personaggio eccentrico, sgangherato, decadente e kitsch prende il sopravvento sul rapper/cantante.
Scrive un'autobiografia nel 2018, poi un secondo libro nel 2019 e nel frattempo spopola in televisione, si promuove come artista visivo, viene coinvolto da Amazon Prime per "Hunted: caccia all'uomo"; per non farsi mancare nulla, fa anche un photo-book, presentato al Museo delle Culture di Milano con una performance che cita Marina Abramović. La musica diventa meno centrale, ma comunque rimane presente: dopo il "concertone" del Primo Maggio nel 2018, nel 2019 arriva a Sanremo con "Rolls Royce" e in sostanza abbandona l'hip-hop per scoprirsi malinconico e nostalgico, un cantante dedito al revival: provoca ma non scandalizza, stuzzica senza disturbare.

Nel 2020 torna a Sanremo con "Me ne frego" e, capito come va il gioco, punta in alto presentandosi con abiti tanto esagerati da risultare esilaranti. La canzone, neanche a dirlo, quasi non conta. Appurato che a Sanremo ci va per fare più lo showman che il cantante, nel 2021 viene direttamente inserito nel cast e se ne esce con dei tronfi "quadri" sulla "storia di tutti noi": è una sbrodolante manifestazione di arroganza, che si sopporta solo quando finisce per diventare (involontariamente?) comica. Sulla cresta dell'onda del pop, ma ormai più per quello che fa che per quello che canta, fa una capatina anche su "Mille" con Fedez e Orietta Berti, ma è pronto a tornare a Sanremo da concorrente e vincere.

Scontati i colpi di scena e se anche "Domenica", il brano che presenta, non dovesse essere nulla di rilevante, sicuramente lo saranno le esibizioni. Al brano parteciperà l'"Harlem Gospel Choir": ci dobbiamo aspettare un po' di blasfemia all'acqua di rose o una svolta messianica tipo Celentano? Dalle indiscrezioni, sembra che arriverà una nuova versione di "Rolls Royce": furbetto.

Aka 7even



Segni particolari
: a volte è dolce e romantico, a volte vuole solo ra-pa-pa-pam.
Potreste conoscerlo per: "Mi manchi" e "Loca", soprattutto se avete a che fare con gli adolescenti.

Luca Marzano, classe 2000, è l'ennesimo giunto a Sanremo attraverso "Amici" di Maria De Filippi. È fra quelli che partecipano per ammiccare al pubblico dei giovanissimi, ai quali piace molto. I suoi singoli più famosi, "Loca" e "Mi manchi", potrebbero però non essere proprio l'ideale se avete superato l'età scolastica: nella prima la ragazza a cui si parla sembra una ninfomane, come evidenzia il ritornello che dice "Ti piace quando ti stringo forte/ E lo vuoi sempre tutte le volte/ Loca, loca, loca/ Vuole solo ra-pa-pa-pam/ Ra-pa-pa pam pam"; nella seconda questo ventiduenne si scopre invece romantico e malinconico, come un Ultimo con le lacrime agli occhi, il cuore spezzato e tutto l'armamentario di chi vuole entrare nelle grazie delle ragazzine.

Fra le sue fonti d'ispirazione, ha detto a Repubblica, ci sono The Weeeknd, Bruno Mars e Justin Bieber, che è un po' come dire che mio nipote di otto anni, quando gioca con i Lego, si ispira a Renzo Piano. Il brano che porta si chiama "Perfetta così" e sarà quindi sicuramente dedicato a una ragazza: fra i due modelli, quello del pezzo scritto sotto un grave attacco di priapismo come "Loca" e quello da pomeriggio piovoso novembrino di "Mi manchi", probabilmente vincerà il secondo perché più adatto all'Ariston. Ammiccherà tanto alla telecamera, e al televoto potrebbe riguadagnare l'eventuale terreno perduto per mettere a segno un temibile colpo di coda.

Ana Mena



Segni particolari: biondina che sente il bisogno di annunciare il suo arrivo, come i camion in retromarcia.
Potresti conoscerla per: i pezzi in coppia con Rocco Hunt come "Un bacio all'improvviso" e "A un passo dalla luna".

Cantante e, a quanto pare, attrice spagnola, la classe 1997 Ana Mena Rojas è la quota latin di questa edizione, nel senso che il suo nome sembra spuntato fuori dal nulla e porta quel sapore di estero ma non troppo che è tipico delle presenze spagnole nella televisione italiana. È una giovane e piacente bionda che nei video balla come un'ossessa a ritmo di reggaeton affiancando le hit estive di Rocco Hunt e Fred De Palma, quindi da lei ci aspettiamo vestiti da sera arditi e un po' di ritmo per svegliarci durante le infinite serate sanremesi.

