E’ una sorta di mini viaggio intorno al mondo il docu-film che per la prima volta esplora e documenta la vita privata e artistica di Laurent Garnier, dj francese di fama internazionale, producer e musicista, uno dei più grandi protagonisti della scena elettronica degli ultimi trent’anni. Quel mondo che ha girato in lungo e in largo contribuendo in maniera determinante alla diffusione della musica techno.
Diretto dal regista Gabin Rivoire, presentato in anteprima in Italia all’interno della Sezione "Let The Music Play" del 62° Festival dei Popoli di Firenze, “Off The Record” sarà proiettato in alcune selezionate sale cinematografiche italiane nei giorni 10, 11 e 12 gennaio 2022. Oltre al racconto in prima persona dello stesso Garnier, la pellicola si avvale dei preziosi e interessanti contributi di numerose altre star della consolle, quali Carl Cox, Jeff Mills e Richie Hawtin, che partecipano al racconto della crescita della club culture avvenuta negli ultimi decenni.
Da sempre ossessionato dalla musica, appena completati gli studi presso la scuola alberghiera, Laurent si trasferisce a lavorare come cameriere presso l’Ambasciata francese a Londra. Durante il giorno serve ai tavoli per altissime personalità internazionali, con solida disciplina e rigidi protocolli da rispettare; la sera si immerge nei club più eccentrici della Londra underground.
Nel 1987 si trasferisce per un breve periodo a Manchester, dove si ritrova a mettere i dischi all’Hacienda. Rientrato in Francia per svolgere il servizio militare, Garnier nel 1988 rinuncia a dormire: di giorno esplica gli obblighi di leva, la notte mette i dischi, anche per cinque volte a settimana, in alcuni fra i club più in voga della Ville Lumière: il Rex, che diventerà una sorta di seconda casa, il Palace, il Locomotive.
“Off The Record” si sofferma su due fenomeni che caratterizzarono la fine degli anni Ottanta e l’inizio del decennio successivo: la diffusione dell’ecstasy e la nascita dei rave party. Da Chicago è arrivata la house music, poco dopo da Detroit è il momento della più dura techno: chi assume droghe non può smettere di ballare alle due del mattino, la musica allora inizia a uscire dai club, esce dal centro delle città e si sposta verso le periferie, ovunque vi sia uno spazio utile, spesso non autorizzato, dove ballare non-stop per ore, a volte per giorni.
Nasce e si evolve una nuova cultura, e Laurent ne diventa uno dei principali promulgatori, affascinato da quei suoni nati dall’altro lato dell’Atlantico. Due le tracce citate dal protagonista come spartiacque: “Acid Tracks” di Phuture per la house e “Strings Of Life” di Derrick May per la techno. Garnier stesso diventerà compositore e producer di brani (e album) che contribuiranno a rendere florido l'intero movimento.
Nel frattempo è caduto il muro di Berlino, la techno spopola nell’Est Europa, divenendo un simbolo di libertà d’espressione. In Francia invece la scena techno viene seriamente osteggiata dall’opinione pubblica e contrastata dalle autorità. Viene vista come un pericolo, ma continua a crescere in maniera sotterranea, palesandosi nel momento in cui esplode il successo di Mr. Oizo con “Flat Beat”.
La straordinaria affermazione dei Daft Punk fa il resto, affiancata da numerosi musicisti e producer transalpini che definiscono uno stile identificato come “French Touch”. La Francia diventa così il centro del mondo della nuova scena electro, e Garnier si esibisce ovunque, dai Festival più importanti e affollati (Sonar di Barcellona, Atonal di Berlino) alle location più esclusive e ricercate (come la parigina Salle Pleyel nel 2010), conseguendo affermazioni di rilievo persino in Estremo Oriente (in Giappone è regolarmente protagonista di acclamati dj set).
La scena ormai è istituzionalizzata, la techno non fa più paura, gli artisti che hanno raggiunto il successo contribuiscono a rendere comprensibile il fenomeno. Parigi nel 1998 ospita la prima Techno Parade, Garnier nel 2017 riceve la Légion d’Honneur, la più importante onorificenza concessa dallo Stato francese, consegnatagli dall’ex-ministro della Cultura Jack Lang. Da una modesta famiglia di giostrai ad ambasciatore della musica elettronica nel mondo: una figura leggendaria che meritava di essere omaggiata.