Il 10 aprile del 2010 un aereo militare polacco, con al bordo alti funzionari dello stato e delle forze armate, si schiantò poco dopo essere entrato in Russia, dove era diretto per la commemorazione del massacro di Katyn’. L’incidente causò novantasei morti, fra i quali il Presidente della Repubblica, Lech Kaczyński. Da allora, ogni anno, si tengono sfarzose celebrazioni per il ricordo di quella tragedia, guidate dal fratello gemello di Kaczyński, Jarosław.
Il Kaczyński ancora in vita è a sua volta una figura di spicco della politica polacca, in quanto presidente del PiS (Prawo i Sprawiedliwość, ossia Diritto e Giustizia), il più potente partito locale. Fortemente orientato a destra, il PiS sta lentamente erodendo il diritto polacco e cercando di alterare la distribuzione dei poteri che garantiscono la struttura democratica dello stato (l’Europarlamento si è espresso in termini molto preoccupati al riguardo, minacciando forti sanzioni).
L’appropriazione dello stato da parte del PiS non passa tuttavia solo tramite i canali del potere, ma anche occupando i media e l’informazione, cercando di piazzare ovunque simpatizzanti e uomini di fiducia, allo scopo di accattivarsi la popolazione e il derivante consenso elettorale.
Si arriva così alle ultime vicende di Trójka, terzo canale della radio nazionale polacca, di cui abbiamo già parlato nel 2016, in occasione di un articolo per questa stessa rubrica, dedicato alla canzone “Kocham wolność” dei Chłopcy z Placu Broni. Si rimanda alla sua lettura per comprendere bene cosa il canale in questione significhi per la Polonia, ma per farla breve: incarna sin dagli anni Settanta il concetto stesso di cultura e libertà, quando era l’unico spazio mediatico in cui si poteva discutere di argomenti non affini all’ideologia del regime e trasmettere musica straniera. Da allora aveva più o meno attraversato indenne decenni e cambiamenti politici, fino a quando il PiS non ha deciso, nel 2015, di metterla sotto il proprio diretto controllo.
Anche con i nuovi direttori, nominati e pilotati ad arte, uno spazio del canale ha resistito all’occupazione, grazie all’immenso prestigio del suo creatore e conduttore, Marek Niedźwiecki. Si tratta della classifica settimanale Lp3, dedicata a rock, folk, poesia cantata e musica alternativa in generale: Niedźwiecki la creò durante la legge marziale del 1981-83, per dare respiro ai giovani di quella generazione. Fu un tale successo che da allora non è più stata interrotta.
Il 15 maggio 2020 anche quest’ultimo spazio libero è caduto. Arrivato al termine della trasmissione, Niedźwiecki annuncia un nuovo brano, entrato direttamente al numero 1: “Twój ból jest lepszy niż mój” di Kazik (riassumere chi sia un personaggio colossale come Kazik è un compito troppo gravoso per un articolo su una sola canzone: semplicemente, è il cantante rock polacco più importante fra quelli che hanno debuttato dalla seconda metà degli anni Ottanta in poi). Il pezzo viene trasmesso e la classifica che lo vede in vetta regolarmente archiviata nel sito di Trójka. La pagina risulta tuttavia inaccessibile neanche un’ora più tardi. Il motivo è subito apparso chiaro a tutti: censura.
Prima di continuare, è il caso di chiarire l’argomento della canzone. Il titolo significa “Il tuo dolore è meglio del mio”, e si riferisce a un fatto di cronaca riguardante la quarantena per il Covid-19. Durante il periodo in questione, tutti i cimiteri della Polonia sono stati chiusi al pubblico. Incurante di ciò, Jarosław Kaczyński, il 10 aprile, ha chiesto e ottenuto di poter entrare nel museo di Varsavia per commemorare la morte di suo fratello.
L’abuso di potere di Kaczyński, che ha scavalcato la legge in maniera a dir poco spudorata, ha spinto Kazik a scrivere una canzone di protesta al riguardo. Il testo, di cui riportiamo di seguito la traduzione integrale, spiega meglio di qualsiasi analisi i motivi che hanno spinto verso la sua censura:
I cimiteri chiusi sono il risultato di eventi
delle ultime settimane, eventi recenti.
Guardo le catene, asciugo le lacrime,
proprio come te, proprio come te.
Il cancello si apre, non posso credere ai miei occhi,
forse le cose andranno diversamente [dopotutto]?
Corro, ma la tua guardia del corpo mi urla "alt",
perché il tuo dolore è migliore del mio,
il tuo dolore è migliore del mio.
Sei il solo che possa alleviare il [proprio] dolore,
tutti gli altri sono caduti in miseria.
Due limousine, un intero cimitero tuo,
meglio del mio.
Per le strade e negli appartamenti
lo spirito dell'amore sta emergendo.
Due limousine, un intero cimitero tuo,
più grande del mio.
Quattro anni fa, il 10 di aprile,
la figlia di Maria è corsa dritta sotto un’auto.
Maria non attraverserà il cancello oggi,
perché il tuo dolore è meglio del suo,
il tuo dolore è meglio del suo.
Józef aveva un padre, una moglie e un figlio,
e il loro tempo si fermò quel giorno.
Józef non potrà commemorarli oggi,
il tuo dolore è meglio del suo,
il tuo dolore è meglio del suo.
Non mi piacciono affatto i cimiteri,
quando mia madre me lo chiederà, ci andrò con lei.
Metterò dei fiori sulla tomba di mio padre,
il tuo dolore è meglio del mio,
il tuo dolore è meglio del mio.