Grande dilemma: sentirà il bisogno di presentarsi come nei pezzi in collaborazione, con il suo tag, o dovremo fare a meno del coro dell'Ariston che intona un flebile e sensuale "Ana Mena"?
La sua presenza riempie lo slot che fu di Elettra Lamborghini. La speranza è che il brano "Duecentomila ore" non sia da intendersi letteralmente, altrimenti durerà quasi 23 anni: se li fa tutti ballando, sarà comunque un grandissimo spettacolo! Fra gli autori del brano anche Rocco Hunt, a rinforzare l'idea che la sua proposta non si discosterà dal reggaeton-pop per cui già la conosciamo. Per darvi qualche aria, però, potete dire che di lei avete ascoltato anche la versione spagnola di "Musica leggerissima", che per la cronaca ne esce devastata.

Dargen D'Amico



Segni particolari: occhiali a specchio, riccioli capricciosi, una fantasia infinita.
Potreste conoscerlo per: "Bocciofili", "La cassa spinge 2021" o perché ha fatto la storia dell'hip-hop italiano con Sacre Scuole e da solista.

Il classe 1980 Jacopo "Dargen" D'Amico non si può spiegare e, parafrasando un Valerio Mastandrea d'epoca, va vissuto. Genio multiforme dalla carriera imprevedibile, è stato più volte presente quando nell'hip-hop italiano stava cambiando qualcosa, contribuendo in modo sostanziale. Dagli inizi con Sacre Scuole, da cui poi nasceranno i Club Dogo (ma senza di lui), alla carriera solista in cui ha rivoluzionato l'idea stessa di rap nostrano con gioielli come "Musica senza musicisti" (2006) e il doppio "Di vizi di forma virtù" (2008), arrivando alle dediche in forma di flusso di coscienza ipnagogico a Lucio Dalla, i pezzi demenziali e le collaborazioni inaspettate, non c'è quasi nulla che Dargen D'Amico non abbia provato durante la sua carriera.

Capace tanto della parodia quanto della sperimentazione più ardita, del virtuosismo tecnico ma anche della poesia strappacuore, Dargen D'Amico è contemporaneamente una sorpresa per Sanremo ma anche una presenza che era logico aspettarsi: proprio dopo il suo album più difficile di sempre, "Bir Tawil" (2020), arrivare all'Ariston è in linea con la sua prevedibile... imprevedibilità. Cosa proporrà nella sua "Dove si balla"? Sembra si tratti di un ballabile ottantiano.

Ditonellapiaga con Rettore



Segni particolari: biondissima, trasgressiva e provocatoria. E poi c'è un'esordiente.
Potreste conoscerle per: la seconda per "Kobra", "Splendido splendente", "Lamette" ma la prima è difficile averla già conosciuta.

La prima è una pop-rapper del 1997 praticamente sconosciuta, divisa fra brani più grintosi e altri più melensi, mentre la seconda una grande signora della nostra canzone, classe 1955, che ritorna a Sanremo dal lontano 1994 (l'anno di "Di notte specialmente") e che ha pubblicato l'ultimo album nel 2011. L'augurio è che la seconda infonda coraggio alla prima, così da far funzionare la loro "Chimica", un brano che è stato raccontato in un'intervista all'Ansa come "divertente": non è abbastanza per fugare la possibilità che sia tutto un po' imbarazzante.

Il rischio è che tutto sarà oscurato, anche a livello di gossip, dalla Rettore, che è una presenza molto importante per una fetta di pubblico legata al periodo d'oro della sua carriera, fra gli anni 70 e i primi 80. E se la Rettore fungesse solo da chaperon? Sarebbe una grande delusione.

Elisa



Segni particolari
: niente trucco, voce impeccabile e capello corvino.
Potreste conoscerla per: una delle tante collaborazioni rap degli ultimi anni, ma anche classici come "Luce (tramonti a nord est)" o "Labyrinth".

Elisa Toffoli a Sanremo ha vissuto un momento molto importante della sua carriera. La cantante di Monfalcone, una classe 1977 dalla carriera ultraventennale, ha esordito ad appena 19 anni con "Pipes & Flowers" (1997), bestseller tutto in inglese che ha indicato la possibilità per la nostra musica pop-rock di suonare simile a quella europea e statunitense. Si fa conquistare dal trip-hop e dall'elettronica, ma il successo si rinfiamma con la vittoria a Sanremo 2001 con "Luce (tramonti a nord est)", la sua prima canzone in italiano. Da allora rimane una celebrità, collaborando con molti artisti italiani e proponendo cover anche inaspettate (fra cui i Velvet Underground). Partecipa a eventi di richiamo nazionale e internazionale, compreso il "Live 8", e lavora alacremente anche nell'industria del cinema.
Nel 2008 arriva il tour negli Stati Uniti e in Canada. Sanremo continua a coccolarla ospitandola, ma lei è impegnata sempre su più fronti: duetti, operazioni benefiche, programmi televisivi e colonne sonore da aggiungere ai tour nazionali e internazionali. Pian piano inizia ad avvicinarsi al nuovo rap italiano, collaborando con nomi come Fedez, Marracash, Mahmood, Carl Brave, Rkomi, Gué Pequeno.

