I Sixties psichedelici sono al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Dai viaggi a otto miglia d'altezza dei Byrds ai trip spaziali di Pink Floyd e Silver Apples, dai pionieri 13th Floor Elevators al concept miliare dei Pretty Things, dai cerimoniali lisergici di Doors e Velvet Underground all'acid-rock di Jefferson Airplane e Grateful Dead, passando per il pop stralunato di Barrett, Donovan, Beatles e Love e per lo psych-blues di Cream, Traffic e Hendrix: una selezione di 25 brani per un'immersione nella febbre psichedelica degli anni Sessanta.
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Psyxties - La febbre psichedelica degli anni 60
La psichedelia (dal greco: psyché deléin, "mostrare la coscienza") è una galassia sfaccettata ispirata proprio alle esperienze di alterazione della coscienza causate dagli allucinogeni, che modificano la percezione e fanno emergere livelli profondi e nascosti della psiche. Tra gli ideologi di questa stagione, il poeta beat Allen Ginsberg che predicava l’espansione della coscienza, lo scrittore Ken Kesey (quello di "Qualcuno volò sul nido del cuculo") che organizzava sballi collettivi chiamati Acid Tests, nella sua fattoria sulle colline di La Honda, nei dintorni di San Francisco, fino al professor Timothy Leary, celebre per la sua teoria dell’homo novus e per il suo bando di arruolamento psichedelico: "Turn on, Tune In, Drop Out" ("accenditi, sintonizzati, esci dagli schemi"). Anche grazie a loro prolifererà nei Sixties una babele di suoni e stili comunque ispirati dalla psichedelia. E se l'epicentro del terremoto sarà la California - capitale del flower-power di Jefferson Airplane e Grateful Dead e della Summer of Love, ma patria anche di band storiche come Doors, Love e Moby Grape - la febbre dilagherà in tutti gli States (inclusa New York, con la variante malata e decadente dei Velvet Underground) e contaminerà anche la Gran Bretagna: dai trip spaziali dei Pink Floyd alle filastrocche pop stralunate del loro primo leader, Syd Barrett, e di Donovan, fino alla svolta lisergica dei Beatles e allo psych-blues di Cream e Traffic.
Centinaia di band modelleranno il rock in forme nuove sotto l'influsso di sostanze (più o meno) stupefacenti, usando le tecniche tipiche dell’epoca, dal pedale wah wah al piccolo armamentario degli effetti che la tecnologia strumentale dei 60 poteva offrire, dal delay al phasing, fino all’inserimento di registrazioni riprodotte all'indietro o a velocità modificata, voci o altri rumori, e così via. E l'effetto sarà sempre più psichedelico e straniante...
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![]() | Scaletta del programma |
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