Che bel giorno ci è stato donato oggi,
per ricordare chiunque se ne sia andato.
Rimanendo dall'altra parte, si spargono le lacrime,
proprio come per te,
proprio come per te.
Benché Kazik non pronunci mai il nome del politico, non ci sono dubbi su chi sia l’oggetto della contestazione. Questa volta però il pubblico non è rimasto in silenzio: la protesta è esplosa immediata sui social network, con la pagina Facebook di Trójka sommersa da migliaia di post di protesta, mentre la canzone schizzava su YouTube accumulando quasi sei milioni di visite in una settimana.
Il giorno dopo la puntata incriminata di Lp3, il direttore di Trójka, Tomasz Kowalczewski, rilascia una nota in cui ammette di aver fatto rimuovere la classifica, in quanto sarebbe stata manipolata dal conduttore. Secondo lui, stando ai voti ricevuti dagli ascoltatori, Kazik non sarebbe infatti stato al primo posto, ma soltanto al quarto.
Innanzi a un’accusa tanto surreale, Niedźwiecki annuncia le dimissioni in segno di protesta. Il suo co-conduttore, Piotr Baron, gli mostra pieno sostegno, dichiarando: “Non presenterò più Lp3 finché non verrà chiesto scusa a Marek Niedźwiecki e a tutti noi per le bugie che ci sono piovute addosso”.
Il 17 maggio Bartosz Gil, compilatore della classifica, annuncia di essere stato sospeso da Trójka per aver rifiutato di firmare una nota in cui Kowalczewski gli faceva ammettere la manipolazione dei conteggi.
Iniziano anche ad arrivare le reazioni degli artisti. Dawid Podsiadło, il più famoso cantante polacco degli ultimi anni, chiede ufficialmente a Trójka di non trasmettere più i propri brani fino a quando la censura non avrà lasciato le proprie stanze. Tomasz Organek, altro importante nome del rock locale, fa lo stesso. Il duo Fisz Emade, composto dai fratelli Waglewski, pubblica addirittura una instant song sull’accaduto, intitolata “Mój kraj znika” (“Il mio paese scompare”).
Nei giorni che seguono, altri conduttori della radio si dimettono a catena (saranno ben nove nel giro di una settimana), cosa che il 19 maggio spinge Kowalczewski a indire una grottesca conferenza stampa in cui tenta di dimostrare le proprie teorie, inventando i dati di sana pianta. Servirà a poco, perché quello stesso giorno Piotr Metz, curatore della selezione musicale del canale, apparirà in uno show televisivo, mostrando agli spettatori un messaggio telefonico inviatogli da Kowalczewski, in cui gli intimava di rimuovere la canzone dalla programmazione.
Metz dichiarerà inoltre che “finora il dipartimento musicale [di Trójka] era rimasto libero dalla pressione politica. I notiziari e i talk show non sono stati così fortunati. Negli ultimi anni Trójka ha promosso una sola ideologia, una visione politica e una narrativa molto semplicistica, che va contro ciò che questo canale radio ha sempre rappresentato”, e che “il regime comunista aveva più rispetto per la libertà di parola di Trójka di quanto ne abbia il governo attuale”.
A quel punto la partita è chiusa, tanto che persino il ministro della cultura, Piotr Gliński (PiS), pur cercando di gettare una luce negativa sul brano, ha dovuto ammettere l’abuso di Kowalczewski, scrivendo su Twitter: “A volte gli artisti dicono scemenze, anche scemenze oltraggiose. Ma è ancora più oltraggioso rimuovere una canzone solo perché mostra un pensiero sbagliato”.
Qualche giorno di silenzio, in cui le proteste continuano a imperversare su internet, e finalmente il 25 maggio Kowalczewski rassegna le dimissioni. Il nuovo direttore di Trójka, annunciato lo stesso giorno, è Jakub Strzyczkowski, che si mette subito al lavoro per far rientrare gli esiliati (volontari e non). Il pubblico del canale a quel punto si placa: Strzyczkowski è un nome storico della radio polacca, noto per la sua equità e serietà, meritevole di fiducia per il futuro (benché in una situazione del genere non si debba mai abbassare la guardia).
Alla fine la canzone di Kazik non solo ha mostrato alla Polonia l’ipocrisia di Kaczyński, ma ha anche liberato Trójka dal peggior direttore che abbia mai avuto e scatenato un furibondo dibattito pubblico sul modo in cui il PiS gestisce i canali radiotelevisivi: i suoi elettori non cambieranno per questo idea, ma almeno l’argomento è stato messo sul piatto e non è più tabù. In un mondo in cui la musica sembra contare sempre meno, è bello vedere cosa sia ancora capace di generare, con la canzone giusta piazzata al momento giusto.
In tutto ciò, non si è parlato del contenuto musicale del brano, che è passato in secondo piano vista la complessità della vicenda che l’ha circondato. Accompagnato dall’amico Wojtek Jabłoński (polistrumentista e produttore) e dal tastierista prog Konrad Wantrych (qui alla fisarmonica), Kazik ha imbastito una marcetta da banda paesana, influenzata dal vecchio folk di Varsavia. L’arrangiamento è minimale: oltre alla fisarmonica, ci sono una grancassa, un piattino e una tuba. Un’idea vincente, perché crea un contrasto grottesco fra il passo buffo e sornione della base strumentale e la rabbia mista a dolore espressa nel testo, facendone ulteriormente risaltare il messaggio di protesta.
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