Il ritorno all'Ariston è di quelli che fanno notizia, e anche se la sua carriera ultimamente sembra un po' arenata, Elisa è un'artista che può ambire alla vittoria anche solo per l'esperienza che ha sul palco e per la recente notorietà guadagnata, di collaborazione in collaborazione, anche presso un pubblico più giovane.
Presenta "O forse sei tu", che come titolo suona un po' aggressivo ma dovrebbe essere una ballata come quelle di "Diari aperti", non vivace come la recente "Seta". Favorita.

Emma



Segni particolari: capello biondo e voce... ruggente.
Potreste conoscerla per: "Non è l'inferno", "Amami", "L'amore non mi basta" o per il suo passato ad "Amici".

Emma Marrone, fiorentina classe 1984 cresciuta nel leccese, è diventata famosa grazie al già citato "Amici". A Sanremo è arrivata nel 2011 con i Modà, replicando nel 2012 con "Non è l'inferno" e, questa seconda volta, vincendo. Non proprio un capolavoro, per essere gentili, e infatti all'Eurovision presenta un altro brano e arriva, forte di questa scelta, ventunesima.
L'impressione è che non solo fuori dai nostri confini, ma anche fuori dal suo pubblico più affezionato, Emma fatichi a emergere o farsi apprezzare. Si è impegnata spesso per il sociale e ha raccolto anche esperienze in televisione e al cinema.

Un po' grossolana nel canto, e un po' goffa nelle movenze. Non ci si aspetta da lei altro che un brano con lunghi acuti e tanto dramma, che le permetta di esprimersi a favore di camera nelle sue caratteristiche smorfie di sofferenza, che servono a tirar fuori i suoi "ruggiti". Il rischio di sconfinare nel birignao è quasi una certezza, per la sua "Ogni volta è così".

Fabrizio Moro



Segni particolari: sguardo intenso, look da cattivo ragazzo di periferia e timbro sensuale.
Potreste conoscerlo per: "Pensa", che fu un tormentone, ma anche "Non mi avete fatto niente", con cui ha vinto nel 2018.

Fabrizio "Moro" Mobrici, cantante pop-rock romano classe 1975, è un habitué di Sanremo: ci è passato nel 2000 con "Un giorno senza fine", nel 2007 con "Pensa", nel 2008 con "Eppure mi hai cambiato la vita", nel 2010 con "Non è una canzone" e nel 2017 con "Portami via". Nel 2007 ha vinto nella sezione Giovani, ma per vincere nella categoria più importante ha dovuto fare coppia con Ermal Meta nel 2018, proponendo "Non mi avete fatto niente".
Come Emma, per una grande parte del pubblico non esiste se non all'Ariston, e quindi è normale che la sua partecipazione arrivi senza stupore e senza particolare curiosità.

Come altri prima di lui, c'è la possibilità di diventare un cantante "da Sanremo", nel senso meno nobile del termine, e ridurre tutta la sua carriera fuori dal giro dei fan a un appuntamento periodico senza particolari guizzi. Il titolo, "Sei tu", sembra promettere un brano sentimentale, ma lui potrebbe stupirci come fece con "Pensa", virando sul sociale.

Gianni Morandi



Segni particolari
: mani giganti e un sorriso per tutti, lo spirito di un "eterno ragazzo".
Potreste conoscerlo per: "Uno su mille", "Si può dare di più", "Banane e lampone" ma anche... "L'allegria". E poi come conduttore, presenza social, protagonista di meme e tanto altro. Più che "potreste", possiamo assumere che sicuramente lo conoscete.

La bontà fatta personaggio pubblico, Gianni Morandi è un classe 1944 che non ha bisogno di presentazioni per chiunque sia vissuto in Italia negli ultimi cinquant'anni. Cantante, musicista, attore, conduttore televisivo, divo dei social network e protagonista di meme dai tempi dei modem 56k, Sanremo l'ha anche condotto due volte, nel 2011 e nel 2012, e vinto nel 1987 con Tozzi e Ruggeri.

Dalla sua Monghidoro, nel bolognese, ha iniziato a cantare sul finire degli anni 50 e non si è più fermato: nel 1962 entra nella Rca ed esordisce con "Andavo a cento all'ora", seguita da "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte" e tante altre lungo tutto il decennio, spesso accompagnando i brani con dei "musicarelli".
Inizia i Settanta con una partecipazione all'Eurovision, poi quasi scompare dai radar, ma riparte negli Ottanta, fondando anche la Nazionale Italiana Cantanti, dagli obiettivi solidaristici.
Alla sempre notevole attività live, comprese esperienze in Giappone e Stati Uniti, nei Novanta si aggiunge un tour di 270 date nei teatri italiani con propaggini in Europa, Usa e Canada.

È un volto rassicurante e sorridente, che ha sempre una buona parola per tutti e si presta anche a operazioni autoironiche, come le collaborazioni con Rovazzi. Il film sudcoreano premio Oscar "Parasite", del 2019, contiene una sua canzone del 1964, "In ginocchio da te": questo è il suo livello di celebrità.

In seguito a un incidente si ustiona gravemente le mani e, dopo aver seminato simpatia per tanti anni, incontra il supporto trasversale del mondo televisivo e musicale a lui vicino, tanto che se ne esce, grazie alla vena più pazzoide di Jovanotti, con il singolo "L'allegria": è una delirante e caotica canzone dell'ottimismo che si adatta perfettamente al suo personaggio.
Il ritorno a Sanremo con "Apri tutte le porte", con un pezzo scritto insieme a Jovanotti e il suo chitarrista Riccardo Onori, è quindi candidato alla vittoria per l'affetto che circonda il personaggio e perché dovrebbe essere un vivace inno alla positività (ma si potrà ancora dire?).

Giovanni Truppi



Segni particolari
: il più indie di tutti.
Potreste conoscerlo per: l'album "Poesia e civiltà", del 2019.

Napoletano classe 1981, è il più indie fra i partecipanti di questa edizione. Cantautore anche politico, decisamente sofisticato rispetto all'aglio di bassa cucina tipico dell'Ariston, potrebbe vivere la sua prima partecipazione come un'occasione per farsi conoscere al pubblico più ampio, dopo che "Poesia e civiltà" (2019) ha già attirato l'attenzione degli ascoltatori sintonizzati sulle frequenze del nuovo cantautorato nostrano.
È il nome che più probabilmente i vari parenti e colleghi non conosceranno, quindi l'occasione è doppiamente ghiotta: recuperate una breve ma interessante discografia e ci rimediate anche qualche punto nella vostra cerchia sociale, come intenditori della materia. Fra le frasi che potete prendere in prestito dalle varie recensioni che abbiamo pubblicato, e che faranno vedere a tutti quanto la sapete lunga, vi consigliamo "mette in mostra un crooning scanzonato e romantico sulla scia di Sergio Caputo" (lo scrivevamo qui) e "un cantautore talentuoso, destinato a fare ancora grandi cose" (come abbiamo scritto qua).

Il pezzo, intitolato "Tuo padre, mia madre, Lucia", è scritto anche con l'aiuto di Pacifico e Niccolò Contessa, e quindi potrebbe avere le carte in regola per diventare un successo. Fortissimamente voluto da Amadeus, quindi se sfugge la vittoria potrebbe essere molto favorito per altri premi "minori".

Giusy Ferreri



Segni particolari
: 1 metro e 55 di nasalità, per la Amy Winehouse nostrana.
Potreste conoscerla per: i singoli estivi come "Amore e capoeira" e "Jambo" o il successo con cui è diventata famosa, "Non ti scordar mai di me".

Questa palermitana classe 1979, che ovviamente nasconde dietro Giusy un Giuseppa Gaetana, ha rappresentato un sogno: da umile cassiera è diventata, attraverso X Factor, una celebrità del nostro pop. Da quel 2008, poi, dopo essere finita in un vicolo cieco con la carriera solista, ha trovato la via per un successo ancora più grande attraverso il singolo "Roma-Bangkok", un rarissimo singolo di diamante per la Fimi e il primo videoclip italiano a sforare i 100 milioni di views.

Dopo, ha provato a mantenersi attiva soprattutto con nuove potenziali hit estive, trovando un'efficace combinazione con Takagi & Ketra, che le hanno permesso di rimanere molto conosciuta attraverso "Amore e capoeira" (2018) e "Jambo" (2019), ma con "Shimmy Shimmy" (2021) anche la questa combinazione ha iniziato a inaridirsi.
Sempre Takagi & Ketra la affiancano per il suo brano, "Miele", che quindi potrebbe anche essere un momento dei più appiccicosi e radiofonici del Festival: vedremo, perché l'ennesima partecipazione con risultati mediocri potrebbe significare l'inizio di un periodo di crisi. Sembra che userà l'autotune.

Highsnob e Hu



Segni particolari: tatuaggi in faccia per lui, capello rasato per lei.
Potreste conoscerli per: un singolo che vi ha fatto sentire un nipote, magari "La miglior vendetta" o "23 coltellate", del primo. La seconda invece è artista per veri curiosi.

Lei, Federica "Hu" Ferracuti, è praticamente sconosciuta a tutti, mentre lui, Michele "Highsnob" Matera di Avellino, classe 1985, è uno dei tanti artisti pop-rap di cui è affollato il nostro mainstream da un lustro a questa parte e in alcuni casi, vedi "La miglior vendetta", ricorda da vicino un certo Fedez, con il quale condivide anche i tatuaggi sul collo (che lui estende anche al viso).
Il brano, "Abbi cura di te", parla della fine di una relazione, così l'insieme degli indizi ci porta a considerare questa stravagante coppia una delle meno avvantaggiate per la vittoria.

Nel testo citano la parola "shibari": fate gli splendidi e comunicate ad amici e conoscenti che è una disciplina giapponese che consiste nel legare una persona in un contesto erotico, un po' come il bondage (se volete strafare, dite che voi la chiamate "kinbaku" e che l'apprezzate come forma artistica). Non ci resta che essere sorpresi, in fondo ha vinto anche Povia, no?

Irama



Segni particolari: il fascino del tenebroso, le movenze di chi non va mai in bianco.
Potreste conoscerlo per: "La genesi del tuo colore", "Mediterranea" o "Arrogante".

Filippo Maria Fanti, il classe 1995 conosciuto come Irama, è a suo agio con il canto e con il rap, ed è uno di quelli che ha localizzato anche il reggaeton: qualcuno potrebbe ritenerlo un crimine, ma con i suoi singoli estivi questo adattamento italiano del trend risulta in realtà più naturale dei tentativi di tanti altri colleghi.

A Sanremo è già arrivato nel 2019 con un pezzo strappalacrime, in pieno patetismo, come "La ragazza con il cuore di latta" (ve la ricordate "Mary" dei Gemelli DiVersi?), però l'anno scorso, con "La genesi del tuo colore", aveva indovinato il pezzo ma è stato il più sfortunato di tutti, visto che non ha potuto esibirsi e ha dovuto usare una registrazione delle prove. Anche considerando la persistenza del pezzo nelle classifiche di streaming, potrebbe aver scansato una vittoria.

Parliamo comunque di una popstar che ha ottenuto tre platini con un Ep, "Plume" (2018) e trenta dischi di platino in tutto. È anche un fascinoso uomo che sa anche ballare, quindi la sua esibizione non mancherà di mandare in solluchero una fetta del pubblico.
Fra i produttori della sua "Ovunque sarai" troviamo anche Shablo, una leggenda dell'hip-hop che ha collaborato con Inoki, Club Dogo, Kaos, Guè Pequeno, J-Ax, Marracash, Salmo, Clementino, Noyz Narcos, Fabri Fibra, Rkomi e tanti altri. La sua vittoria, o almeno un buon piazzamento, sarebbe anche favorita da un certo senso di rivalsa per quanto accaduto un anno fa e metaforicamente funzionerebbe da vendetta contro le vicissitudini pandemiche. Più probabilmente, arriverà nella top 5.

Iva Zanicchi



Segni particolari
: i capelli di una leonessa, la schiettezza degli amici del baretto.
Potreste conoscerla per: "Zingara", "Testarda io" oppure per "Ok, il prezzo è giusto!", il quiz televisivo che ha condotto per dodici anni.

Iva Zanicchi, la classe 1940 conosciuta con l'improbabile nome da villain dei fumetti di "Aquila di Ligonchio", è una cantante che a Sanremo ha vinto tre volte, forte di una voce stentorea. Le magnifiche quattro, anche loro con nomi da comic d'epoca, sono lei, Mina ("la tigre di Cremona"), la compianta Milva ("la pantera di Goro") e Orietta Berti ("l'usignolo di Cavriago"): non rimane che attendere un episodio crossover con gli "Avengers".

Battute a parte, Iva Zanicchi è stata un'istituzione degli anni Sessanta e Settanta italiani, ma a differenza di Gianni Morandi la sua carriera da cantante sembra tramontata da qualche decennio. In passato si è esibita al "Madison Square Garden" di New York e in Unione Sovietica, ha collaborato con Giuseppe Ungaretti e Mikīs Theodōrakīs; ha vestito i panni dell'attrice e scritto album ispirati alla tradizione ebraica; ha registrato successi in America Latina e posato per Playboy (!), poi è anche diventata una star televisiva con "Ok, il prezzo è giusto!" sulle reti di Silvio Berlusconi, che seguirà anche in politica diventando eurodeputata fra il 2008 e il 2014.
Dagli anni Novanta la musica ha un ruolo meno centrale nella sua vita, spesso attivo con operazioni nostalgiche.

A Sanremo è stata in tutto dieci volte, e questa sarà l'undicesima, ma l'ultima occasione è stata quella di "Ti voglio senza amore" (2009), un brano eliminato e francamente imbarazzante. Sembra che la sua possa essere la quota presidiata nel 2021 da Orietta Berti: una simpatica presenza âgé, peraltro sempre schietta, sincera e vivace quando è davanti alla telecamera. A differenza di Morandi, però, la sua vittoria sembra improbabile.

La Rappresentante Di Lista



Segni particolari: Veronica e Dario sono un duo queer e sembra che non stiano insieme, ma non ci crediamo al 100%.
Potreste conoscerli per: "Amare", il pezzo con cui hanno partecipato nel 2021, o magari li conoscete da prima, dai tempi dell'esordio "Bu Bu Sad" o per uno dei loro travolgenti live.

Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina hanno fondato questo gruppo a Palermo nel 2011, e si sono distinti per il loro modo di fare un pop-rock spesso elettronico, dagli arrangiamenti ricchi e stratificati, un po' Arcade Fire e un po' it-pop, ma con una piegatura indie.

Dal vivo sono travolgenti, e Veronica è implacabile e commovente, come ha saputo dimostrare anche a Sanremo, per di più in un'edizione come quella 2021 senza pubblico. In generale la loro vicinanza alla fluidità tanto cara alle istanze LGBTQ+ non fa che aggiungere qualche punto al potenziale mediatico, insieme a una dinamica fra Veronica e Dario che, pur non essendo legati sentimentalmente, suggerisce una qualche chimica, quantomeno artistica.
Potrebbero indovinare con "Ciao ciao", un pezzo disco-funk in base a quanto trapelato, il brano che li consacri presso il grande pubblico.

Le Vibrazioni



Segni particolari
: look molto RUOCK, ma poi molto pop.
Potreste conoscerli per: "Dedicato a te", "Vieni da me", "Dov'è".

Dopo il debutto nel 2003 con "Dedicato a te", tormentone il cui famoso video è bersagliato da parodie di Frankie Hi-Nrg ed Elio e le Storie Tese, sono anche nella colonna sonora di "Tre metri sopra il cielo". Ritorneranno al cinema partecipando alla sigla per "Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me" (2006). Non proprio cinema d'autore.

Provano quindi a virare verso il rock, cambiano un po' la formazione, e aprono anche per gli Ac/Dc nel 2010. Nel 2012 però sospendono l'attività, tornando solo nel 2017. Ammiccano al rap collaborando con Jake La Furia e tornano a Sanremo nel 2018, dopo esserci passati nel 2005. Replicheranno anche nel 2020, poi appena se ne vanno vince un gruppo rock più giovane e molto meno esperto, ma molto più sexy, di loro: i Måneskin. Con "Tantissimo" forse vogliono farci sapere quanto la cosa li ha fatti rodere....

Mahmood e Blanco





Segni particolari: il primo sembra un po' Marracash ma non lo è, il secondo di solito va in giro mezzo nudo.
Potreste conoscerli per: i singoli in radio del primo, tipo "Soldi" con cui ha già vinto Sanremo, e soprattutto le hit ubiquitarie del secondo, come "Mi fai impazzire", "Notti in bianco" e "Blu celeste".

Mahmood non è esattamente un fuoco di paglia, una meteora, ma anzi il milanese classe 1992 non solo ha vinto Sanremo nel 2019, ma si è classificato anche secondo all'Eurovision e con "Ghettolimpo" (2021) ha dimostrato di non volersi fermare al pop più radiofonico, ampliandolo verso ben più ambiziose commistioni.

Blanco, dalla sua, è un 2003 che con il suo stile esuberante, drammatico, acrobatico e un po' ingenuo ha conquistato giovanissimi (e non) grazie al suo "Blu celeste" (2021). A livello di richiamo mediatico, la loro coppia è quella che attira più attenzioni. Pare che il brano "Brividi", sorprendentemente, sia una ballata abbastanza seduta e non qualcosa di più avventuroso, e dovremo quindi vedere come si incrociano due vocalità così differenti e se questa scelta classica conquisterà anche gli over 30.
Sulla carta, sono in lizza per vincere. Su Spotify viaggiano su un totale di oltre 6 milioni di ascoltatori mensili, circa 200 volte quelli di Truppi.

Massimo Ranieri



Segni particolari: il sorriso del professionista consumato, l'eleganza del gentleman d'altri tempi.
Potreste conoscerlo per: "Perdere l'amore", "Se bruciasse la città", "Rose rosse" e altre mille canzoni da lui interpretate, compresi tanti classici napoletani.

Il napoletano classe 1951 Giovanni Calone ha fatto di tutto: il cantante, l'attore, il conduttore, il doppiatore, il regista. Ha pubblicato 23 album di studio, 36 singoli e venduto 14 milioni di dischi. A Sanremo ha vinto nel 1988 con "Perdere l'amore", praticamente la sua "My Way", ma la sua storia è piena di eventi sorprendenti: ancora agli esordi, appena tredicenne, arriva negli Stati Uniti con lo pseudonimo di "Gianni Rock" e a 15 anni è già sotto contratto; partecipa a Sanremo già nel 1969 e pubblica il primo album nel 1970, forte di alcuni successi; esordisce ancora molto giovane anche nel cinema, vincendo un David di Donatello, e partecipa più volte all'Eurovision Song Contest, quindi ritorna al repertorio napoletano, poi si dedica anche al teatro, con tanto di tour in Europa.

Fra le varie esperienze, nel musical "Barnum" fa il funambolo e il giocoliere e conduce "Fantastico" a fine anni Ottanta. Insiste con Sanremo nei Novanta, ma in generale è un decennio meno florido, quindi apre il nuovo secolo tornando alla canzone napoletana e indulgendo nella celebrazione dei propri successi, che si allarga anche agli anni Dieci. Replica 700 (settecento! No, dico s-e-t-t-e-c-e-n-t-o!) volte uno spettacolo che raccoglie i suoi successi, tributa e reinterpreta le opere di Eduardo De Filippo per la Rai, fra mille altri impegni.

Ranieri ha una lunga e ricca carriera e non ha paura di autocelebrarsi all'infinito, rinunciando quasi completamente a rinnovarsi. Torna a Sanremo per interpretare un brano sull'immigrazione, chiamato "Lettera di là dal mare", che sicuramente interpreterà con la sua intensità da attore e showman consumato. Già candidato al "Premio della Critica".

Matteo Romano



Segni particolari: giovane da "Sanremo Giovani", faccino pulito e labbra carnose.
Potresti conoscerlo per: ...TikTok?

Uno degli esordienti, classe 2002 già circolato su TikTok con la ballatona pianistica "Concedimi", come se avessero reso ancora più triste il Blanco più Blanco, ma con un po' delle vocali allungatissime di tha Supreme.
Nel migliore dei casi, così, può aggiornare Ultimo (che diventerebbe penultimo?). Sembra però che per "Virale" (ma si potrà ancora dire?) si sia dato ad arrangiamenti più vivaci e giovanili, anche perché rischia di perdere se si propone come specialista di ballate pianistiche intense. Vedremo se, come tantissimi passati da Sanremo Giovani, ce lo dimenticheremo tempo zero.

Michele Bravi



Segni particolari: voluminosi capelli neri e tristezza nella voce.
Potreste conoscerlo per: "Il diario degli errori", con cui ha già provato a distinguersi a Sanremo 2017.

Il 1994 perugino Michele Bravi ha vinto la settima edizione di X Factor e da allora pubblica brani intensi, drammatici, intimisti che sembrano averlo fatto invecchiare prima del tempo, vedi l'ultimo singolo "Cronaca di un tempo incerto".
"Inverno dei fiori" non ci stupirà, e si candida a essere dimenticabile e dimenticata.

Noemi



Segni particolari: capelli rossi e voce un po' rauca.
Potreste conoscerla per: "Glicine", con cui ha fatto bene a Sanremo 2021, oppure "Makumba" con cui, in coppia con Carl Brave, ha animato l'estate scorsa.

Firma Mahmood il pezzo di Veronica "Noemi" Scopelliti, romana classe 1982 che ha partecipato già sei volte a Sanremo, senza mai vincere. Ha una voce particolare, a tratti rauca ma gestita con maestria, ma difficilmente osa qualcosa in termini stilistici. Giovane rispetto alla media sanremese, ma ormai non proprio giovanissima, si trova nella rischiosa posizione di chi potrebbe essere rimasta incastrata in un modello un po' classico, dal quale fatica a emanciparsi.
Il brano con Carl Brave, "Makumba", ha smosso un po' le acque del suo tipico pezzo sentimentale. Sembra che "Ti amo non lo so dire" parli anche dell'accettazione dei propri difetti, che funziona bene sulla stampa.

Fra le più modeste presenze del Festival, che è pieno anche di chi arriva con la pomposità di chi sta facendo un favore al pubblico, è una di quelle cantanti cui farebbe piacere veder assegnato un premio, fosse anche uno di quelli dal carattere spesso consolatorio. Una curiosità: è nel libro dei Guinness per essersi esibita in nove concerti nel giro di 12 ore.

Rkomi



Segni particolari: capello lungo da rocker, animo da rapper, piacione come una popstar.
Potreste conoscerlo per: "Nuovo range", "Partire da te" e in generale per l'album di grande successo "Taxi Driver".

In tempi non sospetti, il milanese classe 1994 Mirko Manuele Martorana è stato uno dei primi in Italia a proporre un nuovo hip-hop che poi sarebbe stato etichettato, con una certa approssimazione, come trap. Amico di Tedua e Izi, nato e cresciuto nel quartiere popolare di Calvairate (Milano), decide di invertire le sillabe del proprio nome secondo i dettami del riocontra e come Rkomi pubblica numerosi mixtape. Sembra essere destinato al successo mainstream, sforna buoni singoli, ma l'album vero e proprio, l'opera della consacrazione, tarda ad arrivare.
Con Universal vira verso il pop, circondandosi di nomi quali Jovanotti, Elisa, Carl Brave, Sfera Ebbasta, Dardust e Ghali e delineando una formula fra trap-pop e it-pop che solo con il successo "Taxi Driver" (2021) sembra aver trovato compimento, dopo due lavori non del tutto convincenti.

A Sanremo ci arriva sull'onda di tre dischi di platino per l'album e sette platini per gli ultimi singoli. Potrebbe piacere a un'ampia fetta di pubblico, dai giovani sotto i vent'anni agli over trenta più legati al rock: "Insuperabile" potrebbe stupire noi ascoltatori e anche la stampa meno attenta con un bel rap con le chitarre.

Sangiovanni



Segni particolari: capello fluente, faccina sbarbata.
Potreste conoscerlo per: "Malibù", uno dei singoli dell'estate 2021.

Il 2003 vicentino Giovanni Damian, conosciuto dal pubblico di "Amici" come Sangiovanni, ha vinto l'edizione 2020-2021 della celebre trasmissione condotta da Maria De Filippi nella categoria "canto", entrando di diritto nel nostro mainstream, perdendo però in finalissima con la ballerina e partner Giulia Stabile.
Adocchiato dalla Sugar di Caterina Caselli, ha sbancato la scorsa estate con il singolo "Malibù", una filastrocca virale (si può ancora dire?) che per una volta non sfigura dinanzi ai singoli internazionali, leggerissimi e contagiosi, della stagione calda.

A Sanremo ci arriva per rinfocolare il successo con "Farfalle", che è sicuramente una delle canzoni che riceverà più ascolti in streaming. Il posizionamento finale, invece, dipende da quanto la sua leggerezza tardo-adolescenziale sarà apprezzata dalle giurie, e quanto il voto da casa riuscirà a spostare gli equilibri. Fino all'ultima serata, quindi, potrebbe riservare sorprese.

Tananai



Segni particolari: il fascino del bel tenebroso, un po' Scamarcio degli esordi.
Potreste conoscerlo per: ...averlo sentito a "Sanremo Giovani"? O magari per il singolo "Maleducazione".

Come farsi notare, se sei uno dei "Giovani"? Una buona idea è quella del classe 1995 Alberto Cotta Ramusino, conosciuto come Tananai. Questo ragazzo di Cologno Monzese ha scelto un titolo buono per far parlare di sé come "Sesso occasionale": pensate alle domande da fare a "Domenica In" o alle battutine che possono tirarsi fuori con un simile pretesto al Tg2.

Per chi già lo avesse conosciuto, Tananai è un pop-rapper provocatorio ma non troppo, che per una volta non ha niente a che fare con la trap e, piuttosto, ricorda Fedez (con cui ha anche duettato in "Disumano") o J-Ax. Provocazione senza offese, così che graffia senza ferire. Chissà che invece, questa volta, non ci stupisca.

Yuman



Segni particolari
: riccioloni e soul.
Potreste conoscerlo per: la sua partecipazione a "Sanremo Giovani", dove ha presentato "Mille notti".

Il romano classe 1995 Yuri Santos Tavares Carloia sceglie di farsi chiamare Yuman, da leggersi come "human" (umano, in inglese). Proviene da "Sanremo Giovani", che ha vinto, ma da quello che si legge in giro il suo pezzo sembra tutt'altro che originale.
Fa parte della quota di musica black che ogni tanto capita a Sanremo, e che di solito finisce per occupare gli ultimi posti in classifica senza destare nessun clamore. "Ora e qui" richiama, nel titolo, un'urgenza e un'aderenza al presente che ci auguriamo di ascoltare anche nel brano.



Sanremo su OndaRock

Sanremo Vai alla scheda artista

Sanremo sul web

I 25 concorrenti in gara:

Achille Lauro e l'Harlem Gospel Choir - "Domenica"
Aka7even - "Perfetta così"
Ana Mena - "Duecentomila ore"
Dargen d'Amico - "Dove si balla"
DitonellaPiaga con Donatella Rettore - "Chimica"
Elisa - "O forse sei tu"
Emma - "Ogni volta è così"
Fabrizio Moro - "Sei tu"
Gianni Morandi - "Apri tutte le porte"
Giovanni Truppi - "Tuo padre, mia madre, Lucia"
Giusy Ferreri - "Miele"
Highsnob e Hu - "Abbi cura di te"
Irama - "Ovunque sarai"
Iva Zanicchi - "Voglio amarti"
La Rappresentante di Lista - "Ciao, ciao"
Le Vibrazioni - "Tantissimo"
Mahmood e Blanco - "Brividi"
Massimo Ranieri - "Lettera al di là del mare"
Matteo Romano - "Virale"
Michele Bravi - "Inverno dei fiori"
Noemi - "Ti amo non lo so dire"
Rkomi - "Insuperabile"
Sangiovanni - "Farfalle"
Tananai - "Sesso Occasionale"
Yuman - "Ora e qui"